Ferrovie: in Basilicata nuove chiusure in vista, nonostante un contratto di servizio di 32 milioni di euro
Filt Cgil: ci chiediamo cosa pensi l’assessore Pepe che nel proprio slogan elettorale ha sempre affermato “Prima i Lucani”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del segretario della Filt Cgil Basilicata, Luigi Ditella, sulla gestione della rete ferroviaria in Basilicata e le nuove chiusure paventate per il 2025.
È passato poco più di un anno dal blackout del ferro dell’estate 2024 che già all’orizzonte appaiono scenari di una nuova chiusura totale nel prossimo anno, e questo tenendo all’oscuro lavoratori e sindacati sullo scenario e sulle ricadute occupazionali. Va ricordato a qualcuno che in Italia esiste un documento dal 1948 che si chiama Carta costituzionale a tutela dei diritti che devono essere garantiti anche ai lavoratori della Basilicata. Anche se qualcuno ci considera figli di un Dio minore dedicando non più di 20 minuti del proprio prezioso tempo per le relazioni industriali e sindacali i diritti dei lavoratori lucani sono gli stessi di quelli di altre regioni d’Italia. Per questo va ricordato a qualcuno che le leggi in vigore in Italia sono valide anche in Basilicata, compresa la 146/90, e siccome i trasporti rientrano nei cosiddetti servizi essenziali, riteniamo che questo sia l’unico modo per costringere Trenitalia a venire al tavolo a parlare del loro futuro e dei servizi che vengono pagati con i soldi di noi lucani.
La Basilicata è stata fin dai tempi della Magna Grecia terra di conquista e di domini, e, come diceva Carlo Levi, abbiamo sudato e faticato per storie di altri, come nella storia di Melfi citata qualche articolo fa, come se noi non fossimo in grado di decidere sulle nostre sorti. Per questo ad oggi non abbiamo un direttore che sia lucano e che stia in Basilicata. E ciò accade in Trenitalia, Rfi, Fal, Cotrab, Miccolis, etc. E come se avessimo bisogno di qualcuno di fuori per gestire le nostre risorse senza fra l’altro la possibilità di interagire o poter dire la nostra opinione. Come direbbe Totò “Caporali si nasce non si diventa”, a qualunque ceto essi appartengano di qualunque regioni essi siano ci faccia caso, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera. E così nel tempo abbiamo visto passare direttori non lucani che per una maniera o per un’altra hanno finito inevitabilmente per penalizzare il nostro territorio, cedendo ad altre regioni fette di produzione pagata ancora oggi con i soldi dei lucani.
Allora ci chiediamo cosa pensi l’assessore Pepe che nel proprio slogan elettorale ha sempre affermato “Prima i Lucani” ora che a fronte di un contratto di servizio di 32 milioni di euro si profila una nuova chiusura incurante delle sorti di un centinaio di lavoratori oltre ai disagi per gli utenti. Ci rivolgiamo a lui per capire se la Regione sia nelle condizioni di gestire questo servizio e condividerlo con sindacati e rappresentanti dei pendolari che ogni giorno operano nel settore, oppure vuole continuare ad affidare per l’ennesima a volta a “dirigenti” non lucani la governance, smentendo anche il suo slogan elettorale. Bisogna trovare la forza e il coraggio di denunciare anche agli organi competenti eventuali irregolarità e abusi, la Cgil da subito metterà in campo una sorveglianza severa perché i soldi dei lucani devono soddisfare le esigenze e le prerogative dei lucani stessi. Il tempo delle chiacchiere e delle pacche sulle spalle è finito”.