Donne nei Cda: maglia nera alla Basilicata
La regione all’ultimo posto nella classifica italiana con appena il 16,6% di donne nominate nei Cda aziendali. Pipponzi: Il punto non è la mancanza di professioniste con titoli e competenze adeguate
Maglia nera alla Basilicata per presenza femminile nei Consigli di amministrazione. Il dato emerge da un’indagine di Manageritalia, che posiziona la regione all’ultimo posto nella classifica italiana con appena il 16,6 per cento di donne nominate nei Cda aziendali.
“Il punto – commenta la consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi – non è la mancanza di professioniste con titoli e competenze adeguate a ricoprire posizioni di vertice”.
Nel 2023 la Basilicata è stata una delle 13 Regioni ad aderire a “Woman on board 2023”, un progetto che ha fornito, principalmente alle donne, gli strumenti necessari per occupare ruoli di responsabilità nelle aziende e nelle società pubbliche e private.
“La formazione universitaria e gli stessi master post laurea non bastano più. – aggiunge Pipponzi. Oggi conta moltissimo la formazione continua, l’essere continuamente aggiornati. Le donne lucane, avvocate, commercialiste, consulenti del lavoro, hanno colto l’opportunità offerta da “Woman on board 2023”. Alla fine del percorso formativo, è stata creata una short list a disposizione delle società che ricercano talenti per le posizioni apicali. Un elenco, consultabile sul sito del mio ufficio, dal quale le aziende della regione possono attingere per inserire manager donne nei propri Cda”.
La differenza tra uomini e donne in termini di opportunità, accesso, diritti, status è evidente nelle aziende. Eppure è dimostrato che le imprese che investono sulle donne crescono di più e sono più competitive. “Le donne – sostiene ancora la consigliera di parità – hanno visione, prospettive e competenze diverse da quelle degli uomini, portando così a decisioni più informate e migliori. La legge determina i casi nei quali è un obbligo il rispetto della quota di genere per i Consigli di amministrazione. È auspicabile, invece, che ci sia una maggiore apertura alle donne manager anche nei cda anche dove tale opzione è discrezionale. Sarebbe una scelta importante e antidiscriminatoria, un passo in avanti verso una maggiore uguaglianza di genere e fonte di progresso per le aziende stesse”.