L’Eni, il sindaco di Viggiano e la Madonna Nera

5 settembre 2024 | 13:53
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L’Eni, il sindaco di Viggiano e la Madonna Nera
Sulla sinistra, con la fascia, Amedeo Cicala. Al centro Carmine Cicala

Chissà che cosa pensa la Madonna del Sacro Monte su quanto accaduto in questa estate 2024 con i festeggiamenti in suo onore. Cerchiamo di capire perché 240mila euro sono finiti nelle mani del Santuario

Chissà che cosa pensa la Madonna del Sacro Monte di Viggiano su quanto accaduto in questa estate 2024 con i festeggiamenti in sui onore. Il Santuario, ossia il luogo spirituale e religioso per eccellenza, prende soldi dal Comune, ossia dall’istituzione laica e civile per eccellenza. Il Comune prende soldi dalla multinazionale Eni che ha distrutto e sta distruggendo la val d’Agri e una parte di quei soldi li usa per le celebrazioni della Madonna. Cerchiamo di capire.

È il 21 giugno 2024 il Comune di Viggiano trasmette a Eni e a Shell una richiesta di contributo per tutte le manifestazioni di carattere culturale e di intrattenimento da svolgersi in occasione delle celebrazioni in onore della Madonna del Sacro Monte di Viggiano, “al fine di capitalizzare la massima presenza sul territorio della Val d’Agri di residenti e turisti presenti per tale ricorrenza.”

L’ Eni S.p.A. aveva già comunicato la volontà di sostenere il progetto con un contributo di 220mila euro attraverso la sottoscrizione di un accordo di collaborazione con il Comune e perciò propone al Comune di Viggiano uno schema di accordo di collaborazione che definisce gli importi e le modalità di contribuzione della multinazionale alla realizzazione del Programma Culturale.

Il 23 agosto, approvato lo schema redatto dall’Eni, il sindaco è autorizzato a sottoscrivere l’accordo. Ebbene a parte tutte le premesse retoriche tipo Eni e il Comune sono impegnati nello sviluppo sostenibile eccetera, l’accordo prevede, tra l’altro: l’erogazione di un contributo di 220mila euro al Comune da parte di Eni “per attività sociali e culturali organizzate in occasione dell’iniziativa di promozione ‘I cammini al Sacro Monte di Viggiano’.

Il contributo include la messa a disposizione delle competenze tecnico-scientifiche da parte della Fondazione Eni Enrico Mattei per “prestazioni di carattere intellettuale aventi un valore economico massimo stimato di 20mila euro tenuto conto del numero di ore di attività previste, delle professionalità coinvolte e delle tariffe orarie di tali soggetti”. Dunque 200mila euro in soldoni e 20mila euro in prestazioni professionali.

Fin qui nessuna novità. Non è il primo accordo. La circostanza che ci ha incuriositi, non sappiamo se si sia verificata anche negli anni scorsi, è un’altra. E la leggiamo nella delibera di Giunta n.100 del 26 agosto 2024: Il Comune di Viggiano concede “a titolo di indirizzo amministrativo al “Santuario Santa Maria del Monte” il patrocinio ed un contributo economico straordinario di euro 240mila per la manifestazione religiosa e civile organizzata in occasione dei festeggiamenti in onore di Santissima Maria del Sacro Monte di Viggiano.

Nella Determinazione RCG N° 1202 del 29 agosto 2024 leggiamo che il contributo “verrà cofinanziatocon fondi derivanti dall’accordo di collaborazione tra Eni Spa e Comune di Viggiano per attività connesse dell’iniziativa di Promozione “I cammini al sacro monte di Viggiano” e dalla Regione Basilicata nell’ambito delle risorse messe a disposizione per Azioni di Promozione territoriale di Interesse Regionale (altri 200mila euro, n.d.r.)

È davvero curioso che un’istituzione dello Stato italiano, ossia in questo caso il Comune di Viggiano, eroghi a un Santuario della Chiesa Cattolica un contributo di 240mila euro per la manifestazione civile collaterale alle celebrazioni religiose in onore della Madonna del Sacro Monte. Avremmo immaginato un contributo per la parte religiosa delle manifestazioni, ma non anche per la parte civile. Ma come gli è venuto in mente? Non lo sappiamo.

Tuttavia sul piano formale la giustificazione l’hanno trovata, scavando, altrove. Il Comune richiama un parere della Corte dei Conti della Lombardia (322/2018) secondo cui: “gli Enti pubblici, nell’esercizio della propria discrezionalità, possano decidere di corrispondere finanziamenti a soggetti privati nella misura in cui questo sia ritenuto necessario al perseguimento delle proprie finalità istituzionali”. In più in quel parere è contemplata “la facoltà degli enti territoriali di attribuire benefici patrimoniali a soggetti privati in ragione dell’interesse pubblico indirettamente perseguito … rimane tuttavia subordinata ai limiti imposti da disposizioni di legge dirette al contenimento della spesa pubblica ed alle prescrizioni richieste dai principi contabili per garantire la corretta gestione delle risorse pubbliche”.

Per rinforzare la decisione di assegnare 240mila euro al Santuario, il Comune scava ancora e richiama un altro parere della Corte dei Conti Lombardia, di 10 anni fa (226/2013) secondo cui i Comuni, sulla base della loro autonoma discrezionalità e secondo i principi della sana e corretta amministrazione, possono deliberare contributi a favore di enti che, pur non essendo affidatari di servizi, svolgono una attività che viene ritenuta utile per i propri cittadini. Il sindaco Amedeo Cicala e la sua Giunta hanno scomodato e rispolverato un parere della giustizia contabile della Lombardia, che non equivale a legge, per giustificare la decisione assunta con la delibera n.100 del 26 agosto 2024. Perché? Una decisione tutta da chiarire, almeno sul piano politico, una forzatura tutta da spiegare. Anche perché quel parere lascia il tempo che trova.

La commistione tra istituzioni civili e laiche e quelle religiose in Basilicata è ormai diventata un caso. A questa confusione politica e culturale si aggiunge la solita mescolanza tra gli atti di culto, sentimenti di fede con feste, musica, spettacoli, intrattenimento e cotillon che con la religiosità hanno nulla a che fare. E nulla hanno a che fare con la promozione culturale. Però, un motivo c’è: il turismo. Tirare la giacchetta ai santi e alle madonne, per la presunta promozione turistica spesso è un’esagerazione che non fa bene né al territorio né alla religione. Ricordiamo soltanto che grazie ai benefattori dell’Eni e alla allegra gestione della cosa pubblica in val d’Agri il territorio si è impoverito e spopolato. La Madonna Nera magari è indignata.

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