Crisi idrica, colpo di scena: Bardi si presenta in Consiglio
Ecco come sono andate le cose
Vito Bardi oggi in Consiglio regionale sarebbe stato assente. Tuttavia, il presidente del Consiglio regionale, Marcello Pittella aveva annunciato una sua comunicazione sulla crisi idrica. Appena Bardi è venuto a conoscenza dell’iniziativa si è precipitato in Consiglio Regionale, leggendo la relazione qui allegata.
La minoranza, nei primi minuti del Consiglio, attestata l’assenza di Bardi, che nel frattempo si è presentato in assemblea, ha immediatamente organizzato una conferenza stampa. “Riteniamo necessaria l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla gestione della crisi idrica in atto in Basilicata non per formare tribunali inquisitori ma per capire le effettive responsabilità che, almeno da due decenni, hanno determinato questa situazione senza precedenti”. Questa la sostanza della Conferenza. La discussione sulla relazione di Bardi e sulla crisi idrica è rinviata al Consiglio regionale di lunedì prossimo.
Nel corso dell’intervento Bardi ha richiamato la situazione ereditata dal passato: “Abbiamo ereditato infrastrutture idriche con rilevanti criticità sotto il profilo strutturale che ne limitano la stessa potenzialità e i relativi benefici. Partiamo subito dalla Diga del Camastra, completata nel 1968. Un invaso mai collaudato, come le altre dighe presenti in Basilicata, con forti limiti nella sua capacità di invasamento. A questa condizione – spiega il presidente della Regione – si aggiungono gravi carenze manutentive e di efficientamento della diga che hanno compromesso l’effettiva capacità volumetrica dell’invaso: infatti sedimenti sul fondo, mai dragati, ne comportano una notevole riduzione della sua capacità ricettiva. L’altro elemento da considerare è il fatto che questo invaso è stato progettato senza considerare un’interconnessione con le altre dighe e, quindi, tecnicamente è isolato dalle restanti infrastrutture idriche regionali. Ciò è ancora più evidente se si guarda la piantina delle infrastrutture idriche primarie della Basilicata, con chilometri di condotte che partono dai bacini del Pertusillo, di Montecotugno o anche di Conza che si diramano verso la Puglia. In questa vicenda c’è un ulteriore paradosso, come quello del potabilizzatore di Missanello che invece di essere nella disponibilità della Basilicata è nelle mani di Acquedotto pugliese.” Qui la relazione completa
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