Crisi idrica, acqua dal Basento: I rischi per la salute sono elevatissimi
Dove verrà captata l’acqua? Associazioni, movimenti e comitati cittadini chiedono trasparenza
Di seguito il comunicato stampa di associazioni, comitati e movimenti che chiedono chiarezza sulla captazione dell’acqua dal fiume Basento ed esprimono preoccupazione per i rischi che la stessa comporterebbe se venisse effettuata a valle dell’abitato di Potenza in quanto le acque che giungono in quella zona potrebbero aver raccolto i numerosi contaminanti dell’inquinatissima zona industriale di Tito.
Assessore Laura Mongiello, direttore del Dipartimento Ambiente Michele Busciolano, direttore dell’Arpab Donato Ramunno, responsabile dell’area biologia ambientale dell’Arpab Teresa Trabace, direttore tecnico scientifico dell’Arpab Achille Palma, amministratore di Acquedotto lucano Alfonso Andretta, direttore operativo di AL Tommaso Marino, direttore dell’area tecnica di Al Salvatore Gravino, responsabile del laboratorio di AL Patrizia Montenegro, direttore dell’Asp Antonello Maraldo, Michele De Lisa dell’Ufficio Igiene Epidemiologica e Sanità Pubblica dell’Asp, dirigente medico dell’Asp Gaetano Ticli, dirigente di Acque del Sud Giovanni Falconieri, Mariarosaria Sena in rappresentanza di Acque del Sud, direttore dell’Egrib
Canio Santarsiero accompagnato da Donato Larocca; Gerardo Troiano, Carlo Gilio, Gerardo Salvatore e Gerardo Colangelo della Regione.
È l’elenco dei rappresentanti istituzionali e tecnici che lo scorso 5 novembre hanno partecipato alla conferenza dei servizi che si è tenuta in via Verrastro per fornire risposte ai cittadini preoccupati per l’emergenza idrica in corso ed individuare una prima soluzione. Risulta confermata la precedente decisione di captare l’acqua del Basento, di trasportarla nel Camastra e poi riportarla verso il potabilizzatore di Masseria Romaniello per immetterla in rete.
Ma dove verrà captata l’acqua? Era una delle tante domande che avevamo posto in una nostra lettera alle Istituzioni esprimendo il forte timore che una captazione effettuata a valle dell’abitato di Potenza possa mettere a repentaglio la salute dei cittadini in quanto le acque che giungono in quella zona potrebbero aver raccolto i numerosi contaminanti dell’inquinatissima zona industriale di Tito (Liquichimica con le sue vasche di fosfogessi radioattivi e Daramic sequestrata nel 2023 perché il limite della trielina superava di 270.000 volte quello consentito) e dell’intera zona industriale di Potenza con il vicino depuratore. Il comunicato della Regione non riporta alcuna risposta esplicita in merito ma è la stessa mancanza di
chiarezza, oltre a precedenti notizie pubblicate dalla stampa, a darci conferma che è proprio in quel luogo che si intende effettuare la captazione: la soluzione più economica e veloce, ma anche la più rischiosa.
Quella captata e potabilizzata sarà un’acqua di buona qualità? Le dichiarazioni sono state molto vaghe e con un certo sentore di scarico di responsabilità: “faremo molti controlli dell’acqua nel fiume e a valle del potabilizzatore” ha detto l’Assessore Mongiello; “è stato eseguito di recente un campionamento nel Basento e sembra che non ci siano inquinanti e valori oltre soglia, ma non abbiamo competenza specifica in
materia” ha detto Acquedotto Lucano; “negli ultimi sei anni il PFAS si è ridotto ma lo stato chimico risulta “non buono” a causa della presenza di nichel, che potrebbe avere cause naturali e che il potabilizzatore è in grado certamente di eliminare” ha detto ancora Achille Palma di AL; “lo stato qualitativo del fiume è migliorato dal 2020, ma i rilievi eseguiti non sono tarati sull’uso potabile dell’acqua” ha detto Donato Ramunno dg dell’Arpab.
Insomma dopo la conferenza sappiamo con certezza che le verifiche eseguite finora sono state del tutto insufficienti ed inadatte all’uso potabile e non sappiamo affatto se Arpab, Asp e Acquedotto Lucano, che dovranno eseguire i controlli di cui ha parlato Mongiello, siano attrezzati per analizzare in futuro tutti gli inquinanti che potrebbero essere presenti nel fiume. Per giunta sembra che il sistema di controllo sarà messo a punto solo dopo aver completato l’impianto per convogliare le acque del Basento nel Camastra.
Dunque la realizzazione di questi lavori è iniziata ancor prima di aver verificato se l’acqua è idonea e se il potabilizzatore sarà in grado di trattarla adeguatamente, tenuto anche conto che alcuni inquinanti che potrebbero compromettere la potabilità non possono essere eliminati neanche con le strumentazioni più evolute? Non ci sarà qualche vizio di legalità, oltre che di logica, in questa procedura? D’altro canto l’Assessore Mongiello, che nel giugno scorso dovette revocare proprio per questo una propria delibera che concedeva l’uso delle acque del Basento ad uso irriguo nel metapontino, conosce bene i problemi derivanti dal suo inquinamento.
L’unica certezza sembra essere che l’acqua captata sarà proprio quella più rischiosa. E se dovesse risultare non potabile? “Nessun problema” si è detto nell’incontro, “quell’acqua verrà utilizzata esclusivamente a scopi igienico-sanitari”. Ciò significa che si rischia concretamente e consapevolmente di eseguire lavori inutili -sprecando soldi pubblici- per darci un’acqua non potabile anch’essa inutile, visto che in nessuno dei 29 comuni interessati esistono reti duali che permettano un’adduzione ed uno scarico separati per acque potabili ed acque ad uso igienico-sanitario. In occasione del referendum del 2011 per l’acqua pubblica ne suggerimmo a lungo la realizzazione allo scopo di ridurre il consumo di acqua, ma nessuna amministrazione ha mai deciso di attivarsi in tal senso. Ora questa previsione andrebbe inserita nel Piano di Adattamento alla Crisi Climatica che la Regione dovrebbe urgentemente redigere ed essere tradotta in realtà: ci auguriamo che ciò accada.
In conclusione noi cittadini, che speravamo in qualche risposta, ci ritroviamo di nuovo al punto zero e, per giunta, con una lista di dubbi che si allunga sempre di più. Soprattutto resta invariata e senza risposta la nostra domanda fondamentale: come pensano gli organi istituzionali e tecnici di alimentare i nostri rubinetti con acqua di buona qualità anche nella fase emergenziale di una crisi idrica che era ampiamente prevedibile e che si sarebbe potuta evitare se solo ci si fosse attivati per tempo? Certamente occorrerebbe individuare soluzioni multiple ben più affidabili fra cui, ad esempio, quella di captare l’acqua del Basento, solo per la fase emergenziale, nella zona di Ponte Mallardo -verso Pignola- dove essa è ancora di tipo A1, ossia completamente limpida. L’intervento sarebbe un po’ più costoso, ma sembra che i fondi ci siano: nella conferenza stampa del 31 ottobre l’Assessore Pepe ci ha parlato di un vero profluvio di finanziamenti per le infrastrutture idriche; perché non utilizzarne una parte per garantirci un’acqua pulita e facilmente potabilizzabile?
I cittadini sono sempre più preoccupati e spaventati e ne hanno tutte le ragioni. Oggi più che mai è indispensabile che le istituzioni ci ascoltino e che riescano a dare risposte adeguate e credibili e non certo a mettere in atto soluzioni che potrebbero diventare più gravi del problema stesso. Occorre verificare subito se l’acqua di cui si è già avviata la captazione è davvero potabile e per farlo bisogna rivolgersi a laboratori adeguatamente accreditati sul piano nazionale e che siano in grado di effettuare tutta la gamma di analisi necessarie a verificare se in quell’acqua non ci sono tracce di tutti gli inquinanti presenti nelle zone attraversate. Ed i risultati di queste analisi devono essere resi pubblici in un’operazione di trasparenza totale che infranga la regola del silenzio o del mezzo silenzio che sembra dominare in via Verrastro. I rischi per la salute di tutti i cittadini interessati – lo ribadiamo – sono elevatissimi e non possono essere sottovalutati dai responsabili della gestione di quest’emergenza, ed in particolare dal Commissario Bardi. Il diritto di tutti i cittadini ad un’acqua pulita di buona qualità è un diritto fondamentale inalienabile e non
negoziabile: non lo si dimentichi!
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Basilicata
Alleanza Verdi Sinistra AVS
Rifondazione Comunista di Basilicata
M5S Basilicata
Potere al Popolo Basilicata
La Basilicata Possibile
Resistenza Popolare
Gruppo Consiliare “Brienza Bene Comune”
CGIL Potenza
USB Basilicata
COBAS Scuola Basilicata
Coordinamento No Triv Basilicata
Coordinamento Democrazia Costituzionale
Rivista Valori
WWF Potenza e Aree Interne
EHPA
Liberiamo la Basilicata
Pax Christi – Punto Pace di Potenza
ARCI Basilicata
Associazione Carta di Venosa
Laboratorio di Educazione alla Pace Potenza
Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA) Basilicata
Cambiare Rotta Basilicata
Ambiente e Legalità Matera
Macondo Officine Culturali Potenza
LucaniaWorld OdV
Naturempatia APS
Difendiamo le Terre Joniche
Con.Pro.Bio
Ce.St.Ri.M. Centro di Studi e Ricerche sulle Realtà Meridionali
Libera Val d’Agri
Libera Vulture Alto Bradano
Comitato di Scopo Contro l’Autonomia Differenziata
ANPI provinciale di Potenza
A.Ba.Co. Basilicata: Associazione di Base dei Consumatori Basilicata
Articolo 21 presidio lucano
Tito+Avanti