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Crisi idrica, Basilicata possibile: “la danza della pioggia come strumento di governo?”

26 novembre 2024 | 13:47
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Crisi idrica, Basilicata possibile: “la danza della pioggia come strumento di governo?”

“Quando l’invaso del Camastra potrà ritornare almeno ai volumi invasabili del 2018 (circa 22Mmc)? Quando cioè termineranno i disagi dei cittadini e delle attività economiche legate al razionamento dell’acqua?”

Di seguito il comunicato de La Basilicata Possibile sulla nota del presidente di Acque del Sud, Luigi Giuseppe Decollanz

Finalmente, per tramite del Presidente del CdA di Acque del Sud Avv. Luigi Giuseppe Decollanz, riceviamo ufficialmente delle risposte alle domande che dal 6 novembre avevamo posto rilevando che dal 2019 l’invaso del Camastra è gestito (con rilasci fino a 12 milioni di metri cubi in pochi giorni) in modo da mantenere i livelli invasati sotto dei limiti (circa 8Mmc) del tutto insufficienti a garantire la funzione stessa di un invaso.

Naturalmente l’Avv. Decollanz nega (e già abbiamo scritto che gli crediamo) che durante la gestione di Acque del Sud (iniziata solo a gennaio 2024) ci siano mai stati rilasci volontari delle acque del Camastra. Non nega, e non può farlo, anche alla luce dei dati dell’Autorità di Bacino che per primi abbiamo pubblicato, che rilasci anche imponenti ci siano stati durante la gestione EIPLI (nella figura le frecce rivolte verso il basso segnalano le date di quelli più importanti) da lui stesso definita disastrosa.

Spiace, visto l’Avvocato esordisce con una contumelia contro il qualunquismo da marciapiede, che anche lui indugi nello stesso errore lamentando che gli afflussi che si sono avuti nel periodo autunno/inverno 2023/2024 (per complessivi 21M di mc circa) sono i più bassi registrati etc… omettendo di ricordare che nel gennaio 2023 (cioè l’inverno precedente) circa 12 Mmc erano stati volontariamente rilasciati dall’invaso. Non si tratta quindi di carenza di afflussi. Insomma dovrebbe sapere anche il Presidente di Acque del Sud che gli invasi a questo servono, ad accumulare l’acqua quando piove e a fornirla, anche negli anni di carenza di piogge, quando serve. E la Camastra questo ha fatto senza problemi fino al 2019.

Rimangono, a questo punto domande ancora più cogenti che riguardano il passato ma anche il futuro. Se, almeno da marzo 2019 era chiaro che l’invaso del Camastra non era più in grado di garantire la fornitura d’acqua alla prima stagione di carenza di piogge, che cosa si è fatto in 5 anni per prevenire o almeno alleviare una crisi idrica, già sfiorata in pieno COVID a Novembre 2020, sicuramente non imprevedibile? Nella parte inferiore del grafico riportiamo, dal comunicato di Acque del Sud, le azioni e gli eventi più rilevanti occorsi nel frattempo. Si comprende che dal 2019 si è sperato non tanto che piovesse (perché la pioggia che serviva non è mai mancata) ma che piovesse a richiesta (come è successo nell’inverno del 2020) cioè solo quando l’invaso era in grado di invasare fino al livello di regolazione di 524,6 m (8-9Mmc) ma non di più, altrimenti l’acqua andava scaricata. Per questo abbiamo parlato di “danza della pioggia”.

A fronte di questa situazione, conseguente alle prescrizioni dell’ UTD – che pure avrebbero richiesto ben altra celerità negli interventi richiesti per il ripristino del pieno funzionamento dell’invaso – perché non si è da subito riconosciuta l’emergenza nella quale tali prescrizioni ci ponevano ? Dove stava il Governo Regionale ? Perché aspettare a mettere in campo tutte quelle azioni che oggi ci avrebbero consentito di affrontare la crisi con minori disagi per i cittadini e per l’economia di un così vasto territorio? Per esempio: informare la popolazione con una campagna rivolta a incoraggiare al risparmio dell’acqua, interventi volti a limitare le ingenti perdite dalle condutture, realizzazione di quei sistemi di connessione con altri invasi (e.g. Pertusillo) che avrebbero tolto il Camastra dal suo isolamento, aumento delle capacità di captazione dalle sorgenti etc. Azioni tutte ancora necessarie ma che avrebbero dovute essere valutate quando, grazie solo alla “danza della pioggia”, di tempo ne abbiamo avuto.

Una cosa ancora non ci viene detta nel Comunicato di Acque del Sud. Quando l’invaso del Camastra potrà ritornare almeno ai volumi invasabili del 2018 (circa 22Mmc) ? Quando cioè termineranno i disagi dei cittadini e delle attività economiche legate al razionamento dell’acqua ? E poi, se verrà dimostrata, chi pagherà i danni conseguenti alla malagestione dell’invaso? A leggere il comunicato di Acque del Sud e, in particolare gli interventi programmati dal Commissario di Governo per oltre 60 milioni di euro, e quelli, solo programmati (per fine 2026) e in attesa di finanziamento da Acque del Sud, non c’è da essere ottimisti. Ma noi vogliamo testardamente esserlo in attesa che qualcuno ci risponda e, se possibile, piacevolmente, ci stupisca. La Basilicata Possibile