La crisi idrica, Acquedotto Lucano e il destino crudele: I cittadini devono sapere

9 settembre 2024 | 17:54
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La crisi idrica, Acquedotto Lucano e il destino crudele: I cittadini devono sapere

Il vero problema è la rete colabrodo nonostante sarebbero stati spesi negli ultimi 20 anni 1,5 miliardi di euro. Altro che siccità

I cittadini si beccano le sospensioni nell’erogazione dell’acqua e gli agricoltori piangono siccità. La situazione climatica, la pioggia che non arriva, la regione colpita da un destino cinico a baro. Perciò, nel Potentino, se non piove, avremo acqua fino al 10 ottobre 2024. Questa narrazione non convince del tutto. Convince di più un dato, la rete idrica lucana perde il 65-70% dell’acqua immessa. E questo nonostante sarebbero state impiegate risorse pari a 1,1 miliardo di euro dal 2003 al 2010 e altri 400 milioni di euro dal 2010 al 2024. Gran parte di quelli utilizzati tra il 2003 3 il 2010 sono finiti nella Società di Progettazione di AL poi chiusa nel 2010.

Tuttavia, la rete perde acqua sempre di più. Basta fare un calcolo banale. La quantità di acqua potabilizzata immessa in rete in rapporto al consumo fatturato agli utenti. Il risultato è che la perdita effettiva si attesterebbe intorno al 70% della risorsa potabilizzata. Dunque, fatto 100 l’acqua a disposizione ai cittadini ne arriva 30, piove o non piove, al netto degli allacci abusivi. E dunque il problema non nasce solo quando quel 100 si abbassa, ma esiste sempre in quel 70 che si perde. Aggiungiamo che il costo per potabilizzare e sollevare (energia) 1 mc di acqua si aggira intorno ai 20 centesimi. Ora, diamo per scontato che una diga abbia la capacità di 32milioni di mc,  22 milioni di mc (il 70%) si perderebbero nei canali di distribuzione. Il costo inutile (20 cents per 22 milioni) ammonterebbe a 4 milioni di euro. E’ il circuito del danno e della beffa sulle spalle dei cittadini.

Gran parte della crisi idrica di cui tanto su parla deriverebbe dall’incapacità, in almeno 20 anni, del management di Acquedotto Lucano di ricostruire la rete colabrodo ereditata da Acquedotto Pugliese. La responsabilità dunque non è esclusiva del destino crudele e della pioggia che non cade. Bisognerebbe chiedere conto a chi in questi venti anni ha diretto AL e ha utilizzato una montagna di denaro per sistemare la rete a forma di scolapasta senza alcun risultato. Bisogna chiedere conto a quei politici che pur conoscendo la situazione e magari coprendola hanno fatto finta di nulla. E chiedere conto anche a chi oggi veicola una narrazione parziale per giustificare la mancanza d’acqua.

Intanto, ad Aql non si fanno mancare nulla. Per il 2024 si assegnano un premio di risultato per gli obiettivi raggiunti nel 2023 “nella misura massima di 6mila euro per quanto concerne i dirigenti e del 10% della retribuzione annuale in godimento per quanto concerne i direttori di Area.”  Si sarebbero anche assegnati un’automobile di servizio a testa, come se AL fosse un’azienda florida. Chiaro il concetto? Intanto, da domani acqua razionata: colpa del destino cinico e baro. (Qui l’archivio del nostro giornale su Acquedotto Lucano)