Acque del Sud, Decollanz: dov’erano i responsabili del disastro Eipli?

19 novembre 2024 | 14:34
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Acque del Sud, Decollanz: dov’erano i responsabili del disastro Eipli?
Decollanz

La nascita della Società è diretta conseguenza del totale abbandono dell’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia

Acque del Sud SpA è nata il 1° gennaio 2024 ed ha avviato formalmente le proprie attività a partire dal 1° aprile 2024. Ad oggi pertanto è operativa da poco meno di 8 (otto) mesi). Sulla scorta del comma 11 dell’art. 21 del DL 201/2011 ha ereditato le funzioni del cessato EIPLI – Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia (E.I.P.L.I.) – nato nel 1947 vigilato dal Ministero dell’Agricoltura, commissariato nel 1979, è stato dichiarato cessato e posto in liquidazione nel 2011 (con il comma 10 del richiamato art. 21 DL 201/2011).

La nascita di Acque del Sud nasce pertanto come diretta conseguenza del totale abbandono di un Ente Pubblico non Economico come l’EIPLI, tuttavia preposto all’approvvigionamento idrico primario di ben 4 regioni del sud Italia. Invero l’EIPLI sino al 31/3/2024 ha gestito 8 delle più grandi infrastrutture idriche italiane (vale la pena annoverare tra questi la Diga del Sinni, la Diga del Pertusillo e la Diga della Camastra), 3 traverse idriche e centinaia di Km di grande adduzione.

Insomma da un lato venivano affidate ad EIPLI le sorti idriche del sud Italia, dall’altro lo stesso EIPLI dal 1979 in poi con una serie infinita di commissariamenti, veniva sostanzialmente abbandonato al suo destino, e con esso le magnifiche opere infrastrutturali gestite (costruite con i fondi della Cassa del Mezzogiorno), fino a giungere al 2011 (art. 21 comma 10 DL 201/2011) quando addirittura il Governo Monti lo dichiara cessato e posto in liquidazione definendolo “Ente inutile”.

Quando si insedia il Governo Meloni nel settembre del 2023, il Ministro dell’Agricoltura pertanto trova EIPLI in una situazione di sostanziale collasso: pignoramenti per 80 milioni di Euro, debiti per circa 150 milioni, inchieste penali (con diversi arresti) per corruzione e peculato, obsolescenza tecnologica, e totale ammaloramento delle infrastrutture idriche di cui nessuno negli ultimi 30 anni si era evidentemente più occupato.

Pertanto con un enorme sforzo il Governo Meloni si fa carico del problema, riformula la norma, trova le risorse finanziarie, e dà vita ad un nuovo soggetto moderno e funzionale il cui compito non semplice è quello di assumere le funzioni di EIPLI e salvaguardare e mettere in sicurezza l’approvvigionamento idrico primario di Basilicata, Puglia, parte della Campania e parte della Calabria. Lasciandosi dietro in EIPLI una voragine di debiti che sfiora i 130 milioni (è stato pubblicato sul sito www.eipli.it il piano di riparto consultabile da chiunque).

Dal canto suo Acque del Sud Spa nei pochi mesi di attività ha immediatamente avviato il processo di manutenzione di tutte le infrastrutture idriche, di ammodernamento dei sistemi di controllo, di efficientamento delle funzioni, vantando sin da subito positivi risultati finanziari e incoraggianti valori di crescita.

Acque del Sud è in procinto di approvare un lungimirante piano industriale triennale, ed ha subito avviato sostanziali interlocuzioni per reperire i fondi necessari alla rifunzionalizzazione di tutte le opere in gestione per un valore allo stato di circa 100 milioni di Euro (inclusi 30 mln nel PNISSI per il defangamento della Diga Camastra di Potenza). Oggi taluni interventi della politica sulla stampa tentano invece di svilire e denigrare questo enorme successo che in realtà è il successo di una intera comunità. Dimenticando tuttavia di citare un solo intervento fatto in precedenza per lamentare l’abbandono di EIPLI.

Ci sarebbe da domandarsi dove erano e dove vivevano questi illustri esponenti politici quando in EIPLI avvenivano arresti per corruzioni e concussione; quando in EIPLI i dipendenti non potevano prendere lo stipendio a causa dei pignoramenti dei creditori; quando è stato consentito alle infrastrutture (costate centinaia di miliardi di vecchie lire) di ammalorarsi senza alcuno che si preoccupasse della loro manutenzione; quando la Diga Camastra accumulava terra e fango tanto di ridurre di 2/3 la propria capacità di invaso quando la Direzione Generale Dighe (MIT) ordinava l’abbassamento dei livelli invaso di tutte le infrastrutture idriche per mancata manutenzione; insomma dove erano e cosa hanno fatto prima di Acque del Sud per evitare lo scempio di EIPLI ? Si ritiene che la domanda sia legittima, come altrettanto legittimo sembra invocare una risposta.

Diversamente si potrebbe dare seguito a quelle poco edificanti e non credute teorie secondo le quali la situazione di abbandono di EIPLI faceva comodo a tutti, a chi non pagava la risorsa fornita, a chi viveva di consulenze, a chi speculava sui pignoramenti, e soprattutto a chi con la scusa dell’ente inutile evitava di assumersi la responsabilità di dare un futuro sostenibile a quattro regioni del sud Italia. *Presidente Cda di Acque del Sud SpA