Carlos Tavares va in Parlamento e ‘ bussa (di nuovo) a denari’

11 ottobre 2024 | 17:35
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Carlos Tavares va in Parlamento e ‘ bussa (di nuovo) a denari’
Carlos Tavares

Audizione nelle Commissioni parlamentari per l’ad di Stellantis. “Non abbandoniamo l’Italia ma cerchiamo incentivi. Non per noi, ma per i vostri cittadini, perché possano permettersi questi veicoli”. Schlein all’attacco: “Qual è il Piano industriale su ricerca, sviluppo e produzione?”

“Perché non vendiamo auto elettriche in Italia? Perché costano troppo. Dobbiamo renderle accessibili con incentivi e sussidi”. Questo uno dei passaggi salienti dell’ad di Stellantis, Carlos Tavares davanti alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. “Per sostenere la domanda in Italia servono notevoli incentivi sennò non ce la facciamo”, ha rincarato la dose. E ancora, ha precisato i numero uno della multinazionale: “Noi non chiediamo soldi per noi. Chiediamo aiuto per i vostri cittadini perché possano permettersi di comprare questi veicoli. Il sostegno serve a rendere accessibili questi modelli”. Sullo sfondo, le regole europee e il passaggio all’elettrico entro il 2035, che vede in anticipo sul mercato, i colossi cinesi rispetto alla concorrenza.

Dopo le critiche giunte dalla segretaria Schlein e di Giuseppe Conte, Tavares ha poi attaccato: “Sento da parte vostra un certo livore. Lo stesso atteggiamento che hanno i lavoratori. Ma i regolamenti decisi non sono stati imposti da Stellantis. Ci sono stati imposti”. Tavares ha anche assicurato di “non voler abbandonare i siti italiani”, ma a ha anche lamentato “costi troppo alti in Italia, il 40% più alti di quelli sostenuti dai nostri concorrenti”. Come il costo dell’energia, “molto elevato, il doppio della Spagna”.  Discorso che non ha convinto la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Ci aspettavamo molto di più. Qual è il piano industriale per ricerca, sviluppo e produzione in Italia? Siamo molto preoccupati della situazione di Stellantis in Italia e condividiamo le ragioni dello sciopero del 18 ottobre e chiediamo alla multinazionale di confrontarsi con i lavoratori”. Questo il senso delle parole della segretaria.

“Niente sulla gigafactory di Termoli, niente sulle prescrizioni su Comau. Oggi andiamo via senza vere una prospettiva concreta sul destino dei nostri lavoratori”, le ha fatto eco Giuseppe Conte (5stelle). Dubbi anche tra le fila della maggioranza. Ciò che resta, come retrogusto, delle parole di Tavares, è il fatto che abbia nuovamente “bussato a denari” proprio nel luogo di maggiore rappresentatività della politica italiana, il Parlamento. Come se i miliardi già ottenuti non fossero serviti a niente. E come se i lavoratori costretti alla Cassa integrazione e a salari sempre più magri, fossero un incidente di percorso, non ‘il problema’ centrale a cui dare una risposta concreta.