Il romanzo ‘criminale’ del Basento: il giallo dell’acqua fantasma
Ecco l’articolo, con una conclusione romanzata, che prova a ricostruire con l’immaginazione il lato oscuro della vicenda che dal Fiume porta alla Camastra: dov’è finita l’acqua?
Da anni tutte le analisi pubbliche e private hanno sempre accertato la presenza di pericolosi inquinanti nel fiume Basento. Questa estate accade che, in Basilicata, la pioggia comincia a scarseggiare, una scarsità che in pochi mesi si trasforma in grave emergenza. La chiave per fronteggiare la situazione, secondo le autorità locali, si trova in quel fiume. Riassumiamo a grandi linee la cronaca dell’emergenza nel periodo compreso tra il prima “la realtà dei fatti” e il dopo “la narrazione immaginaria”.
IL PRIMA
Il Consorzio di Bonifica e il prelievo di acqua per uso irriguo
Il 30 luglio la Regione autorizza il Consorzio di Bonifica a prelevare l’acqua dal fiume per uso irriguo. Si tratta di fornire acqua per 2000 ettari di campi nell’area di San Basilio di Pisticci. Ma le analisi dell’Arpab sono inquietanti. Nel punto di emungimento dell’acqua del Basento in località Destra Basento “pompe Valtellina”, prelevata il 5 agosto, gli esami “evidenziano una contaminazione microbiologica di tipo fecale ascrivibile alla presenza di microrganismi, quali escherichia coli, coliformi fecali ed enterococchi che sono considerati generalmente “organismi indicatori”, più o meno specifici, di contaminazione di natura fecale”. Perciò l’11 agosto la Regione revoca l’autorizzazione.
Eppure, l’amministratore del Consorzio, Giuseppe Musacchio, insiste molto per l’uso delle acque del fiume Basento. In una nota del 31 luglio scorso, inviata, tra gli altri, all’Arpab e alla Regione, scrive testualmente, errori compresi: …Sta di fatto che, nelle ultime settimane il già sindaco di Pisticci, dott. Di Trani, evidentemente non aggiornato ne circa gli esiti degli accertamenti eseguiti dagli organi competenti dallo stesso investiti nel 2011 e men che meno informato circa gli esiti della procedura di monitoraggio e caratterizzazione di cui al citato D.M. del 2021, ritenendo tuttora valido il suo “editto”, sta ponendo in essere un’attività di disinformazione, che sta ingenerando un allarmismo assolutamente ingiustificato, e di delegittimazione sia nei confronti dell’attuale Amministrazione Comunale di Pisticci, sia del Consorzio e sia della stessa Regione Basilicata (rea a suo dire, di aver rilasciato l’autorizzazione all’attingimento pur in presenza della sua vecchia ordinanza del 2011), finalizzata ad impedire l’attingimento. Come sappiamo questa sua insistenza non ha avuto esito, almeno per quanto riguarda, formalmente, il fiume Basento. Qui la vicenda delle motopompe selvagge. Musacchio se la prende con l’ex sindaco di Pisticci, Di Trani, il quale interverrà con una nota del 13 novembre, in seguito alle vicende di quei giorni.
La crisi idrica si fa sempre più grave
Nel corso delle settimane da luglio ad oggi si intensificano le restrizioni nell’erogazione di acqua, in forma più grave nei 29 Comuni serviti dall’invaso del Camastra. Si tratta solo di siccità? Un fenomeno “strano” viene segnalato da alcune Associazioni, partiti e sindacati: lo svuotamento repentino e anomalo dell’invaso. Come si spiega uno svuotamento così violento e repentino da maggio a ottobre 2024? Si ipotizza la circostanza di un’apertura delle paratie che causa lo svuotamento dell’invaso. A proposito il presidente del Cda di Acque del Sud, Luigi Giuseppe Decollanz, precisa in una nota che “la riduzione, al netto del prelievo giornaliero di Aql, non è in nessun modo riconducibile ad un rilascio volontario di risorsa idrica dall’invaso da parte dello scrivente gestore”. La risposta di Decollanz genera nuove domande. Se non c’è stato un rilascio volontario imputabile “allo scrivente gestore” dobbiamo dedurre che il rilascio sia stato causato da un errore? E nell’eventualità, chi avrebbe commesso l’errore? Oppure, non c’è stato alcun rilascio e i dati forniti circa il prelievo anomalo del 17 ottobre sono fuffa? Fatto sta che oggi la Camastra è completamente a secco. I cittadini scendo in piazzaper protestare e chiedere trasparenza. Anche Italia Nostra Basilicata in queste ore chiede che si faccia chiarezza su come si sia giunti allo svuotamento totale della diga Camastra.
La soluzione in emergenza
Un sistema che consentirà di prelevare acqua dal Basento, in un punto all’altezza di Castelmezzano e Albano di Lucania, per confluire nel cosiddetto “Camastrino”, la vasca creata da Acquedotto lucano nell’invaso Camastra attraverso uno sbarramento delle acque di scolo. Questo sistema richiede una deviazione del corso del fiume. Molte le perplessità, intanto si va avanti con i lavori dopo che Arpab rassicura: “dalle analisi delle acque del Basento i parametri risultano tutti a norma”. Ma non tutti sono d’accordo. Quelle analisi non convincono: il punto di prelievo unico, le coordinate non corrispondenti al punto di prelievo, la colonna vuota in cui bisogna indicare i limiti di legge degli inquinanti, analisi effettuate da un laboratorio non accreditato… Due mesi fa l’acqua del versante sud del Basento non era buona per uso irriguo e invece quella del versante nord due mesi dopo è addirittura potabilizzabile. La Basilicata non ha ancora un piano di tutela delle acque e sulle potabilità delle acque c’è una marea di analisi da fare, analisi che non pare sia in grado di fare Arpab. E seppure il 6 ottobre l’acqua appare potabilizzabile, oggi com’è? Insomma l’emergenza può generare pasticci, anche pericolosi. E intanto non c’è tempo: la risorsa residua dell’invaso ha un’autonomia, seppure molto limitata, fino al 22 novembre.
NEL FRATTEMPO
Il Basento diventa il fiume “monnezza” per eccellenza. Dai tempi dei primi insediamenti petrolchimici in val Basento. Tecnoparco è coinvolta in alcune vicende giudiziarie e più volte denunciata anche a mezzo stampa per presunte irregolarità nella gestione delle acque reflue industriali, anche dei rifiuti petroliferi, e per presunte responsabilità nell’inquinamento del fiume Basento. Da ultimo l’ex sindaco di Pisticci Antonio Di Trani.Tecnoparco portò a processo per diffamazionegiornalisti e informatori di Basilicata24, poi assolti, nel 2018, perché “il fatto non costituisce reato”. Qualche mese dopo l’assoluzione, il pm di Matera chiese il rinvio a giudizioper vertici Tecnoparco, Eni-Syndial, Drop e funzionari dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera per presunto smaltimento illecito di rifiuti. Le indagini furono avviate nel 2012 dopo la pubblicazione della nostra videoinchiesta. Ci fu un processo fino alla prescrizione. Anche le attività estrattive di Eni-Shell hanno avuto a che fare con episodi di “abbraccio” al Basento.
LA NARRAZIONE IMMAGINARIA
Prima Puntata: la sintesi
All’uomo dell’ingegno salta in testa un’idea illuminante: utilizzare le acque del Basento per risolvere l’emergenza idrica causata dalla secca del Camastra. L’uomo della prudenza fa notare che prima di tutto occorre analizzare le acque del fiume tristemente note per essere continuamente sottoposte a fenomeni di inquinamento. Che si fa? Le analisi. E così sia. Un laboratorio fuori dai confini regionali dal nome di fantasia Bellus analizza le acque. Un disastro, parametri inquietanti. Qualcuno salta sulla sedia: “Questo disastro dipende dai soliti noti coperti dai soliti politici e affaristi. Consumano acqua a non finire. Ci hanno persino imposto la limitazione della capacità dell’invaso, in modo tale che arrivi più acqua per i loro affari”. Quelle analisi scompaiono nel nulla.
L’uomo dell’ingegno ne tira fuori un’altra: riversiamo acqua pulita nell’acqua “sporca” in quantità tale da diluire e abbassare i parametri degli inquinanti nel fiume. E come? Solleviamo le paratie della diga Camastra facendo convogliare risorsa pulita nel Basento. Lentamente, un po’ per volta. Ma il punto di non ritorno della crisi si avvicina e bisogna accelerare. E così sia. Dalla diga, in poche settimane, scompaiono milioni di metri cubi di acqua. E’ il momento di lanciare la soluzione: connettere il fiume con la Camastra. Ma bisogna rifare le analisi! Certo, prima di tutto le analisi. E così sia. L’esame delle acque a distanza di tempo dall’apertura delle paratie offre parametri più che accettabili, nel tratto più interessato dal lavoro di “pulitura”. “Li diffondiamo e tranquillizziamo tutti. Però, sia chiaro, che non si ricominci con la stessa tarantella, qualcuno deve fermarsi”. L’uomo della prudenza chiede controlli serrati sul fiume e su possibili sversamenti illegali da parte di chicchessia. La sua richiesta sarà soddisfatta? Chi sono i personaggi, anche politici, in chiaro e in scuro che in qualche modo sono protagonisti del romanzo? Il finale nella prossima puntata.
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