Crob di Rionero, acceleratore di ultimissima generazione fermo da due anni

8 ottobre 2024 | 11:15
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Crob di Rionero, acceleratore di ultimissima generazione fermo da due anni

Pronto per essere utilizzato già a giugno 2023 non è entrato mai in funzione non potendo essere collaudato a causa del mancato nulla osta che dovrebbe rilasciare la Commissione regionale di radioprotezione

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Vito D’Angelo, componente della direzione regionale Partito democratico Basilicata

Che fine ha fatto il nuovo acceleratore lineare di ultimissima generazione Igrt acquistato dal Crob? È doveroso porsi questo interrogativo perché questo acceleratore assemblato nel bunker del Crob di Rionero e pronto ad essere utilizzato già giugno 2023 non è entrato mai in funzione non potendo essere collaudato a causa (cosa che ha dell’incredibile) del mancato nulla osta che dovrebbe rilasciare la commissione regionale di radioprotezione. Commissione che in Basilicata semplicemente non esiste perché sia il passato assessore regionale alla sanità, sia l’attuale assessore regionale non hanno trovato ancora il tempo per istituirla, nonostante sappiano benissimo (almeno speriamo) del decreto legislativo n.101 del 2020 che impone questa commissione a tutela dei lavoratori e dei pazienti. Si saranno leggermente distratti? E lo sono ancora? Tutto questo la dice lunga sulle responsabilità del Dipartimento salute della Regione Basilicata che gioca sulla pelle delle persone che vivono questo dramma, costrette oltetutto ad emigrare fuori regione con tutto quello che ne consegue, prioritariamente per i pazienti e anche per i costi sempre più esosi che annualmente questa migrazione sanitaria comporta per le casse della Regione Basilicata. Tutto questo, a quanto pare non interessa minimamente questa giunta regionale.

Quindi mentre al Crob di Rionero c’è un acceleratore di ultimissima generazione fermo da circa due anni, al San Carlo di Potenza si da via libera con una delibera ad un progetto di fattibilità per la costruzione di un nuovo bunker con l’acquisto di un nuovo acceleratore grazie ad un partenariato pubblico privato in cui si sostiene, come da notizie di stampa, che tutto l’ investimento e il rischio è totalmente a carico del privato, il che sembra a molti quasi incredibile. Credo opportuno che il dipartimento salute della Regione Basilicata faccia chiarezza su questo modo di agire totalmente contradditorio che lascia fermo al Crob di Rionero da due anni un acceleratore lineare di ultimissima generazione costato 3,5 milioni di euro che poterebbe salvare vite umane con la radioterapia d’avanguardia e la volontà di costruire al San Carlo di Potenza, chissà fra quando, un nuovo bunker per ospitare un ulteriore acceleratore. Tale modo di agire da parte della giunta regionale del presidente Bardi continua ad essere l’opposto delle tante sbandierate belle dichiarazioni del potenziamento dell’Irccs Crob di Rionero per essere sempre più vicini alle necessità sanitarie dei cittadini lucani e non solo.

Aggiungo inoltre che l’Asm di Matera ha già appaltato i lavori del costruendo nuovo bunker con l’attivazione di un nuovo acceleratore lineare. Quindi a breve ci ritroveremo in regione con 5 acceleratori lineari e considerando che già così allo stato attuale non ci sono liste di attesa per questi trattamenti sanitari mi chiedo quale è l’urgenza e la necessità di costruirne altri? Perché spendere 12 milioni di euro per un nuovo bunker e un nuovo acceleratore lineare al San Carlo quando quelle risorse potrebbero essere investite su una sanità regionale che fa acqua da tutte le parti vedi ad esempio le lunghissime liste di attesa che i cittadini sopportano per qualsiasi necessità sanitaria? Vito D’Angelo componente direzione regionale Partito democratico