Mafia sulla costa jonica lucana, 21 fermi. Indagato il sindaco di Scanzano Jonico per l”inchino” durante la processione della Madonna
L’operazione “mare nostro” coordinata dalla Dda di Potenza: le famiglie degli Scarci e degli Scarcia imponevano il pizzo per pescare
C’è anche il sindaco di Scanzano Jonico tra gli indagati nell’ambito dell’operazione “Mare Nostro” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza scattata questa mattina con l’esecuzione di 21 fermi sul litorale jonico lucano e nel tarantino. Il primo cittadino di Scanzano, Pasquale Cariello, è indagato per turbativa di funzioni religiose aggravata dall’articolo 461 bis (associazione per delinquere di tipo mafioso) in relazione a “un inchino” durante una processione del 15 agosto scorso.
Il provvedimento eseguito oggi è stato emesso d’urgenza essendo stato ritenuto il concreto pericolo di fuga, arriva all’esito di una lunga e complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura distrettuale di Potenza e svolta dalla Squadra Mobile della Questura di Taranto, dei Carabinieri del RO.S. e della Compagnia di Policoro e della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto e della Compagnia di Policoro, coadiuvati nella fase esecutiva da personale dele rispettive unità cinofile e dai Comandi Provinciali territorialmente competenti.
I fatti. Secondo la ricostruzione dell’accusa le attività delittuose contestate ai soggetti indiziati di appartenenza al clan Scarci-Scarcia erano finalizzate ad acquisire, in modo diretto o indiretto, avvalendosi della forza di intimidazione e del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, la gestione e il controllo monopolistico delle attività turistiche, balneari, di pesca professionale e di ristorazione presenti sul litorale ionico lucano. Le indagini hanno disvelato l’esistenza di una confederazione mafiosa composta da due famiglie, gli Scarci di Taranto con la vertice Andrea Scarci, e gli Scarcia, con a capo Salvatore Scarcia, 57enne di Taranto e Daniele Scarcia 51enne di Policoro (quest’ultimo, con una propria cellula criminale nel Comune di Stigliano). Entrambi in passato raggiunti da sentenze di condanna passate in giudicato per fatti di criminalità organizzata che avrebbero controllato e attività economiche e criminali del litorale jonico lucano, anche durante la detenzioni di alcuni membri della famiglia.
Il controllo del mare. Ad Andrea Scarci era demandato il controllo del tratto di mare antistante Scanzano Jonico e alla famiglia di Salvatore Scarcia il tratto di mare antistante Policoro. Dalle indagini è emerso, a livello indiziario, che proprio nel settore della pesca professionale la confederazione mafiosa avrebbe imposto la cosiddetta “signoria” nello specchio di mare interessato, attraverso un vero e proprio controllo e condizionamento delle attività professionali della pesca, con uso strumentale della capacità intimidatoria e quindi con condotte – esplicite o implicite – di violenza e/o minaccia, idonee ad incidere sui meccanismi di una concorrenza libera e lecitamente attuata garantendosi un regime di “monopolio” sulle attività marinare. L’associazione mafiosa, quindi, secondo la ricostruzione degli inquirenti, con lo scopo di inibire l’altrui concorrenza, avrebbe imposto a tutti gli altri imprenditori del settore una tangente da pagare (la c.d. “parte”) per poter pescare nello specchio di mare antistante a Metaponto e Nova Siri, prospettando possibili conseguenze per chi non avesse rispettato le imposizioni, impedendo alle paranze di autodeterminarsi nell’esercizio della propria attività imprenditoriale.
“L’inchino” durante la processione della Madonna. Le attività di indagine complessivamente condotte sotto al direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza hanno, quindi, permesso di accrescere il patrimonio di conoscenze relative al fenomeno dell’associazionismo mafioso nella provincia di Matera e segnatamente lungo il litorale jonico, con forti ed attuali momenti di ingerenza anche nel territorio di Taranto.
Indicativo della diffusa condizione di assoggettamento nell’ambiente che circondava il sodalizio è l’atto di deferenza – il cosiddetto “inchino” compiuto a Scanzano Jonico la mattina del 15 agosto scorso allorquando, durante la processione del mare con la statua della Vergine portata in barca, il corteo religioso veniva fermato – senza né autorizzazione né preavviso all’Autorità Ecclesiale presente a bordo – dinanzi al tratto di spiaggia, ora libero, ma in un recente passato occupato dallo stabilimento balneare gestito dagli Scarci e dove vengono rimessate, a tutt’oggi, le barche da questi utilizzati per uscire in mare (dove, peraltro, la mattina del 27 dicembre 2023, veniva rinvenuto e sequestrato un ingente quantitativo di esplosivo pari a circa 13 chilogrammi di cui metà ad alto potenziale impiegato per demolizioni civili e metà a base di “tritolo”).
Per questa vicenda è stata notificata a Pasquale Cariello, sindaco di Scanzano Jonico, che si era posto alla guida del corteo religioso – informazione di garanzia in quanto indiziato per il delitto di cui all’art 405 (turbativa di funzioni religiose) con l’aggravante del concorso esterno in associazione mafiosa di cui all’art 416 bis 1 del codice penale.
L’attività investigativa, ha, dunque, consentito di individuare a livello indiziario un’associazione mafiosa, composta dai 21 soggetti fermati, a cui sono contestati delitti di associazione di tipo mafioso, aggravata dalla disponibilità di armi e volta ad assumere e mantenere i plurimi delitti di estorsione, illecita concorrenza con minacce o violenza, turbata libertà di incanti, detenzione di armi ed esplosivi, lesioni personali, occupazione abusiva di proprietà pubblica, furto, tutti aggravati dall’appartenenza all’associazione mafiosa e dall’aver agevolato al confederazione
mafiosa Scarci-Scarcia. Nel corso delle attività di perquisizione a carico degli indagati sono stati sottoposti a sequestro, munizionamento, preziosi, somme di denaro contante per circa 220.000 euro, buoni fruttiferi per 40.000 curo.
SOGGETTI DESTINATARI DEL FERMO PER INDIZIATO DI DELITTO DEL P.M.
1 . FLORIO Mario .C(l 1960)
.2 GAGLIANDRO Francesco C(.l 1987)
3. GAGLIANDRO Giuseppe (Cl.1960)
.4 NGJELA Xhoni (Cl. 19)
5. PASSARELLI Giuseppe (C.l 1973)
6. SCARCI Andrea (Cl. 1954)
7 . SCARCI Giuseppe (C.l 1955)
8 . SCARCI Luciano (Cl. 1985)
9. SCARCI Pietro (C.l 1978)
10. SCARCIA Adriano (Cl. 1962)
1. SCARCIA Daniele (Cl. 1973)
12. SCARCIA Emanuele (Cl. 1987)
13. SCARCIA Giuseppina (C.l 1989)
14. SCARCIA Salvatore (Cl. 1967)
.51 BOCCIA Egidio C(.l 1981)
16. GIORDANO Antonio (C.l 1984)
17.COTUGNO Saverio (C.l 1973)
18. MULLAJ Alessio (Cl. 20)
.91 ALBANO Pietro .C(l 1991)
20. LOFRANO Matteo (C.l 1986)
21.DINISI Pasquale C.(l 1983)