Crisi idrica, il Consorzio di Bonifica e le motopompe “selvagge”

23 agosto 2024 | 09:33
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Crisi idrica, il Consorzio di Bonifica e le motopompe “selvagge”
Le motopompe
Crisi idrica, il Consorzio di Bonifica e le motopompe “selvagge”
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Crisi idrica, il Consorzio di Bonifica e le motopompe “selvagge”
Crisi idrica, il Consorzio di Bonifica e le motopompe “selvagge”
Crisi idrica, il Consorzio di Bonifica e le motopompe “selvagge”

I cittadini hanno diritto di sapere che cosa mangiano e se il cibo proviene da campi irrigati con acqua contaminata?

Durante questa fase di siccità abbiamo assistito a due filoni di marcia sull’utilizzo dell’acqua irrigua: da fiumi e da canali e altri corpi idrici. La Regione Basilicata aveva concesso al Consorzio di Bonifica l’utilizzo delle acque del Basento per uso irriguo. Autorizzazione poi negata nei giorni successivi. Negata alla luce del risultato degli esami microbiologici, espressamente richiesti ad Arpab dall’amministrazione comunale di Pisticci, nel punto per l’emungimento dell’acqua del Basento in località Destra Basento “pompe Valtellina”, prelevata lo scorso 5 agosto. Esami che “evidenziano una contaminazione microbiologica di tipo fecale ascrivibile alla presenza di microrganismi, quali escherichia coli, coliformi fecali ed enterococchi che sono considerati generalmente “organismi indicatori”, più o meno specifici, di contaminazione di natura fecale”. Dunque, rispetto all’uso delle acque del Fiume sappiamo al momento com’è andata a finire. Non sappiamo molto, invece, dei canali e gli altri corpi idrici, a parte qualche post-denuncia dell’ex sindaco di Pisticci.

Il dubbio

Il Consorzio di Bonifica della Basilicata avrebbe, settimane fa, mandato due autisti in due diverse località italiane, si parla di Roma e Ravenna, per prendere in prestito diverse motopompe per l’emungimento dell’acqua. Di questo fatto non compare traccia, ad oggi, nell’albo pretorio del Consorzio, ove si parla solo di manutenzione e carburante per le motopompe del consorzio, senza elencarne il numero. Il dubbio è che si voglia utilizzarle o si stiano utilizzando per prelevare acqua irrigua da fiumi, canali e pozzi, bypassando, pericolosamente, le procedure. I dubbi crescono anche perché nell’ albo pretorio del Consorzio stranamente manca qualsiasi atto che parli del cedimento del tunnel della diga di San Giuliano. Episodio che avrebbe ulteriormente limitato l’erogazione idrica e di cui ne ha dato un qualche riscontro informativo la Tgr Puglia. In Basilicata non se ne è parlato.

Alcune domande

Il presidente del Consorzio Giuseppe Musacchio ha insistito molto per l’uso delle acque del Fiume Basento. In una nota, del 31 luglio scorso, inviata, tra gli altri, all’Arpab e alla Regione, scrive: …Sta di fatto che, nelle ultime settimane il già sindaco di Pisticci, dott. Di Trani, evidentemente non aggiornato ne circa gli esiti degli accertamenti eseguiti dagli organi competenti dallo stesso investiti nel 2011 e men che meno informato circa gli esiti della procedura di monitoraggio e caratterizzazione di cui al citato D.M. del 2021, ritenendo tuttora valido il suo “editto”, sta ponendo in essere un’attività di disinformazione, che sta ingenerando un allarmismo assolutamente ingiustificato, e di delegittimazione sia nei confronti dell’attuale Amministrazione Comunale di Pisticci, sia del Consorzio e sia della stessa Regione Basilicata (rea a suo dire, di aver rilasciato l’autorizzazione all’attingimento pur in presenza della sua vecchia ordinanza del 2011), finalizzata ad impedire l’attingimento. Come sappiamo questa sua insistenza non ha avuto esito, almeno per quanto riguarda, formalmente, il fiume Basento.

E il resto? Ci chiediamo che cosa stia succedendo con la squadra interna al Consorzio che starebbe gestendo le motopompe sulla fascia jonica: con quali pareri ambientali e sanitari Musacchio sta facendo emungere acqua? Il decreto siccità non autorizza il Consorzio a deroghe di sorta.  Per quanto ci risulta, l’acqua dovrebbe essere analizzata prima dall’Arpab e dell’ASM, per definirne la classificazione con un annesso parere. Poi va stabilito se l’utilizzo è consentito sopra foglia, o solo sul suolo. Ma Arpab è in grado di svolgere queste analisi? ASM è stata scavalcata o ha dato un parere? Il consumatore finale ha diritto di sapere cosa mangia e se viene da campi irrigati con acqua contaminata? I depuratori di Acquedotto Lucano quali garanzie possono fornire sull’utilizzo irriguo del refluo?

Esiste una classificazione delle acque ad uso irriguo, esiste un controllo su come questa acqua sia stata usata sino ad oggi, esiste il parere sanitario e dove sono gli atti del Consorzio che spiegano la faccenda? Da dove hanno preso le motopompe e da quanto temo sarebbero attive, e quali terreni hanno irrigato? Tutte domande che richiedono doverosamente una risposta pubblica e sulle quali pare calato il silenzio. Restiamo in ascolto. Nelle foto  le motopompe e alcuni punti in cui sarebbero state usate.  Fiume agri Scanzano Recoleta

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