Mario Draghi, l’Europa e la matematica sconosciuta

13 settembre 2024 | 14:01
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Mario Draghi, l’Europa e la matematica sconosciuta
Mario Dragi

“ll settore privato non sarà in grado di fare la parte del leone nel finanziamento degli investimenti senza il sostegno del settore pubblico”. In sintesi il pubblico finanzia, come al solito, e i benefici andranno ai privati

Come di consueto la reazione dei giornali di sistema alla relazione di Draghi sulla competitività europea è stata: “Laudato si’, mi’ Signore, per frate Mario, per lo quale ennallumini la nocte”.

Vorrei anche vedere, visti i favori che l’ex aspirante presidente della Repubblica ha fatto in tutta la sua carriera ai salotti buoni della economia e della finanza italiani e no che i loro giornali facessero qualche critica. Giornali che avranno pur perso di credibilità ma che sono ancora in grado di mettere in campo un fuoco di sbarramento contro ogni governo e che se in passato, come scriveva Cirino Pomicino nel suo libro ll grande inganno, il ‘salotto buono’ del capitalismo italiano scelse di costruire la Seconda Repubblica dando credibilità e sostegno al PD, ora, pare, si sia riorientato verso una bonomia sostanziale nei confronti di Meloni e il suo governo. D’altronde Giorgia, al contrario di Conte, si guarda bene di fare l’antisistema tanto che si è affrettata a invitare Draghi a ‘miracol mostrare’ anche a lei in udienza privata.  Ma veniamo al report e a cosa afferma.

I dati

Sui dati mostrati poco da dire. Il PIL della Cina è il 17% di quello mondiale, come quello europeo ma con una popolazione tripla quindi possiamo ancora dire che siamo la seconda area più ricca del globo, molto dopo gli USA però che hanno il 26% del PIL mondiale con una popolazione di due terzi di quella europea.

Ma il punto vero è nei differenziali del tasso di crescita tra gli USA, l’UE e la Cina rispettivamente del 2%, dell’1,4% e 8,3%. Questo significa che nel giro di 7 anni il PIL cinese, a questi ritmi, supererà il PIL degli USA. E questo è a mio modo di vedere il vero dato del problema. L’Europa sta perdendo, o forse l’ha già persa, la piazza d’onore del PIL mondiale. Ma gli USA possono consentirsi di diventare la seconda potenza economica mondiale dopo la Cina? Per mantenere la posizione devono intervenire. La guerra con la Russia è funzionale sia a fagocitare parte della economia europea sia a dare un segnale forte alla Cina ridimensionando il potere del suo attuale competitor militare la Russia.

Sarebbe stato interessante capire il draghi pensiero su questo. Perché se le cose stanno così occorrerebbe trarne le conseguenze innanzi tutto riconoscendo che la guerra Russo – Ucraina andava contro l’interesse dell’Europa ed era assolutamente da evitare con ogni mezzo.

D’altronde, come spiega anche Draghi, l’economia europea, essendo il vecchio continente povero di materie prime ha in passato beneficiato di gas a poco prezzo dalla Russia. Quello che si dimentica di dire è che nella concezione germanocentrica dell’Europa il beneficio era soprattutto a favore della Germania e che la Germania ha goduto anche dell’allargamento verso Est dell’Unione che gli ha consentito di avere una catena di suppliers a basso costo, a scapito soprattutto dell’industria del Nord Italia. In aggiunta ben 8 di questi paesi aderiscono all’Unione pur non avendo l’Euro, moneta a cui ogni anno falliscono, ma per poco, i parametri di adesione, aumentando la propria capacità di manovra.

La democrazia per Draghi (… e il PD)

Dobbiamo garantire che le nostre istituzioni democraticamente elette siano al centro di questi dibattiti. Le riforme possono essere veramente ambiziose e sostenibili solo se godono di un sostegno democratico” e leggendo questo scritto dallo stesso Draghi che nella lettera firmata con Trichet al Berlusconi capo del governo Italiano il 5 agosto del 2011 intimava che  “tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011” mi ha fatto sperare in una presa di coscienza forte di Draghi, quasi una autoaccusa. Ma la speranza è durata poco perché la perdita di competitività europea viene attribuita al “suo processo decisionale lento e disaggregato” e al fatto che “Le regole decisionali europee non si sono evolute in modo sostanziale con l’allargamento dell’UE” mantenendo inalterato il potere di veto degli stati membri e “con molteplici veti lungo il percorso”.

Qui riemerge il piglio decisionista del burocrate insofferente alle regole democratiche necessarie, anzi indispensabili per raggiungere una mediazione specialmente in un continente dove gli interessi tra Est e Ovest, tra Nord e Sud Europa sono quasi sempre divergenti. Piglio decisionista ancora più pericoloso perché si appoggia alla visione che Germania, soprattutto, e Francia debbano assumersi l’onere e l’onore di fare da paesi guida. Questa visione si è rivelata quasi fatale per la sopravvivenza della Unione europea, ha già provocato la Brexit poiché gli anglosassoni erano poco inclini a farsi dettare l’agenda dalla Germania e ha causato con la vicenda della Troika in Grecia una profonda diffidenza nei confronti della leadership europea di risolvere i problemi in modo solidale e senza massacrare le persone.

Il veto, stante l’assetto attuale, dove ciascun leader risponde all’elettorato del proprio paese e quindi è portato a fare esclusivamente gli interessi del proprio elettorato, è una garanzia per i piccoli stati di non vedere neglette le proprie necessità quando non venire distrutti del tutto.

L’Europa non si salva eliminando il potere di veto, ma attuando una corrispondenza tra processo di delega e partecipazione democratica. Nulla osta a “delegare a livello europeo compiti che possono essere svolti solo lì” come dice Draghi a patto che la Commissione e il Presidente della Commissione venga eletto, come negli USA, a suffragio universale. Gli Stati Nazionali devono, al contrario della idea di alcuni stati (Germania e Francia) più uguali degli altri, e possono fare una cessione di sovranità a patto che a determinare le nomine siano i cittadini con una elezione di primo livello. Nessuna comunità politica ha la possibilità di vivere e prosperare quando qualcuno è più uguale degli altri e finché un cittadino greco non conterà come un cittadino tedesco l’Europa semplicemente non esiste. C’è un unico modo per farlo: l’Ursula di turno per essere eletta deve chiedere il voto dei cittadini greci, polacchi, italiani, tedeschi e a tutti. Questa stortura liberista di concentrazione del potere economico e politico nelle mani di pochi continua, purtroppo, a permanere nel PD che è favorevole alla abolizione del diritto di veto.

Energia e guerra

La pace è il primo e principale obiettivo dell’Europa.” Affermazione che sarebbe splendida e fantastica se fosse vera. In quali atti l’Europa persegue la Pace? In nessuno dei suoi atti. Quando si dice che si vuole in Ucraina una ‘Pace Giusta’ significa che si vuole la guerra semplicemente perché la ‘pace giusta’ è una astrazione che non esiste e non è mai esistita nella Storia e quindi significa non indicare un percorso reale e realistico per raggiungere la pace.

In Ucraina difendiamo i nostri interessi e la libertà europea? No. Gli interessi europei sono nella pace e nel tornare a prendere i gas quasi gratis dalla Russia. Cosa che agli americani non piace perché fuori dai propri interessi avere una Europa competitiva e l’episodio del North Stream 2 lo dimostra ampiamente: un vero atto di guerra contro l’Europa fatto dagli USA, dagli Ucraini e, stando alle cronache, forse dalla Polonia.

In Ucraina difendiamo i valori Occidentali? No, perché se l’Occidente avesse dei valori li difenderebbe innanzi tutto a Gaza dove quotidianamente si bombarda un popolo inerme con una strage quotidiana di bambini e si continua a dare armi a uno Stato terrorista, Israele, e che pratica un pesante apartheid in Cisgiordania. E anche qui, e Draghi è omissivo su questo, la stabilità del Medio Oriente e la sicurezza dei traffici verso il Far Est è fondamentale per lo sviluppo europeo e specialmente per i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

La soluzione del problema della competitività europea e della pace in Medio Oriente e in Ucraina si intrecciano. Quale è la soluzione di Draghi? Più o meno quello che si sta facendo con modesti risultati ma soprattutto “accelerando lo sviluppo del nuovo nucleare”. Premesso che non esistono centrali nucleari a rischio zero ci sono almeno due considerazioni da fare.

La querelle tra Cina e Giappone per lo smaltimento delle acque radioattive prodotte dall’incidente nucleare di Fukushima nel Mar Giallo deve far riflettere sulle conseguenze di un analogo incidente in uno dei paesi che affacciano sul Mediterraneo. A rischio la vita del Mare Nostrum per sempre.

Il secondo aspetto è emerso proprio nella guerra Russo – Ucraina dove le centrali nucleari diventano un fattore di rischio e di debolezza per le aree che le ospitano. Il 15 aprile 2023 la Germania ha chiuso definitivamente le sue centrali nucleari. Un esempio da seguire non una inversione di rotta da chiedere.

E ancora sulla guerra uno dei principali punti su cui insiste Draghi è di creare una sorta di economia di guerra basata sulla produzione di armi e sul raggiungimento di economie di scala e di scopo creando una unica industria europea.

Questo fa scopa con l’idea di un esercito unico europeo ma lui, come Enrico Letta il PD e tutti quelli che lo propongono, evitano accuratamente di parlare per prima cosa di come dovrebbe conseguentemente modificarsi la NATO. Cosa cambierebbe? Ci sovrapponiamo, ci integriamo o entriamo in competizione con gli USA nel fare i gendarmi del Mondo? Quale dovrebbero essere le regole di ingaggio e la governance del nuovo esercito europeo unico? Al servizio di quale politica estera? Come dovrebbero modificarsi le costituzioni nazionale dovendo delegare questioni che mettono in discussione la sopravvivenza come l’ingresso in guerra? Dovrebbe l’Europa dotarsi di armi nucleari? L’attuale assetto Istituzionale europeo è adeguato per un’unica politica estera e una unica difesa? Gli interessi geopolitici degli stati europei coincidono o sono divergenti?

Prima di parlare di esercito unico e di produzioni di armi condivise questi sono i temi che uno statista europeo di visione dovrebbe porre e porsi, altrimenti si dimostra che si è solo un burocrate in grado di occuparsi di “execution only” e non di indicare il destino di un continente.

Investimenti e ricchezza: stato e privati

Niente di nuovo nel Draghi pensiero: “ll settore privato non sarà in grado di fare la parte del leone nel finanziamento degli investimenti senza il sostegno del settore pubblico”. In sintesi il pubblico finanzia, come al solito, e i benefici andranno ai privati.

Per chi si chiede perché Mario Draghi sia osannato dai salotti buoni di mezzo mondo ecco la spiegazione. Questi sono gli ‘800 miliardi, il doppio del piano Marshall e il motivo per cui Draghi piace così tanto ai salotti buoni che ne tessono le lodi a ogni uscita sui propri media godendo del fatto che i corpi intermedi e il ceto medio intellettuale ed economico continuino a non saper fare due più due e capire che grazie a Prodi, Draghi abbiamo smantellato IRI e quant’altro di buono aveva reso grande la nostra economia ‘regalando’ ai privati che hanno saputo solo distruggere tutto: dalla prima public company italiana, la Montedison, a colossi come Telecom, Autostrade o perdendo la governance di aziende finanziate dallo Stato come la Fiat e distruggendo anche quel poco che era privato come Parmalat. La matematica, cari amici, va studiata almeno per saper fare due più due.

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