Rimborsopoli, Santochirico assolto per la terza volta

27 settembre 2024 | 16:53
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Rimborsopoli, Santochirico assolto per la terza volta
Vincenzo Santochirico

L’ex consigliere regionale della Basilicata era accusato di aver percepito indebiti rimborsi. Aveva rinunciato alla prescrizione

“Assolto perché il fatto non sussiste”. Si chiude così il processo dinanzi al tribunale di Potenza per Vincenzo Santochirico, consigliere regionale dal 2005 al 2013, nonché presidente del Consiglio regionale, accusato di aver indebitamente percepito rimborsi non dovuti. Santochirico aveva rinunciato alla prescrizione.

Insieme ad altri consiglieri regionali, nel 2013 era stato sottoposto a due procedimenti penali in relazione a rimborsi per spese di rappresentanze relative agli anni 2009/2011. Nel primo, era stato imputato per peculato e falso per fatti relativi agli anni 2010/2011. Da queste accuse era stato assolto già all’udienza preliminare nel 2014 con la formula più ampiamente liberatoria: il fatto non sussiste. Un secondo procedimento lo vedeva coinvolto sempre per gli stessi reati riguardava spese di rappresentanza relative al 2009/2010. Anche in questo caso, già all’udienza preliminare, il Giudice, con sentenza nel 2016, lo mandava assolto da due capi di imputazione perché “il fatto non sussiste”.

“Ho avuto ragione a cercare e volere giustizia. -ha dichiarato Santochirico-Lo dovevo innanzitutto a me stesso, alla mia storia personale e a quella collettiva cui mi sono sempre ispirato, alla mia famiglia, e innanzitutto ai miei figli, ma anche alle tantissime persone che, in questo interminabile decennio trascorso, non hanno mai dubitato della rettitudine e del senso della cosa pubblica che mi hanno sempre guidato, continuando a riservarmi fiducia, rispetto, stima e amicizia, pur non potendo offrire loro che le mie idee e un rapporto umano libero e sincero. La triplice assoluzione non ripaga il prezzo troppo alto pagato, ma almeno ristabilisce la verità dei fatti e rende onore e dignità. E mi restituisce la piena libertà, ingiustamente negata per tanto, troppo tempo, di poter partecipare pienamente alla vita del tempo attuale”.