Petrolio, estrazioni in Basilicata: lascia (la monnezza) e raddoppia?

11 ottobre 2024 | 17:00
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Petrolio, estrazioni in Basilicata: lascia (la monnezza) e raddoppia?
Centro olio Eni Val d'Agri

Nota delle Associazioni Libera presidio della Val d’Agri, Osservatorio Popolare per la Val d’Agri, Laboratorio per Viggiano

Apprendiamo dal sito della Regione Basilicata, in un’interrogazione all’assessore all’Ambiente Mongiello, che sarebbe in itinere un raddoppio della produzione estrattiva in Basilicata e che, in particolare in Val d’Agri, ENI avrebbe in programma, oltre all’entrata in produzione dei pozzi Pergola 1, Sant’Elia 1 e Cerro-Falcone 7 nel giro di qualche anno, anche quella di altri due nuovi misteriosi pozzi, cosa che, per un giacimento ormai a fine vita, significa raschiare il fondo del barile! Nell’interrogazione si fa riferimento solo a preoccupazioni relative a soldi ed occupazione, noi invece un po’ di perplessità riguardo a ricadute negative su salute ed ambiente le abbiamo, tra l’altro alla vigilia della nuova udienza del processo in corso a Potenza su disastro ambientale al COVA di Viggiano!

Investimenti per raschiare il fondo del barile ENI peraltro li effettua anche con il workover , tecnica molto invasiva che in  genere tende a prolungare la vita del pozzo, in corso da anni su diverse aree pozzo su cui svettano splendenti nella notte valligiana altrettanti alberi di Natale: Alli 2, adiacente all’ospedale di Villa d’Agri, Monte Alpi 1 ovest, nei pressi della sorgente e antico lavatoio di San Giovanni di Viggiano, Monte Enoc 10 OR, nei pressi del Santuario della Madonna nera di Viggiano a circa 1500 metri di altitudine. Al poco petrolio prodotto, si associa però una grandissima quantità di “monnezza”, detta “acqua”!

Ma dove mettere tutta questa sempre crescente monnezza? Nessun problema e futuro di monnezza assicurato alla valle dei Veleni! Sono infatti in corso di autorizzazione o di completamento i tre impianti per rifiuti speciali e pericolosi della Valle: “Tecnoparco di Paterno” (società EWaste s.r.l.) e, nella area industriale di Viggiano, Bluwater di ENI Rewind e l’impianto di essiccazione dei fanghi di scarto prodotti dai depuratori lucani che sarà realizzato con i soldi del PNRR dall’Egrib, l’Ente di Governo per i rifiuti e le Risorse Idriche Regionali. Infine, nel giorno delle grandi manifestazioni dei ragazzi di Friday for Future nelle maggiori città italiane per chiedere per l’ennesima volta l’abbandono del fossile e per un piano mondiale per la pace (e non è difficile collegare le due cose…), i ragazzi hanno ricordato a tutti il contributo che Eni apporta all’inquinamento dell’ambiente ed alla salute dei cittadini. A 7 anni dalla sua pubblicazione e presentazione ai cittadini lucani e non solo della Val d’Agri, continua a giacere in qualche cassetto della regione e dei comuni coinvolti, lo studio di valutazione di ed impatto sulla salute (VIS) delle emissioni di inquinanti. Su tutto ciò, amministratori e politici locali tacciono…che la transizione ecologica, energetica e lavorativa lucana continui!