Genzano, il Castello di Monteserico sacrificato all’eolico

3 settembre 2024 | 14:08
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Genzano, il Castello di Monteserico sacrificato all’eolico
Il Castello e il suo paesaggio

Sentenza del Consiglio di Stato: “l’impianto è da intendersi autorizzato per silenzio assenso”

Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello della Regione Basilicata contro una sentenza a favore della società Rwe Renewables Italia s.r.l. in merito all’autorizzazione di un impianto eolico da 31,5 MW nei comuni di Genzano di Lucania e Banzi (PZ). La Regione era già condannata dal TAR, in merito al mancato rilascio di autorizzazione unica. La Regione sosteneva che l’impianto mancava di autorizzazione paesaggistica, ma il Consiglio di Stato ha stabilito che era inclusa nella VIA già rilasciata in sede di Consiglio dei ministri a cui si era ricorsi dopo i pareri contrastanti dei Ministeri della Cultura e della Transizione ecologica. Adesso il Castello di Monteserico a Genzano e il paesaggio che lo circonda, saranno abbelliti da 7 megapale eoliche di 4,5 MW ciascuna. Che goduria. Amen. Applausi ai giuristi della Regione.

Riepilogo della vicenda

“Il 6 giugno 2019 Rwe Renewables inoltrava istanza di autorizzazione unica (AU) per l’impianto in questione. Nel corso del procedimento di VIA statale, il Ministero della cultura rendeva parere negativo ritenendo l’impianto incompatibile con il contesto paesaggistico circostante. Il Ministero della transizione ecologica esprimeva, invece, parere favorevole previa acquisizione del parere tecnico positivo reso dalla Commissione Via-Vas.

Dato il mancato concerto tra i pareri dei due Ministeri, si rimetteva il contrasto al Consiglio dei ministri (Cdm) la cui Presidenza, con delibera del 18 febbraio 2022, disponeva il rilascio del giudizio positivo di compatibilità ambientale dell’impianto.

L’8 giugno dello stesso anno, la delibera sulla VIA statale veniva comunicata alla Regione Basilicata, in quanto competente al rilascio dell’autorizzazione unica. Tuttavia, la nota veniva inviata a un ufficio diverso da quello competente a riceverla il quale ne veniva effettivamente a conoscenza soltanto il 20 luglio 2022 per comunicazione di Rwe Renewables.

Dal momento che il procedimento autorizzativo unico non aveva ulteriore seguito, l’11 agosto 2022 la società proponente presentava al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per la Basilicata il ricorso n. 415/2022 volto all’accertamento del silenzio-assenso sull’istanza di autorizzazione unica. Una fattispecie che si sarebbe dovuta concretizzare decorsi 60 giorni dal rilascio di VIA da parte del Cdm.

L’8 settembre 2022, quindi tre mesi dopo la delibera del Consiglio dei ministri, la Regione Basilicata notificava alla società, con nota protocollata n. 27145/2022, l’indizione della conferenza di servizi decisoria per il rilascio dell’autorizzazione unica.

Il silenzio assenso sottovalutato dalla Regione

In contrasto alla suddetta nota, la società proponeva un altro ricorso – n. 581/2022 – al TAR della Basilicata. La ricorrente deduceva che le deliberazioni favorevoli del Consiglio dei Ministri in sede di VIA statale sostituiscono ad ogni effetto il provvedimento di VIA e confluiscono nel procedimento autorizzatorio unico che deve essere concluso dalla Regione entro il termine perentorio di 60 giorni, decorso il quale l’autorizzazione si intende rilasciata. La società concludeva rivendicando la formazione del silenzio assenso sulla istanza di rilascio dell’AU essendo decorso il termine di 60 giorni dalla presentazione d’istanza.

Il TAR, con sentenza n. 426 del 28 giugno 2023, accoglieva il ricorso di Rwe Renewables in quanto “per i progetti di impianti di produzione di energia elettrica, alimentati da fonti rinnovabili, le deliberazioni del Consiglio dei Ministri sostituiscono ad ogni effetto il provvedimento di VIA”. Inoltre, le predette deliberazioni del Consiglio dei ministri “confluiscono nel procedimento autorizzatorio unico, che è perentoriamente concluso dall’Amministrazione competente entro i successivi 60 giorni”. Pertanto, “se la decisione del Consiglio dei Ministri si esprime per il rilascio del provvedimento di VIA, decorso inutilmente il prescritto termine di 60 giorni, l’autorizzazione si intende rilasciata”. Già in quella sede il TAR condannava la Regione Basilicata, non costituita in giudizio, alla refusione delle spese per 3.000 euro. Qui la sentenza 

La Regione presentava dunque appello sostenendo che “L’impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica, da intendersi autorizzato per silenzio assenso, è, invece, da intendersi privo di autorizzazione paesaggistica” per diverse ragioni. Tra queste il fatto che il parere della Commissione VIA VAS (del 23/07/2021) non terrebbe conto degli obiettivi di tutela perseguiti con il vincolo paesaggistico pubblicato il successivo 18 novembre. Con sentenza n. 07299/2024 il Consiglio di Stato ha respinto l’appello della Regione, condannando la Regione Basilicata al pagamento delle spese processuali in favore della società Rwe Renewables Italia s.r.l. per 6mila euro oltre agli accessori di legge e spese generali.  (pv-magazin.it)