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Basilicata. “Il razionamento dell’acqua sta diventando sistematico”

9 ottobre 2024 | 13:10
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Basilicata. “Il razionamento dell’acqua sta diventando sistematico”

Federconsumatori: “I cittadini non credono che questi disagi siano generati solo dai cambiamenti climatici, dalla siccità o chissà da quale altra causa di forza maggiore”

Ma ci si rende conto che si sta rendendo sistematico il razionamento dell’acqua? Ma si può accettare o tollerare questa situazione? Prima di arrivare a questo punto, cosa si è fatto? Quali contro misure sono state adottate per evitare di cadere in questo precipizio? Queste sono alcune delle domande che numerosi utenti fanno agli operatori degli Sportelli di Federconsumatori, perché “non credono che questi disagi siano generati solo dai cambiamenti climatici, dalla siccità o chissà da quale altra causa di forza maggiore”. Non si può rispondere agli utenti-sottolinea il presidente di Federconsumatori Basilicata, Michele Catalano- affermando che le principali motivazioni dell’emergenza siano da ricondurre oltre che alle scarse precipitazioni, al pessimo stato di conservazione delle reti idriche locali e alla mancanza di una diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

Quello che è mancato in questi anni-ricorda Catalano- sono investimenti infrastrutturali con la realizzazione e il completamento delle dighe, ed un piano strategico per la gestione del rischio e l’individuazione di fonti d’approvvigionamento complementari; interventi sugli impianti di depurazione e investimenti per il riutilizzo delle acque reflue per le aree agricole; lavori sulla rete idrica per collegare le zone dove con gli invasi ancora non sono esauriti; lavori di manutenzione nelle reti idriche per ridurre i disagi; aiuti finanziari immediati le cittadine e i cittadini che da mesi subiscono un inaccettabile e continuo disservizio da parte del gestore e del ente che governa il Servizio Idrico Integrato della Basilicata, costretti a rivolgersi alla Protezione Civile in vista dell’acuirsi della crisi, per garantire l’acqua alle scuole, agli ospedali e ad altre strutture pubbliche essenziali, garantendo un’equa distribuzione dell’acqua.

Bisogna avviare tutte le azioni necessarie per la tutela delle cittadine e dei cittadini da parte dei Sindaci; sostenere e incentivare, anche economicamente, la progettazione di piani comunali per le risorse idriche, che prevedano la valorizzazione delle acque reflue, la trasformazione del tessuto urbano per una maggiore permeabilità, il recupero delle risorse idriche provenienti da precipitazioni; chiedere interventi mirati alla riduzione del consumo di suolo, la rinaturalizzazione dei fiumi e della rete idrica superficiale, tutelando e ripristinando le fasce ripariali e le zone umide, insieme all’incremento delle infrastrutture verdi all’interno delle aziende agricole per aumentare la ritenzione idrica dei terreni e la promozione dell’agro ecologia per ridurre la dipendenza dall’acqua. Per questi motivi-conclude- partiti, sindacati, movimenti e associazioni dovrebbero indire una momento di confronto regionale per la programmazione di una manifestazione contro la crisi idrica, invitando autorità istituzionali e politiche, qualunque essa sia la loro estrazione, ad unirsi affinché la rivendicazione abbia un carattere unitario.