Dal Veneto alla Basilicata: la storia infinita del travaglio di 30 famiglie lucane

30 settembre 2024 | 11:30
Share0
Dal Veneto alla Basilicata: la storia infinita del travaglio di 30 famiglie lucane

Una cooperativa sociale del trevigiano, un chiacchierato prete noto per aver ottenuto dallo Ior milioni di euro volatilizzati dopo la sua morte, un’inchiesta della Guardia di Finanza che indaga sulla criminalità organizzata. Tre milioni di euro spariti nel nulla decine di lavoratori in mezzo alla strada. Riproponiamo questa nostra inchiesta, aggiornata con gli ultimi accadimenti. Dubbi sulla gestione della procedura fallimentare

Una solida cooperativa che da anni si occupa di disabili nel Trevigiano, un chiacchierato prete noto per aver ottenuto dallo Ior milioni di euro volatilizzati dopo la sua morte, un’inchiesta della Guardia di Finanza che indaga sulla criminalità organizzata, l’ombra della ‘ndrangheta. Tre milioni di euro spariti nel nulla e 30 famiglie lucane lasciate in mezzo alla strada.

La vicenda

I fatti risalgono al 2013, quando la Cooperativa sociale Madonna dei miracoli di Motta di Livenza (Treviso), ex-socio di maggioranza e controllante di Identity Formation S.r.l. di Potenza, da mandato alla sua stessa controllata lucana di realizzare, in Basilicata, una serie di iniziative ricomprese in un progetto più ampio (che prevedeva la realizzazione di iniziative anche in Veneto) del valore di ben 3 milioni di euro, denominato “Progetto di Sviluppo di Solidarietà Sociale Veneto – Basilicata”, al fine di creare un centro diurno per disabili nella città capoluogo Potenza, nel quale persone con disabilità avrebbero potuto soggiornare e lavorare in un laboratorio creativo di moda etica ed ecosostenibile. (Roberta Polese, Corriere del Veneto, novembre 2018)

Nel Progetto di Sviluppo di Solidarietà Sociale Veneto – Basilicata oltre alla realizzazione del centro per disabili, era prevista una seconda iniziativa, la capitalizzazione della Identity Formation S.r.l., articolata in più azioni da realizzarsi sul territorio lucano (nuova organizzazione logistica, master plan della Val Basento, ecc.). I 3 milioni di euro per realizzare queste iniziative dovevano provenire da una Sovvenzione Globale per accedere alla quale vengono sottoscritti, fin da febbraio 2013, regolari contratti tra don Domenico Izzi, fondatore del movimento ecclesiale Lumen Christi, famoso per le sue entrature alla banca vaticana dello IOR, ed Eugenio Anzanello, legale rappresentante della Cooperativa sociale Madonna dei miracoli.

Il 27 febbraio 2013 nello studio dell’avvocato romano Sergio Maglio, Izzi e Anzanello (presidente della Cooperativa Madonna dei Miracoli), firmano l’accordo di collaborazione in cui il prete riconosce il «progetto di sviluppo solidarietà sociale Veneto-Basilicata». Da parte sua don Izzi si rende garante di una sovvenzione da 3 milioni di euro in conto capitale per consentire alla coop Madonna dei Miracoli di realizzare una nuova struttura a Potenza. In fede all’accordo la cooperativa sociale anticipa del denaro. Proprio il 28 febbraio del 2013 alle ore 15 la banca Unicredit registra un primo versamento di 50 mila euro della coop per sostenere il progetto «Sviluppo di solidarietà». Ne seguiranno altri, fino a 300mila euro, in parte finiti su conti esteri, come accerterà la Guardia di Finanza. Intanto il tempo passa e da Izzi non si vede un euro. Sempre nel 2013, la coop di Treviso decide di acquisire il 60% delle quote della società di formazione Identity Formation S.r.l. con sede a Potenza, socio e rappresentante legale il padovano Leonardo Tullio, padre e moglie lucani, e il lucano Tonio Michele Bufano, direttore generale. L’operazione serve per avere qualcuno a Potenza che segua il progetto. (Corriere del Veneto)

L’imprevisto

Nel 2015 il colpo di scena: il prete muore. Stando agli accordi ci sono due persone che dovrebbero portare avanti i suoi progetti, sono il diacono Nicolas Walter la Rocca e l’avvocato romano Giuseppe Castelli Avolio. Ma già si è capito come va a finire il tutto. I soldi di don Izzi non si vedranno più, e a quel punto i titolari della Identity Formation prendono tutte le carte e vanno alla Guardia di Finanza a denunciare quella che ritengono una truffa. Vengono indirizzati allo Scico di Roma, squadra d’élite che si occupa di criminalità organizzata, perché proprio lì si stavano monitorando i conti lasciati in sospeso da don Izzi. Nel frattempo accadono altri due fatti degni di nota. Il primo è che nel 2017 il legale Giovanni Castelli Avolio «delegato» a seguire i progetti di don Izzi, viene arrestato dall’Antimafia di Catanzaro nell’ambito di un’inchiesta sulla ‘ndrangheta e i fondi Ue, e nel 2018 viene condannato per peculato. Il secondo è che la cooperativa di Treviso fa un passo indietro, non firma la denuncia allo Scico, se la prende con i soci potentini e intenta una causa civile a loro. (Corriere del Veneto)

I guai

La Cooperativa sociale trevigiana, prima di attivare le iniziative progettuali, effettua nel 2013 dei versamenti off-shore che lo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza qualificherà, nell’ambito della cosiddetta Operazione Sinedrio, operazioni finanziarie sospette alle quali la stessa Cooperativa sociale ed Anzanello, ne aggiungeranno delle altre nel corso del 2014 e del 2016. La mancata capitalizzazione, progettualmente prevista dalla Cooperativa sociale, ha portato però la controllata Identity Formation S.r.l. a vivere in uno stato comatoso, dato che essa ha realizzato attività e fatto importanti investimenti strutturali al fine di realizzare il Progetto di Sviluppo di Solidarietà Sociale Veneto – Basilicata, (es. esempio l’assunzione di diversi operatori lucani funzionali a portare avanti e a sviluppare il progetto) che dovevano essere sostenuti dai milioni promessi da don Izzi alla medesima Cooperativa sociale Madonna dei miracoli. A rendere ancora più intricata la vicenda è stata la mancata denuncia della Cooperativa sociale Madonna dei miracoli per la sottrazione delle somme promesse, contrariamente a quanto fatto invece dal management di Identity Formation S.r.l., che fin da subito ha denunciato alle autorità competenti il mancato versamento delle risorse finanziarie previste dal progetto.

L’ombra della ‘ndrangheta

Senza esitare oltre, Tullio Leonardo, socio d’opera e di minoranza ed amministratore della controllata Identity Formation Srl, unitamente al Direttore Generale Tonio Michele Bufano, denuncia allo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza il 24 febbraio 2017, nell’ambito di un procedimento penale della Procura di Roma, Giuseppe Castelli Avolio e Walter Nicola La Rocca. Quel Giuseppe Castelli Avolio con cui il presidente Eugenio Anzanello, con l’intero Consiglio della Cooperativa sociale, aveva intrattenuto stretti rapporti e fatto plurime operazioni sospette, come Tullio scoprirà solo nell’ottobre del 2018 dalla lettura dell’Informativa dello S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza. Quel Giuseppe Castelli Avolio, già condannato a 3 anni e 6 mesi dai giudici di Catanzaro.  Il Gip del Tribunale di Roma, Calegari, riconosce, nell’udienza del 18 febbraio 2021, Identity Formation Srl danneggiata per un importo almeno pari a 1.275.000,00 euro oltre IVA, per lavori effettivamente realizzati e rendicontati e fatturati alla Cooperativa sociale Madonna dei miracoli.

La Identity Formation S.r.l. di Potenza finisce in procedura fallimentare

A questo punto facciamo parlare i dirigenti della Identity Formation che ci scrivono: “La Cooperativa sociale, quindi, stretta tra le sue gravi responsabilità per la condotta truffaldina verso la sua controllata lucana e gli ingenti danni economici generati per l’accettazione dei ritardi proposti prima da Izzi e poi da Castelli Avolio, aziona, per salvarsi, una serie di artifizi e di raggiri nonché di pressioni, di minacce e di intimidazioni verso Identity Formation Srl e verso Tullio Leonardo, socio di minoranza della controllata lucana e professionista incaricato direttamente dalla stessa Cooperativa sociale in diverse attività progettuali in Basilicata. Per i fatti denunciati da Identity Formation Srl e da Tullio Leonardo, sia presso la Procura di Potenza che la Procura di Treviso, a seguito della “condotta delittuosa” del socio di maggioranza, controllante e committente Cooperativa sociale Madonna dei miracoli, il GIP Iura del Tribunale di Potenza ha accertato, sia a danno di Identity Formation S.r.l. che di Tullio Leonardo, il reato di estorsione consumata lo scorso gennaio 2021. Per tutte queste vicende la Identity Formation S.r.l., le 30 famiglie di ex dipendenti, collaboratori e professionisti che in essa vi hanno lavorato e Tullio Leonardo hanno difficoltà a far quadrare i propri conti. A causa dei lunghi e logoranti tempi della giustizia italiana, il management di Identity Formation S.r.l. e Tullio Leonardo, per far valere le proprie ragioni, sono stati costretti a fare la spola da ormai oltre quattro lunghissimi anni, tra Studi Legali, Procure e Prefetture, sottraendo tempo prezioso al lavoro quotidiano, accumulando così nel tempo debiti verso dipendenti, ex dipendenti, collaboratori, fornitori, Enti impositori (Agenzia delle Entrate, INPS), senza avere avuto il tempo materiale di cercare e realizzare nuove commesse e concentrarsi su nuovi progetti, finendo loro malgrado, in un circolo vizioso che si interromperà solo quando la giustizia si pronuncerà decretando la fine di questa lunga e tribolata vicenda.”

Per la verità si sperava nella chiusura delle indagini preliminari. Perciò i dirigenti della potentina Identity Formation scrivevano: “La Identity Formation S.r.l. e Tullio Leonardo ripongono grande fiducia nel lavoro della magistratura sicura che essa metterà in campo tutte le azioni a tutela della giustizia e della verità, valorizzando il grande lavoro investigativo fatto dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) della Guardia di Finanza. Ciò vale ancor più ora, dato che Identity Formation S.r.l. e Tullio Leonardo, risultano parti offese, così come attestato dalla Procura di Treviso, nell’ambito di tre procedimenti penali azionati da Identity Formation S.r.l. e da Tullio Leonardo verso la Cooperativa sociale Madonna dei miracoli alla quale sarebbero contestati gravissimi reati.”

Ma le indagini non si chiudono: e siamo al 30 settembre 2024

Nonostante l’informativa inequivocabile della Guardia di Finanza, nonostante il Gip del Tribunale di Roma, Calegari, riconosce, nell’udienza del 18 febbraio 2021, Identity Formation Srl danneggiata per un importo almeno pari a 1.275.000,00 euro oltre IVA, per lavori effettivamente realizzati e rendicontati e fatturati alla Cooperativa sociale Madonna dei miracoli. E allora perché la faccenda non sin chiude? Probabilmente il problema è nella gestione della procedura fallimentare, tant’ che Leonardo Tullio il 26 agosto scorso inoltra un esposto alla Procura della Repubblica di Potenza in cui riprende punto per punto tutta la vicenda, con copiosa documentazione allegata, ponendo seri dubbi sulla gestione della procedura fallimentare. Scrive, infatti, Tullio nell’esposto: “Tutte le vicende sopra descritte lasciano concreti dubbi sulla correttezza delle azioni e delle decisioni prese dalla curatela fallimentare nel corso della gestione del fallimento di Identity Formation S.r.l. Le azioni giudiziali prese dal sottoscritto prima dell’intervenuto fallimento avrebbero potuto condurre all’ottenimento di risultati apprezzabili dal punto di vista economico in favore della società in bonis prima e del fallimento poi. Inspiegabili sono le scelte intraprese dal curatore fallimentare del Foro di Potenza, avvallate e confermate dal Giudice delegato.” E aggiunge: “Altrettanto privo di motivo è il fatto che mi sia stato impedito di accedere al fascicolo del fallimento: in tale maniera si sarebbe potuto conoscere il contenuto dei pareri del curatore in relazione alle vicende sopra narrate. Da qui la necessità che l’intestata Procura della Repubblica indaghi sull’operato del
curatore fallimentare al fine di verificare quali transazioni ha avvallato in favore di soggetti coinvolti in qualità di indagati avanti ad altre Procure della Repubblica e per quali ragioni ha omesso di esercitare i diritti del fallimento nei procedimenti che vedevano lo stesso persona offesa, potendosi ravvisare in tali condotte i reati di abuso d’ufficio e omissione/rifiuto di atti d’ufficio”. 

Ecco, ci auguriamo che in presenza del dettagliato esposto di Leonardo Tullio, la Procura potentina compia le necessarie indagini in tempi brevi non solo per stabilire finalmente la verità dei fatti, ma nella speranza che 30 famiglie lucane possano finalmente avere giustizia. Dalle carte in nostro possesso appare chiaro che la questione si possa risolvere senza ulteriori indugi.

Secondo aggiornamento dell’inchiesta già pubblicata con primo aggiornamento l’8 novembre 2022.

© Riproduzione riservata