Istituzioni e processioni religiose: quella fascia tricolore che mortifica lo Stato laico

1 settembre 2024 | 14:44
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Istituzioni e processioni religiose: quella fascia tricolore che mortifica lo Stato laico
Sindaci alla processione e alla messa della Madonna di Viggiano
Istituzioni e processioni religiose: quella fascia tricolore che mortifica lo Stato laico
Istituzioni e processioni religiose: quella fascia tricolore che mortifica lo Stato laico
Istituzioni e processioni religiose: quella fascia tricolore che mortifica lo Stato laico
Istituzioni e processioni religiose: quella fascia tricolore che mortifica lo Stato laico
Istituzioni e processioni religiose: quella fascia tricolore che mortifica lo Stato laico

Vito Bardi chiede alla Madonna di Viggiano di non far mancare mai la sua protezione e di illuminare il cammino di cittadini e istituzioni. Ruhollah Khomeini direbbe Allah illumini il governo e il popolo iraniano

“Spiritualità, fede, tradizione e orgoglio di appartenenza innervano questa giornata in onore della Madonna del Sacro Monte di Viggiano. Un evento che travalica i confini religiosi e che contribuisce ad accrescere il senso di comunità”. Manifestazioni come questa offrono l’opportunità di rinvigorire i legami sociali all’insegna dell’identità collettiva e diventano un ponte intergenerazionale grazie al quale i più giovani possono conoscere e apprezzare le proprie radici culturali. Naturalmente alla base di tutto c’è un profondo significato spirituale e devozionale, con un legame sempre più forte tra la Basilicata e la sua Patrona, a cui si chiede di non far mancare mai la sua protezione e di illuminare il cammino di cittadini e istituzioni, chiamati a condividere l’orizzonte del bene comune”. Chi parla non è un vescovo, ma il presidente della Regione Basilicata. E alla celebrazione religiosa hanno partecipato decine di sindaci con la fascia tricolore. Ruhollah Khomeini direbbe: Allah illumini il governo e il popolo iraniano.

In questa calda estate 2024, abbiamo assistito a tante feste laiche e religiose. La Basilicata è ricca di questi eventi. Ma nello scenario religioso ci è sembrata ancora più diffusa la partecipazione dei sindaci alle processioni. Per carità, esiste la libertà di religione. Appunto.

Non si tratta soltanto di una pratica ormai anacronistica, ma di una questione politica che richiama il rispetto della laicità e dello Stato laico. In breve il rispetto della Costituzione. La fascia tricolore indossata dai sindaci è un segno distintivo previsto per i ruoli istituzionali pubblici. Essa identifica l’istituzione, in questo caso il Comune, ma anche lo Stato. E quando la indossa, il sindaco è il sindaco, è l’istituzione. Vale anche per il presidente della Provincia. Più ambigua la posizione dei presidenti di Regione, tutti hanno una fascia, ma nel momento in cui alle manifestazioni insieme al presidente sfila il gonfalone, la faccenda assomiglia a quella della fascia tricolore.

Ora partecipare alle processioni o ad altre funzioni religiose con la fascia tricolore e con il gonfalone in veste istituzionale è almeno inopportuno. Il sindaco rappresenta tutta la città, tutti i suoi abitanti siano essi cattolici, metodisti, musulmani, buddisti, agnostici, atei. Lo stesso vale per il presidente della Regione. E dunque nel momento in cui partecipano in veste istituzionale alle cerimonie religiose, marcano una discriminazione tra cittadini. Mortificano la laicità dello Stato e la “salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale”.

Eppure, quasi tutti i sindaci lucani in qualche modo partecipano alle processioni e ad altri riti religiosi, compresa la messa, indossando la fascia. Non si distinguono più lo Stato dalla Chiesa, il laicismo doveroso delle istituzioni dalla sacrosanta fede religiosa.

E’ vero che, forse, la popolazione lucana è a maggioranza cattolica. Ed è vero che laddove si raduna una folla per celebrare un Santo Patrono, sarebbe “politicamente” sbagliato assentarsi. E’ in ballo il consenso per le prossime elezioni. Tuttavia, nessuno impedisce al primo cittadino di partecipare alle manifestazioni religiose che desidera, ma in veste privata. Niente e nessuno lo impedisce al presidente della Regione o della Provincia, ma senza fascia e senza gonfaloni. Sarebbe più corretto e darebbe un segnale di superamento di una certa arretratezza simboleggiata dalle istituzioni laiche in fila alle spalle del vescovo o di qualunque altra guida spirituale. Allora la domanda è: un sindaco, un presidente di Regione, un qualunque rappresentante delle istituzioni devono partecipare alle cerimonie religiose in veste privata o in veste di pubblico ufficiale?

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