Ottanta anni dalla chiusura della Colonia Penale di Marconia

10 settembre 2024 | 10:06
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Ottanta anni dalla chiusura della Colonia Penale di Marconia
L'ex Colonia Penale di Marconia

Il fascismo vi recluse oltre 1500 persone dal 1939 al 1944: tra queste Umberto Terracini, Camilla Ravera e Renato Bitossi

“Nella colonia penale di Marconia, così chiamata in onore di Guglielmo Marconi, il fascismo recluse oltre 1500 persone dal 1939 al 1944. Tra i confinati figurano importanti protagonisti dell’antifascismo come Umberto Terracini che avrebbe firmato la Costituzione italiana. Assieme a Terracini erano ristretti Camilla Ravera, poi senatrice a vita, Renato Bitossi, che diventerà presidente del sindacato mondiale, Filippo Andrea Doria in
seguito primo sindaco di Roma e tanti altri. Intellettuali, operai, come Carlo Porta, metalmeccanico delle Officine Reggiane, contadini, artigiani.
Tutti i confinati erano utilizzati nell’azienda agricola annessa alla colonia penale.

A Marconia si lavorava e si preparava il futuro di libertà e si costruivano i legami con gli altri confinati che risiedevano nei comuni lucani, a partire da Carlo Levi e con i militanti comunisti, socialisti e popolari lucani. Una grande esperienza di formazione culturale e di lotta che preparò il
terreno per la formazione dei quadri e dei dirigenti dei movimenti che sfociarono nella lotta per la terra, il superamento del latifondo, la democrazia e il governo democratico degli Enti Locali, la ricostruzione dei Partiti e dei Sindacati. Una lunga marcia di sacrifici e di saperi contro la miseria e per la trasformazione del paesaggio agricolo, urbanistico, il lavoro e una vita diversa.

Per tanti anni Mingo Giannace, il ragazzo che a tredici anni trasportava, con il traino, Terracini ed altri nei fondi agricoli della colonia, ha organizzato la Festa della Liberazione a Marconia assieme a tanti altri, ha ricordato le esperienze e la storia del sito carcerario. In questi ultimi anni il 25 Aprile ha recuperato l’importanza delle radici della storia della Resistenza a seguito della ricomparsa di modalità e contenuti, anche in forme nuove e inedite, di razzismo, antisemitismo, pratiche antidemocratiche. La riaffermazione dei valori di libertà e democrazia, anche nella nostra regione, dove fu scarsa la presenza dei partigiani combattenti, passa certamente nella valorizzazione e difesa della Carta Costituzionale per affrontare la questione centrale, non risolta, dell’unità delle forze democratiche e progressiste.

La situazione, in questi tempi, è aggravata dalla industria della paura, adottata con successo contro gli ultimi e i migranti, le donne i “diversi”.
L’acuirsi della crisi economica e sociale, le guerre in corso, l’attacco ai diritti del lavoro e della democrazia, la crisi climatica ed i recenti disastri in Libia, Marocco, le crisi umanitarie, le morti in mare, e non solo, dei migranti, disegnano un scenario difficile e per certi versi inedito per gravità. Il Papa ha ricordato, ancora una volta, che da soli non ci si salva. Prima di lui Enrico Berlinguer aveva indicato la strada della unità democratica e del
superamento delle disuguaglianze, non fu ascoltato con le conseguenze che conosciamo. Le forze unitarie e del lavoro rimaste in campo devono
riprendere il lavoro di elaborazione e attuazione di un programma di rinascita e di ripresa come nel dopoguerra e qui torniamo a Marconia, senza
nessun settarismo e fughe in avanti, eliminando il liderismo senza sbocco. Lavoro, manifattura, servizi, qualità della vita e ambiente declinati in
obbiettivi raggiungili e praticabili in un quadro nazionale e internazionale in forte ristrutturazione e adattamento.

Se guardiamo al grande passato del movimento operaio e democratico, alla Resistenza, ai progressi costruiti è possibile ragionare su un terreno che,
nella fase di rilancio, e di attuazione in particolare del Pnrr, non mutui gli aspetti non positivi del post-terremoto. L’uso ottimale delle risorse che sono disponibili, la centralità delle persone e del territorio, a partire dagli anziani. Ecco alcuni elementi da tenere presente in uno con la ripresa della partecipazione e del rinnovamento dei gruppi dirigenti. Valorizzare i lavoratori della sanità, della scuola, del comparto manifatturiero che rimettano al centro le strutture pubbliche misurandosi con le vertenze in atto.

In questo contesto sarebbe utile che la Presidenza del Consiglio regionale assumesse una iniziativa per il coordinamento delle attività per ricordare gli ottanta anni dalla chiusura della Colonia penale di Marconia a partire dalla valorizzazione concreta del sito con gli opportuni interventi di manutenzione in collaborazione con il Comune di Pisticci e di tutte le forze istituzionali, sociali e culturali.
Ricordare l’esperienza di Marconia con un taglio nazionale e con misure culturali, di ricerca, di approfondimento, con il coinvolgimento delle nuove generazioni, potrà anche contribuire ad un grande sforzo sulla vicenda demografica e per la creazione di movimento di rinascita” Pietro Simonetti CSERES.