Crisi idrica: chi paga?
Alleanza Verdi e Sinistra (AVS): Inaccettabile incompetenza e giochi di prestigio sulle spalle dei lucani
Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), per voce di Michele Frascolla e Donato Lettieri, denuncia con forza l’ennesima farsa orchestrata da Acque del Sud SpA e dal presidente Bardi. Mentre 140.000 cittadini sono rimasti senz’acqua, le paratoie dell’invaso del Camastra si sono aperte non per caso, ma per decisioni che esigono trasparenza e assunzione di responsabilità. Chi ha deciso? Chi pagherà i danni? Chi risarcirà i cittadini e le imprese?
Non bastano dichiarazioni pompose o colpe scaricate sul passato per mascherare l’incompetenza di chi governa oggi. Gli attuali vertici di Acque del Sud e della Regione Basilicata, anziché risolvere i problemi, appaiono impegnati in una narrazione autocelebrativa che insulta l’intelligenza dei cittadini. È inaccettabile che siano sempre loro, i cittadini, a pagare per disastri evitabili.
La verità su Acque del Sud
Bardi e il CdA di Acque del Sud sbandierano successi dopo appena otto mesi di attività di quest’ultima. Ma dove sono i risultati? Dove sono i piani concreti di manutenzione e rifunzionalizzazione delle infrastrutture? Dove sta il piano delle acque e di adattamento climatico della Regione? Perché le dighe non vengono pulite, nonostante i fondi siano disponibili? I rappresentanti nel CdA e in particolare quello lucano devono rispondere alle esigenze dei cittadini, non a logiche politiche.
L’eredità dell’EIPLI era pesante, è vero. Ma governare significa risolvere i problemi, non lamentarsene. La retorica del “nuovo corso” è una coperta troppo corta per nascondere un disastro che parla di continuità con le inefficienze del passato.
Sicurezza e qualità dell’acqua: il bluff
La collettività si chiede:
- Gli impianti di potabilizzazione rispettano davvero le normative più recenti, incluse quelle sui PFAS?
- Quanto costerà ai cittadini il trasporto e la potabilizzazione?
- Il nuovo sistema potrà garantire una qualità dell’acqua paragonabile a quella pre-crisi?
E, soprattutto, come può Bardi rassicurare i cittadini quando Arpab, secondo fonti giornalistiche, non ha ancora tutti gli accreditamenti richiesti dalla normativa? Una domanda retorica, perché è evidente che non può. In una regione petrolifera e ricca d’acqua come la Basilicata, lasciare Arpab senza strumenti adeguati e senza accreditamenti è un atto di grave negligenza.
Il conto da pagare
Chi risarcirà i cittadini e le imprese danneggiate? Perché i responsabili delle decisioni non vengono chiamati a rispondere, anche patrimonialmente? È tempo di abbandonare la difesa d’ufficio di fronte a responsabilità così evidenti.
L’acqua deve restare pubblica
L’acqua è un bene comune universale, che deve restare sotto il controllo pubblico e non diventare ostaggio di logiche speculative o inefficienze. Questo principio deve essere il faro delle scelte future: più trasparenza, più responsabilità, meno proclami.
La Regione Basilicata e il Governo nazionale hanno il dovere di tutelare l’acqua come diritto e risorsa fondamentale per i lucani. Basta teatrini, basta rimandi: serve agire ora, con risposte chiare e soluzioni concrete. “Chi guida risolve problemi, non li crea. Questo è il momento di dimostrarlo. Se ne si è capaci.”