Salari e stipendi bassi: “occorre un conflitto sociale ordinato e civile, più scioperi”

Gli italiani hanno, perso fiducia in strumenti collettivi, privilegiando la ricerca di soluzioni individuali ai problemi
Gli italiani hanno, perso fiducia in strumenti collettivi, privilegiando la ricerca di soluzioni individuali ai problemi. In questa condizione giocano un ruolo determinante la posizione dei sindacati, che sempre meno riescono a rappresentare il panorama frammentato dei lavoratori nel nostro Paese, e le scelte politiche degli ultimi anni. Io penso che in Italia si facciano pochi scioperi, bisognerebbe farne di più: uno dei nodi principali della società italiana è il basso livello dei salari e degli stipendi.
E’ un nodo sociale che penalizza il lavoro dipendente, i ceti medi e medio bassi, ma è anche un tema macroeconomico poiché questa situazione contribuisce a tenere troppo compressa la domanda interna, in particolare in un momento storico in cui l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto dei cittadini. Ciò dipende da una moderazione salariale estremamente forte che ha caratterizzato il nostro paese negli ultimi vent’anni; al contrario di quanto accaduto in paesi simili come Spagna, Francia e Germania. Penso che il sindacato in Italia sia indebolito o abbia scelto, forse, una strada meno conflittuale e più difficile; credo che sia mancata da tempo una forte spinta sociale in favore dell’aumento dei salari, in un conflitto sociale ordinato, civile, che è il succo della democrazia e delle relazioni industriali in cui le parti fanno ognuna il proprio mestiere. È evidente che le aziende non possano aumentare gli stipendi schioccando le dita ma, in linea molto generale, il sistema produttivo italiano si è molto adagiato su una concorrenza basata su bassi salari.
Penso che l’arma dello sciopero conservi tutta la sua forza, guardiamo cosa è accaduto negli Stati Uniti dove i lavoratori sindacalizzati dei principali stabilimenti automobilistici per la prima volta da tantissimi anni hanno fatto uno sciopero lungo e hanno ottenuto miglioramenti salariali significativi. Anche in Germania, caratterizzata da un sindacato particolarmente attivo, sono stati ottenuti livelli retributivi che tengono meglio il potere d’acquisto. In questa fase storica l’Italia si caratterizzi per pochi scioperi. Senza predicare la sovversione dico che ci vuole una spinta maggiore e che scioperare è una delle armi più forti che i lavoratori hanno per ottenere condizioni migliori. Bisogna anche dire, che il mondo del lavoro si è molto frammentato per cui il sindacato non riesce più a rappresentare tutti i lavoratori. E’ un tema di fondo delle società contemporanee, in particolare dell’Italia.
L’iniziativa però non è del singolo ma di chi lo rappresenta, sia sul fronte sindacale che politico. La mia personale valutazione è che questa rappresentanza dovrebbe essere più combattiva, ovviamente nel rispetto delle forme, delle modalità di programmazione e con manifestazioni civili. C’è certamente un problema di frammentazione e di difficoltà di rappresentanza; c’è un problema politico di ruolo, di chi era al Governo e all’opposizione in questi anni, dei partiti del centrosinistra che hanno seguito una linea diversa; e c’è grande sfiducia tra i cittadini sulla possibilità di un’azione collettiva, non c’è dubbio, ognuno cerca, molto più di prima, una soluzione individuale ai propri problemi, si crede meno nelle soluzioni collettive. Sono tanti i problemi della società italiana, non è facile. Servono più scioperi? Si bisognerebbe farne di più.