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Accoglienza braccianti in Basilicata, “siamo tornati indietro di 30 anni”

2 settembre 2024 | 09:45
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Accoglienza braccianti in Basilicata, “siamo tornati indietro di 30 anni”

Associazioni Migranti Basilicata e Migranti Tutti: “tanto per cambiare ogni soggetto “istituzionale” scarica le responsabilità sugli altri”

Ancora una volta siamo stati profeti di facili sventure: l’accoglienza dei lavoratori stagionali nell’Alto-Bradano quest’anno è peggio degli altri anni e tanto per cambiare ogni soggetto “istituzionale” scarica le responsabilità sugli altri. Così in una nota Francesco Castelgrande dell’Associazione MIgranti Basilicata e Pino Passarelli dell’Associazione Migranti Tutti.

“I sindaci -sottolineano- dicono che non hanno mezzi e soldi per reperire e rendere disponibili alloggi, dimenticandosi di dire che nessun sindaco, del Vulture-Melfese o del Metapontino, ha fatto richiesta dei fondi previsti dal Pnrr per eliminare i ghetti e recuperare quindi alloggi per chi ogni giorno raccoglie quello che poi noi mangiamo. I consiglieri regionali dimenticano che c’è una legge regionale approvata dalla giunta Pittella e mai finanziata (la Legge Regionale 13 del 2016) che, per i numeri che interessano la nostra regione, risolverebbe la quasi totalità delle problematiche legate all’accoglienza dei lavoratori stagionali rendendoci regione pilota anche nella gestione dei flussi migratori. I sindacati e gli agricoltori dimenticano che fino a qualche anno fa nei contratti provinciali, firmati da entrambi con i propri rappresentanti, era previsto il coinvolgimento degli agricoltori per il reperimento degli alloggi, casualmente sparito negli accordi provinciali successivi, in cui veniva delegato/scaricato sulla Regione, era previsto il buono pasto ed ora c’è stato un arretramento contrattuale. In spregio ad ogni diritto è previsto un capitolo per gli immigrati come fossero dei lavoratori a parte.

Tutti insieme dimenticano di fare pressione su chi di competenza per la realizzazione dei 3 centri di accoglienza per i lavoratori stagionali (due nel Vulture-Melfese e uno nel Metapontino) già finanziati con 15 milioni di euro, soldi che sicuramente tra un po’ verranno dirottati da qualche altra parte. E poi si parla di disoccupazione.

Nel frattempo -aggiungono Castelgrande e Passarelli-si continuano a fare “tavoli e incontri” in Prefettura con l’unico risultato che dopo trent’anni siamo al punto di partenza, cioè in eterna emergenza e con i lavoratori stagionali alla ricerca del casolare abbandonato. Ma si ricostruiranno i ghetti. A questo punto sarebbe cosa buona e giusta che prima del prossimo “tavolo/incontro” i partecipanti passassero una settimana lavorando insieme ai lavoratori stagionali e alloggiando nei casolari abbandonati, forse ci penserebbero su due volte prima della prossima ordinanza di sgombero.

E che dire del fatto che a lor signori sfugge il dato che tutti i lavoratori storici che risiedevano nel Vulture- Alto Bradano sono andati via in Piemonte e a Pordenone a causa della mancata accoglienza e integrazione in Basilicata? Per il resto, finora, sono chiacchiere a vuoto. Siete però sempre in tempo per invertire la rotta, dipende solo da voi”.