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Dopo il temporale nel Vulture, “le olive tutte a terra. Mi viene da piangere”

29 agosto 2024 | 12:05
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Dopo il temporale nel Vulture, “le olive tutte a terra. Mi viene da piangere”
Le olive cadute a terra con il temporale

Il racconto di un olivicoltore: “Già la siccità ci aveva messo del suo. La grandine di ieri ha fatto il resto”

“Che peccato, mi viene da piangere”. È inconsolabile Mario, che stamani in fretta e furia è andato a sincerarsi delle condizioni del suo oliveto, tra Cappa Bianca e San Savino, a Ripacandida, dopo il temporale misto a grandine che ieri si è abbattuto sul Vulture. Quaranta minuti in cui si è scatenato l’inferno. Ci mostra le foto, che solo in parte descrivono quanto accaduto.

“In questa zona è arrivato più forte che altrove, e la grandine ha fatto il resto”, osserva Mario, che aggiunge: “Già l’annata era stimata al 40% della produzione rispetto allo scorso anno, se tutto fosse andato bene, ma con quest’acqua di ieri, su ogni albero sono rimasti al massimo 2 chili di olive dove l’anno scorso ce n’era un quintale. È sconcertante”. Chi vive e ama questa terra, a novembre raccoglie le olive ed è un modo per sentirsi parte di questa montagna, il Vulture. Tutti raccoglitori, fruitori e tifosi delle sue sconfinate risorse. E invece…

“Quando sono arrivato all’oliveto pensavo che solo nella parte alta si fossero concentrati i danni – prosegue, amareggiato – ma poi camminando camminando ho visto che era così dappertutto. Olive e rami a terra. E quelle pochissime olive ancora rimaste sull’albero sono state punte dalla grandine, quindi cadranno a breve”. E ancora: “È come se qualcuno avesse messo le reti a terra e le avesse raccolte. Pari pari…”. Questa la sensazione che ha provato, stamani, nel vedere gli ulivi già così spogli, ad agosto. Nel pomeriggio di oggi, inoltre, è prevista ancora pioggia.

“Piove sul bagnato a questo punto, ormai è andato quasi tutto perso”, conclude, senza nascondere un’intima delusione. Ovviamente non sarà così dappertutto nella zona. Non tutti avranno subito danni, ieri, dal potente temporale. Ma al di là di tutto, se Mario piange, non rideranno certo gli altri olivicoltori dell’area del Vulture. Che non sarebbe stato l’anno delle olive si era capito già nei mesi scorsi. La forte siccità, la calura senza precedenti, non hanno affatto permesso al frutto di crescere, maturare. E i pochi fortunati che raccoglieranno qualcosa, a novembre, non rideranno di certo. Ne riparleremo tra un paio di mesi. Anche se il dado ormai è tratto. O così pare. Grandi quantità lo scorso anno. Mentre oggi è già tempo di magra. Le piante spoglieOlive a terra