Sanità e depotenziamento: cittadini di serie A e cittadini di serie B

2 ottobre 2024 | 11:12
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Sanità e depotenziamento: cittadini di serie A e cittadini di serie B

Possibile che la irresponsabilità dei dirigenti debba ricadere sui cittadini e sul rischio per la propria vita in caso di pericolo?

Tempo addietro scrissi alcune riflessioni sulla paventata soppressione delle guardie cardiologiche notturne e festive negli ospedali di Pronto Soccorso Attivo di Melfi, Lagonegro e Villa d’Agri, nonché sul depotenziamento di alcune Unità Operative Complesse e Semplici degli stessi ospedali, a partire da quelli di Melfi. Parlai del rischio di depauperamento di alti specialisti attratti professionalmente da altre regioni e non sostenuti dai responsabili politici ed istituzionali della sanità lucana.

Apriti cielo: il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera regionale del San Carlo di Potenza, offeso, rispondeva con un comunicato stampa ripetendo le cose fatte, ma senza dir nulla sulle cose non fatte o che si sono e si aggravano giorno per giorno, così come vissute e percepite dai cittadini e dagli operatori della sanità pubblica.

Anche altri, in riferimento alla soppressione delle guardie notturne cardiologiche, a farmi pervenire messaggi in senso contrario.

Ieri ho letto un comunicato stampa del Segretario regionale del Sindacato Medici Italiani la cui sintesi è nell’efficace titolo giornalistico: – Infarto del miocardio, in Basilicata” se sei di Potenza vieni curato…tutti gli altri speriamo se la cavino”.

E’ la denuncia del sindacato dei medici circa il problema della guardia medica cardiologica notturna e festiva e il mancato coinvolgimento nella decisione e nella nuova riorganizzazione, di tutti i responsabili sanitari (Pronto Soccorso degli ospedali sede di PSA, rianimazione, 118,) sul “nuovo Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per l’infarto del miocardio acuto”.

Il sindacato medico denuncia che il nuovo Percorso è stato “revisionato da un nugolo di pochi intimi e potrebbe partire con il piede sbagliato”. E’ un fatto gravissimo!

Confermo il mio giudizio negativo sul depotenziamento dell’assistenza e dei servizi di emergenza (e non solo) negli ospedali di Melfi, Villa d’Agri, Lagonegro. Eppure il Direttore Generale Spera aveva assicurato che avrebbe coinvolto tutti i responsabili nel Tavolo Tecnico, al fine di giungere ad una decisione condivisa.

Da quanto denunciato dal Sindacato Medico, così non è stato fatto. Sembra che a decidere siano stati “pochi intimi”, magari evitando la partecipazione di chi, in passato, aveva già espresso dubbi e contrarietà.

Da quanto si legge nella pubblica denuncia del sindacato medico, Spera e l’assessorato regionale alla sanità, hanno deciso di dividere i cittadini e pazienti lucani in due categorie: quella dei “fortunati”, territorialmente vicini all’ospedale San Carlo di Potenza. A questi, in casi di necessità, viene assicurata tutta l’assistenza medica e cardiologica specialistica h 24 (di giorno e di notte, compreso i giorni festivi).

Poi ci sono i cittadini e pazienti “sfortunati” e di serie B, quelli che abitano e vivono nei comuni periferici (la maggioranza), a cui è negata l’assistenza cardiologica d’urgenza di notte e nelle festività comandate.

Mi sembra di capire che non sia prevista nemmeno la reperibilità degli specialisti e tutto verrebbe assicurato attraverso assistenza infermieristica, senza medico. A me sembra tutto incredibile!

Così come sembra di capire che tali scelte siano inaccettabili  anche da parte di tanti medici che lo denunciano pubblicamente attraverso il proprio Segretario del Sindacato dei Medici (certamente persone qualificate ed esperte in materia).

Perciò, sono certo, che i rappresentanti istituzionali (Comuni, Provincia e Regione) di centrosinistra, ma anche di centrodestra, vorranno subito intervenire sul Presidente Bardi, sull’Assessore regionale alla sanità Cosimo Latronico, per chiedere spiegazioni su tali comportamenti e decisioni, compreso il mancato coinvolgimento di tutti i responsabili delle varie unità operative ospedaliere e di emergenza.

Già vedo alcune risposte interessate: il Decreto Ministeriale 70 è ancora in vigore; non ci sono cardiologi disponibili; e altro ancora.

La domanda sorge spontanea: cosa si è fatto in questi ultimi 5 anni di gestione della sanità pubblica? E i concorsi? E in attesa di questi: i gettonisti? Possibile che la irresponsabilità precedente debba ricadere sui cittadini e sul rischio per la propria vita in caso di pericolo?

Ultima riflessione: nei mesi scorsi mi era sembrato di capire che sia Bardi che altri componenti della giunta regionale, nonché il Presidente del Consiglio regionale non fossero d’accordo con tale nuova organizzazione. Avevo capito male io, oppure anche questi hanno cambiato opinione in merito?  Peppino Brescia – Ex parlamentare e già sindaco di Melfi