La Basilicata dei furfanti e la sindrome dell’intoccabile

22 settembre 2024 | 13:21
Share0
La Basilicata dei furfanti e la sindrome dell’intoccabile

Laddove scarseggia la sanzione sociale cresce la decadenza civile. Dai danni allo sviluppo alla mortificazione degli onesti

Molti sanno, anche grossolanamente, che cosa si intende per familismo amorale. Tuttavia, per interpretare alcuni fenomeni caratteristici nelle relazioni sociali, politiche e familiari nella Basilicata di oggi, specie nella città Capoluogo di regione, bisognerebbe inventarsi un’altra categoria “sociologica”. Sono passati 66 anni da quando Edward Banfield e sua moglie, Laura Fasano, hanno scritto il famoso libro “Le basi morali di una società arretrata”, e in questi decenni molta acqua è passata sotto i ponti. E quell’acqua si è intorbidita e la società lucana è finita nell’arretratezza sociale 4.0. In realtà più che di arretratezza si tratta di decadenza civile segnata dall’assoluta incapacità di sancire socialmente comportamenti assolutamente inaccettabili.

Sanzionare socialmente vuol dire “emarginare”, farabutti, lestofanti, truffatori, corrotti e corruttori, anziché adorarli, venerarli e sottomettersi alle loro volontà in virtù del potere che esercitano grazie a un sistema che li copre e che è incapace di sollevarli dal loro incarico o di redarguirli in qualche modo. La sanzione sociale dovrebbe intervenire soprattutto laddove non arriva la magistratura. E dovrebbe durare fino a quando il sanzionato si ravveda in qualche modo.

Persone che andrebbero socialmente sanzionate continuano a frequentare i loro circoli, a ritirare i loro premi, ad essere eletti nelle istituzioni, favoriti nelle carriere, ossequiati e riveriti. Appartengono a gruppi sociali fortemente divisi dal resto della comunità: vivono dentro un recinto fortificato e inaccessibile ai “fessi”. Alcuni di loro si fanno chiamare dottore, ma a malapena hanno un diploma. Ormai, da queste parti un dr. Non si nega a nessuno. Ciò che è negato, invece, è il dottore in medicina, quello lo devi cercare con il lanternino.

Truccano un concorso, falsificano i curricula, gestiscono gli affari sul filo della legalità, corrompono e si fanno corrompere e tutti fanno finta di niente. Anzi, spesso questa gente è ammirata: “è uno che ci sa fare”. Certo basta volerlo, gli onesti di solito non ci provano nemmeno. Gli onesti di solito non si trovano a loro agio nei luoghi dell’apparenza e nelle stanze dell’ipocrisia.

Questi furfanti sono esperti nel prendersi gioco del prossimo. Usano una favella da paraculo e raffinate tecniche di simulazioni amicali.  E se ti esponi con la critica nei loro confronti arrivano i rinforzi: schiere di persone pronte a difenderli e a elogiare le gesta del loro amico o della loro amica imbroglione.

Alla furfanteria appartengono diverse tipologie di personaggi: quelli di scarsa cultura che però hanno i soldi; quelli che sono poveri di intelligenza, ma ricchi di furbizia; quelli che sventolano benevolenza, ma in realtà nascondono secondi fini; le persone che dalla vita normale passano, immeritatamente, alla vita in politica. In comune hanno la sindrome dell’intoccabile: vivono nella certezza dell’intoccabilità e smarriscono il senso del pericolo. Tuttavia, il loro tallone di Achille è la verità. Lo svelamento del malcostume, degli inganni, degli imbrogli di cui si cibano quotidianamente li manda nel panico. Ma dura poco: ci saranno gli amici, i sodali, i servi e i padroni ad esprimere solidarietà e vicinanza al furfante vittima di “cattiverie”. A questi amici si aggiungeranno gli ignavi e il resto delle istituzioni compiacenti. Niente sanzione sociale. Anzi, capita che ad essere sanzionato, in mille modi, è chi svela la verità.

Insomma, le cerchie di individualisti, egoisti, opportunisti e farabutti orientati esclusivamente dall’autoreferenzialità, nella società lucana si trasformano in collettivi organizzati. Sembra un paradosso. Si aggregano tra loro per dividersi dagli altri e agire indisturbati. Queste aggregazioni minano le fondamenta della convivenza civile, frenano lo sviluppo e inquinano i luoghi della democrazia e mortificano gli onesti.

©Riproduzione riservata