“Il Consiglio regionale tutto ritiri subito la legge sull’aumento delle spese dei gruppi consiliari”
Mega (Cgil): In assenza di risposte l’unica strada resta quella del referendum che tutta la Cgil sosterrà con forza
“Come Cgil Basilicata facciamo appello a tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, affinché ritirino in modo bipartisan la legge regionale n.23 del 12 agosto 2024 con cui il parlamentino lucano ha aumentato le spese dei Gruppi consiliari di oltre 450 mila euro annui. Si tratta di dettare le giuste priorità all’agenda politica del governo di questa regione che, come ben sappiamo, vive grandissime criticità”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, intervenendo nel dibattito che riguarda l’aumento dei costi della politica lucana.
“In Basilicata – precisa – a giugno si contavano già 5 milioni di ore di cassa integrazione per il 2024. Preoccupa il tasso di povertà tra i lavoratori, come attestato dalla Caritas, dovuto soprattutto ai contratti precari, mentre il crescente spopolamento e l’aumento dell’età media dei lucani nei prossimi anni determinerà in modo negativo la partecipazione al mercato del lavoro, specie dei giovani.
A fronte di una forte crisi dei maggiori settori produttivi, l’automotive con Stellantis, l’estrazione petrolifera con i ritardi nei progetti per la transizione energetica, la sanità con tutte le criticità che riguardano i lunghissimi tempi di attesa e l’elevato tasso di migrazione sanitaria, l’agricoltura in ginocchio a causa della siccità e dei mancati adeguamenti infrastrutturali, lo spettacolo indecoroso sull’accoglienza dei lavoratori migranti impiegati nella raccolta del pomodoro con i fondi Pon a disposizione ma i centri d’accoglienza chiusi, è impensabile che tra le priorità della politica ci sia un aumento dei costi del personale.
Crediamo pertanto che il Consiglio regionale tutto debba ravvedersi, ritirando subito la legge. In assenza di risposte – conclude Mega – l’unica strada resta quella del referendum che tutta la Cgil sosterrà con forza. In attesa della procedibilità di questo strumento di democrazia diretta, lanceremo una petizione on line a sostegno dell’abrogazione di questa vergognosa norma”.