La Basilicata inquinata che tace, non sente e non vede

27 settembre 2024 | 18:45
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La Basilicata inquinata che tace, non sente e non vede

La politica resta in silenzio di fronte a notizie che dovrebbero far tremare i polsi a chiunque

In sole 24 ore da Rotondella sono giunte notizie non certo rassicuranti per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Prima la conclusione indagini con avvisi agli indagati, 16 tra dirigenti Sogin Enea, funzionari pubblici,per un presunto disastro ambientalecausato dallo sversamento di acque contaminate dal sito nucleare Itrec finite nel mar Jonio e nel fiume Sinni. Oggi la notizia del sequestro di un’area all’interno della stessa Itrec in cui il terreno sarebbe contaminato da uranio arricchitoU234-U235.

Al di là delle dovute cautele usate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza che ha spiccato gli avvisi di garanzia per l’ipotesi di disastro ambientale e dalla procura di Matera che ha disposto il sequestro eseguito dai Carabinieri del Noe, emerge, o meglio si ripropone (la questione non nasce oggi) un quadro davvero poco rassicurante. In entrambi i casi parliamo di un presunto inquinamento da fonti nucleari. Tanto dovrebbe bastare a toglierci il sonno. Eppure non abbiamo ancora letto o sentito niente provenire dal Palazzo della Regione Basilicata. Nessun commento, neppure di maniera, finalizzato a chiedere che si faccia chiarezza per il bene dei cittadini che, se le accuse delle Procure fossero confermate, sarebbero i danneggiati dai reati contestati. Nessun accenno all’importanza della tutela ambientale e della salute pubblica. Nessuna presa di posizione netta. Niente. Sempre prodighi di commenti e comunicati stampa, presidenti, assessori, consiglieri regionali restano in silenzio di fronte a notizie che dovrebbero far tremare i polsi a chiunque. Restano a bocca chiusa, confermando quel timore reverenziale che da sempre chi ha governato la Basilicata negli ultimi 40 anni ha ostentato di fronte ai “colonizzatori” di questa terra.

Essere all’altezza di governare una regione non è più una priorità: sono altre le qualità richieste a una classe dirigente che, quando va bene, riesce a malapena a fare la o col bicchiere. Così come essere cittadini vigili e attenti a quel che accade nel proprio territorio pare non vada più di moda. E questo, sarcasmo a parte, ci allarma molto. Certo non ci meraviglia, ma ci fa riflettere sulla possibilità che anche i cittadini sentinelle siano stanchi di un andazzo che peggiora di anno in anno rendendo sempre più evidente la spaccatura tra chi ha in mano il governo di un territorio (e il potere) e chi quel governo e quel potere li subisce suo malgrado o perché “tanto non cambia niente”. E tutto questo, in una regione come la Basilicata, sempre più povera e sempre più vuota, vuol dire una sola cosa: che siamo sonnambuli e ci illudiamo di essere svegli.