Cpr Palazzo San Gervasio, Cgil: si faccia chiarezza

6 agosto 2024 | 11:08
Share0
Cpr Palazzo San Gervasio, Cgil: si faccia chiarezza
Foto di repertorio

“La situazione è esplosiva, il Centro va chiuso”

“I fatti che si sono verificati al Centro per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio esigono chiarezza. La morte del diciannovenne ci lascia sgomenti e butta nuovamente ombre sulla gestione del centro”. Lo affermano il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito, e la segretaria generale Fp Cgil di Potenza, Giuliana Scarano. “Per fortuna – proseguono – sembra che la rivolta generata all’interno del centro, già oggetto di un’inchiesta della magistratura per maltrattamenti agli ospiti, sia rientrata grazie anche all’intervento del personale che opera all’interno, del personale di polizia e degli operatori del 118, cui va il nostro più sentito ringraziamento. Riteniamo che la situazione rimanga tuttavia esplosiva – aggiungono Esposito e Scarano – e che episodi del genere possano verificarsi da un momento all’altro, mettendo a repentaglio non solo la vita degli ospiti ma anche degli operatori e del personale esterno chiamato a intervenire con urgenza.

Negli ultimi tre mesi la Fp Cgil di Potenza ha registrato e denunciato diversi episodi di aggressione a personale dell’equipe 118 intervenuta per prestare soccorso agli ospiti della struttura, reputandoli episodi sentinella di una situazione che aveva oltrepassato il limite.

I Cpr, come già più volte chiesto dalla Cgil, vanno chiusi in quanto non garantiscono il diritto d’asilo e il rispetto dei diritti umani. Ribadiamo che accoglienza e inclusione devono essere le linee guida di nuove politiche dell’immigrazione nel segno dell’umanità. Non possiamo accettare che la nostra Costituzione e i diritti vengano calpestati. Non è accettabile che i migranti vengano rinchiusi in questi lager, privati dei più elementari diritti e in condizioni spesso disumane. I Cpr sono frutto di una politica migratoria che guarda esclusivamente a operazioni di controllo e contenimento e non alla gestione del fenomeno migratorio, ai diritti e alla necessità di guardare alle persone che arrivano come nuovi europei e pezzi già esistenti della nostra società.

Una visione distorta del reale – sottolineano Esposito e Scarano – e dei principi di questo Paese: nessuna strategia da parte del Governo che non fa alcuno sforzo per considerare i migranti non come stranieri ma come titolari di diritti. Il rischio della mancanza di strategia, come è evidente anche nel caso di Palazzo San Gervasio, sia per quanto riguarda il Cpr sia per quanto riguarda la disastrosa accoglienza dei braccianti stagionali, è che si riproduca una stagione di ghetti e di disagio sociale nei singoli territori e che l’accoglienza continui a rimanere un tema esclusivo del ministero dell’Interno mentre dovrebbe e potrebbe rappresentare un ambito ampio in cui al centro ci siano i diritti, i servizi e si possano riattivare economie, valorizzando anche territori marginalizzati e spopolati se coinvolti tutti gli attori in campo: Governo, Regioni, Comuni, terzo settore, sindacati – concludono Esposito e Scarano – potrebbero rappresentare ciascuno per la propria competenza un motore di evoluzione in termini di diritti umani, sviluppo dei territori, tutela dei diritti, lotta allo sfruttamento”.