Peppino Di Bello, un attivista a petto nudo, una persona per bene
Oggi la Basilicata ha perso una persona di valore che combatteva le battaglie per la salvezza del territorio. Una perdita incolmabile. La città di Potenza gli renda omaggio
Peppino, per noi era Peppino, venne in redazione poche settimane dopo la nascita del nostro giornale, nell’ottobre 2011. Intuì che nasceva in Basilicata una testata giornalistica che avrebbe potuto sostenere le sue battaglie e le battaglie di chi ha a cuore le sorti della nostra terra. Ricordo il suo primo approccio: “ma davvero siete liberi?” Da allora, tra alti e bassi, non ci siamo più lasciati. La risposta c’è stata nella nostra linea editoriale, nella reciproca collaborazione nell’affrontare le tematiche che teneva nel cuore: l’ambiente, la tutela del territorio, la salute dei cittadini. Un combattente che ha pagato di persona, che ha messo a repentaglio se stesso e la sua famiglia. Licenziato, poi demansionato, osteggiato dal sistema di potere. Ha subito un processo per aver svelato l’inquinamento del lago Pertusillo: “rivelazione di segreto d’ufficio, procurato allarme.” Assolto dall’accusa dopo 9 anni di battaglie contro gli ostacoli del potere. Nel 2021 in occasione del decennale della nostra testata ha ricevuto il Premio Lucani Coraggiosi. Un rompiballe di classe. In ultimo è stato promosso Maggiore.
Ha subito l’umiliazione della revoca del porto d’armi: lui tenete della Polizia Provinciale. Lo aiutammo con il nostro giornale lanciando una petizione che raccolse oltre 3mila firme: il Prefettorevocò la revoca. Non ha mai smesso di combattere per le vicende che lo hanno coinvolto suo malgrado, ma soprattutto per difendere il territorio dagli avvoltoi e dagli sciacalli del business.
Insomma, ci siamo frequentati nel pieno rispetto dei ruoli. Fino a qualche giorno fa. Insieme stavamo sostenendo alcune battaglie sul fronte della speculazione edilizia. Entrambi querelati, lui e noi. Negli ultimi giorni era preoccupato per la vicenda acqua. Chiamava spesso per esprimere considerazioni, per darci indicazioni, era ansioso, agitato. Spesso si presentava in redazione all’improvviso, così per condividere le sue ansie per la Basilicata.
Abbiamo litigato spesso, specie quando partiva per la tangente senza considerare i nostri consigli sulle strategie di comunicazione. Specie quando saltava in trincea solitario a petto nudo pronto a farsi colpire inconsapevolmente. E’ stato uno dei protagonisti della nascita della sensibilità ambientalista in Basilicata, colui che ha acceso la scintilla della critica e delle proteste per la tutela del territorio dall’ inquinamento e dalla speculazione.
Oggi la Basilicata ha perso una persona di valore, un deposito umano di dignità, che combatteva le battaglie per la salvezza del territorio. Una perdita incolmabile. La città di Potenza gli renda omaggio. La città Capoluogo gli dedichi una strada, una piazza, un luogo. È il minimo che si possa fare. Soprattutto è importante non dimenticarlo. Anzi, bisogna portarlo nel cuore, chi continua a combattere per questa terra dovrebbe tatuare il suo spirito nei propri sogni.
Oggi ci ha lasciati, all’improvviso, a 61 anni. Il nostro dolore è già diventato stimolo per nuove battaglie. Un abbraccio alla famiglia, alle sue ragazze ai suoi ragazzi. Un abbraccio alla sua compagna. Un abbraccio a tutti coloro che renderanno onore alla sua storia.
Vogliamo ricordarlo con un pensiero tratto da alcuni scritti di Michele Finizio: “Chi ha coraggio si commuove, piange, chiede scusa. Chi ha coraggio è gentile, altruista, solidale. Chi ha coraggio ha paura, resiste, scavalca, combatte. Chi ha coraggio soffre, tollera, comprende. I coraggiosi affrontano il dolore accogliendolo come un amico che rientra dalle baldorie. I coraggiosi baciano, abbracciano e amano come affamati d’amore. I coraggiosi ti portano addosso fino a quando ti rialzi e sono sempre lì ad aspettare la tua assenza: quando avrai nelle mani il timone della tua vita.” Questo era Peppino.