Trasporto pubblico, il nuovo vecchio con sprechi e disservizi
In questa fase di declino della Basilicata spopolamento, deindustrializzazione, aumento della povertà, crisi idrica e amento della criminalità ci sono entità e gruppi di potere che ricorrono alla sindrome del taglio del nastro ed al riciclo di vecchi progetti che hanno già assaporato il gusto del fallimento
In questa fase di declino della Basilicata, spopolamento, deindustrializzazione, aumento della povertà, crisi idrica e amento della criminalità ed altro, ci sono entità e gruppi di potere che ricorrono alla sindrome del taglio del nastro ed al riciclo di vecchi progetti che hanno già assaporato il gusto del fallimento.
Le Fal sopravvivono in Basilicata, nel colpevole silenzio assenso anche delle parti sociali, nel settore ferroviario per la capacità di ottenere finanziamenti, poi gestiti male, per garantire linee senza utenti, al netto della linea Potenza-Avigliano con alcune centinaia di viaggiatori ogni giorno con treni e autobus.
Il resto è dispersione di risorse umane e finanziarie, per esempio sulla rotta Potenza-Bari, circa 4 ore, con 4 cambi, viaggia solo chi vuole sperimentare la lentezza e la fatica del cambio ferro-gomma.
In Basilicata, che Fal considerano il cortile della sede di Bari, oltre al fallimento evidente a tutti della metro di Matera e del collegamento con Bari, sopravvive con le linee sostitutive su gomma sopravvissute alla sciagurata eliminazione della ferrovia Potenza -Pollino, della Matera Ferrandina ed altre tratte.
Sono servizi sostitutivi che costano oltre il doppio di quelli extra urbani ordinari per ragioni che appartengono al sistema dei piani trasporti e della spesa storica.
Le Fal ogni anno con modalità particolari gestiscono finanziamenti nazionali e regionali, una volta perché primi per gli per acquisti di vettori a batteria con scarsa autonomia, ristrutturazione ed eliminazione di passaggi a livello in aperta campagna, oppure per l’apertura di un terminal, come nel caso di Gallitello, dove sulla tratta insistono altre due stazioni in qualche centinaio di metri di binari.
Vero e proprio record mondiale di distanziamento corto. In trent’anni le Fal, prima Calabria Lucane, hanno dissipato oltre 120 miliardi di vecchie lire per costruire l’anello della metropolitana di Potenza mai realizzato per un progetto sbagliato che non ha mai superato Gallitello per arrivare a Potenza Superiore e poi oltre trenta milioni per sottopassi.
Non è finita: il finanziamento complessivo ottenuto doveva portare al recupero della Potenza -Laurenzana. Mai fatto. Non realizzato neanche la ciclovia regolarmente finanziata verso Pignola.
Una stagione di assalto alle risorse pubbliche con il pieno appoggio della Regione e del Comune di Potenza. Il tutto intervallato da tagli di nastri prima con verniciature di stazioni, qualche tornello, biglietterie automatiche in uno con la disabilitazione della presenza di personale all’insegna del verde e della sostenibilità, due parole magiche nella odierna società della reclame che sfocia con la richiesta di utilizzazione di bici e ciclovie per sessanta km in aree di collina.
Questa volta il taglio di nastro, rinviato più volte per assenza di autorizzazioni, tocca al terminal di Gallitello, in ristrutturazione da 8 anni con una spesa di 8 milioni, con annesso museo di due vettori storici, che in altre regioni vengono utilizzate per trainare treni turistici. Come in Calabria ed in altri territori.
Nell’era della disinformazione quasi nessuno si ricorda del passato e dei precedenti impegni e finanziamenti erogati, torna lo slogan usurato di “un nuovo inizio” con di 30 treni al giorno per la Metro leggera dimezzata.
Come se bastasse aumentare di poco il numero attuale delle frequenze per avere utenti ed erogare servizi.
Ad oggi, ma forse non cambierà nel futuro, sono pochi gli utenti quelli che utilizzano i treni da Scalo inferiore a Potenza Superiore il servizio Fal. Tutto è concentrato sulla Potenza- Avigliano: basta vedere la bigliettazione degli ultimi anni.
Dopo la chiusura della stazione Mancusi, riverniciata, recintata, inutilizzata a pochi metri dalle scale mobili Ermellini come quella vicina al San Carlo/Università, doppio binario con FS, gran parte della città è esclusa servizi anche per la mancata interconnessione con quelli su gomma.
Inoltre non sono state mai aperte le due stazioni del popoloso rione Lucania, non realizzati la scala mobile da Corso Garibaldi verso Corso XVIII agosto e il parcheggio nella stazione Fal di Potenza Città finanziate negli anni novanta con la Legge Tognoli.
La stazione degli autobus di fronte alle scale mobili Basento, realizzata per collegare l’infrastruttura nel contempo è stata riconvertita in sede del Comune e sala del Consiglio comunale dalla amministrazione Santarsiero che fissava in 120 corse giornaliere e 9000 biglietti la saturazione dei servizi della Metro leggera. Ecco il nuovo inizio condito di vecchio. Così si produce ulteriore declino nel comparto dei trasporti con sprechi e disservizi. Pietro Simonetti – CSERES