Emergenza idrica: il presidente di Acque del Sud sia più chiaro
Si eviti di minare quel poco di fiducia che i cittadini ancora nutrono nei confronti di politici eletti e dirigenti nominati
Della nomina dei dirigenti generali alla Regione Basilicata abbiamo già scritto. Oggi si apre un altro capitolo – o meglio paragrafo – sulla conferma di Alfonso Andretta, per altri 6 mesi, alla guida di Acquedotto Lucano. L’accordo è che il “manager” rimanga al timone del carrozzone per gestire l’emergenza e avviare i lavori già programmati. Dopo di lui a guidare l’ente dovrebbe esserci un Consiglio di amministrazione, a costi invariati. Sarà necessario però il vaglio di legittimità della Corte dei Conti e il benestare del Mef. Vedremo quanto lunghi saranno quei 6 mesi. Detto questo, torniamo a dire che non bisogna abbassare la guardia. Non bisogna abbassarla sulla qualità della gestione e sugli affidamenti di progetti, lavori e forniture. Non perché Andretta e l’intero management di AL siano degli sprovveduti o vendibili sul mercato delle compiacenze. Ma perché intorno ai “piccioli” si muovono, come sempre avvoltoi esperti di raggiri e inganni. È già accaduto in passato. E questo giornale, a differenza di alcuni altri, ha sempre denunciato e informato l’opinione pubblica. È tutto in archivio, compresa l’allerta lanciata di recente.
Detto questo, non ci resta che dare credito alle rassicurazioni di Vito Bardi circa gli interventi in atto per l’emergenza e per i progetti finalizzati ad eleminare strutturalmente i problemi che hanno causato i gravi disagi di questi mesi alla popolazione lucana. Dobbiamo però stare attenti. Perché in giro circolano ancora molta retorica e strane ambiguità. Scarsa per esempio la risposta del presidente di Acque del Sud Spa, Giuseppe Decollanz, ad una delle domande più importanti poste da diverse Associazioni circa la presunta apertura della paratia della diga del Camastra: “Come si spiegano i vari picchi di prelievi come, ad esempio, quello vertiginoso del 17 ottobre 2024, quando in un solo giorno la diga ha perso addirittura 379.000 metri cubi d’acqua?… Erano forse state aperte le paratie? Come mai?” La risposta, se non abbiamo capito male, è sibillina: Si precisa che tale riduzione, al netto del prelievo giornaliero di Aql, non è in nessun modo riconducibile ad un rilascio volontario di risorsa idrica dall’invaso da parte dello scrivente gestore”.
La risposta di Decollanz genera nuove domande. Se non c’è stato un rilascio volontario imputabile “allo scrivente gestore” dobbiamo dedurre che il rilascio sia stato causato da un errore? E nell’eventualità, chi avrebbe commesso l’errore? Oppure, non c’è stato alcun rilascio e i dati forniti circa il prelievo anomalo del 17 ottobre sono fuffa? Insomma una risposta chiara e verificabile a quella domanda è doverosa. Stiamo attenti a minare quel poco di fiducia che i cittadini ancora nutrono nei confronti di politici eletti e dirigenti nominati.