Cpr di Palazzo San Gervasio: ecco l’inferno descritto nella relazione del Tavolo Asilo

28 agosto 2024 | 10:09
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Cpr di Palazzo San Gervasio: ecco l’inferno descritto nella relazione del Tavolo Asilo

Il 10 agosto 2024 tre parlamentari italiani , 4 consiglieri regionali, delegati Arci e CGIL, hanno visitato la struttura. Pronta la relazione che sarà illustrata in una conferenza stampa a Roma. In esclusiva i punti salienti della relazione e la bozza del documento

Al fine di capire cosa fosse successo all’interno del CPR di Palazzo San Gervasio il 05 agosto 2024, data della morte del povero Oussama, e, più in generale, al fine di capire meglio le condizioni in cui versa il CPR in questione, il Tavolo Asilo ha organizzato una visita ispettivapresso il CPR di Palazzo San Gervasio il giorno 10 agosto 2024 con la partecipazione di tre parlamentari italiani , 4 consiglieri regionali, oltre una folta delegazione formata da medici, infermiera, avvocati, mediatori culturali, delegati Arci e CGIL.

L’accesso della delegazione alla struttura di Palazzo San Gervasio è stata decisa dopo la tragica morte del giovane Oussama Darkaoui, un giovane di 22 anni nato in Marocco e trattenuto nel CPR di Palazzo San Gervasio dal mese di maggio. La morte, avvenuta in circostanze poco chiare e su cui sta indagando la Procura della Repubblica di Potenza, ha portato ad una notte di proteste da parte degli altri “ospiti” della struttura, e ha creato un’attenzione mediatica a livello regionale e nazionale di non poco conto. Nel resoconto della visita emergono situazioni da chiarire. Il Tavolo Asilo ha in programma una conferenza stampa a Roma nei prossimi giorni, in cui sarà illustrata la relazione nei dettagli. Qui ci limitiamo a pubblicarla a grandi linee.

Il Centro ha una capienza complessiva di 128 posti distribuiti su 16 moduli. A seguito delle proteste del 5 agosto scorso, 1 modulo è stato dichiarato inagibile dai Vigili del Fuoco per danni strutturali al tetto. Quindi, al momento della visita i moduli potenzialmente utilizzabili risultano essere 15 per un totale di 120 posti. In realtà, già in precedenza, in base a quanto riferito dalla direttrice del centro – la dottoressa Catia Candido, la struttura aveva avuto una riduzione di posti e non veniva utilizzata completamente. Più precisamente, nel mese di aprile la disponibilità era di 96 posti, mentre al momento della visita le presenze registrate erano 89. Oltre al modulo abitativo dichiarato inagibile dai Vigili del Fuoco per problemi strutturali al tetto, un secondo modulo si presentava non agibile a causa della presenza di oggetti e materiali di vario tipo distrutti e depositati all’esterno delle stanze.

Sul punto è importante sottolineare che, durante la visita ispettiva effettuata con il Consigliere Cifarelli, a specifica domanda rivolta alla direttrice sulla disponibilità di posti e sulla necessità di spostare i ragazzi, la stessa aveva escluso tale eventualità in quanto la struttura era ancora in grado di ospitare tutti i trattenuti presenti prima delle proteste senza problemi di sovraffollamento. Dichiarazioni che stridono con la decisione della Prefettura di Potenzadi “mettere in libertà” tra i giorni 07/08 e 08/08 n. 14 trattenuti con la seguente motivazione “cessazione del trattenimento …. a seguito di riduzione capienza nel Centro di Palazzo San Gervasio disposto con provvedimento Prefettizio protocollo n. 0070407 de 06.08.2024”.

Vediamo alcuni punti della relazione che riguardano le condizioni di vita dei trattenuti

Nel modulo 16 constatiamo problemi in particolare nel bagno: pavimento molto sporco, turche anche, una delle docce non aveva più il “rubinetto” e si configurava dunque come un buco nel muro da cui usciva acqua. I trattenuti avevano tappato lo scarico di uno dei lavabi in modo da poter accumulare dell’acqua al suo interno: riferiscono di aver iniziato a farsi la doccia riempiendo di quell’acqua un tupperware di plastica e rovesciandosela in testa. Nella stessa acqua fresca accumulata in quel lavabo i ragazzi tentavano di tenere al fresco una bottiglia di coca cola, “l’unica cosa fresca che riusciamo a bere”. (…) In generale gli ambienti appaiono angusti e sporchi. Constatiamo (in tutti e tre i moduli) forti scrostamenti sul muro di tutti i loculi del bagno. Nel modulo 8 una porta della doccia è praticamente scardinata e tenuta su con un legaccio di stoffa.

(…) Dal punto di vista igienico, alle carenze delle strutture destinate alla pulizia personale, si aggiungono le carenze delle dotazioni che vengono date ai ragazzi per la cura della persona. Ad ogni trattenuto vengono consegnati n. 5 bustine di shampoo da 0,47 ml per l’igiene personale settimanale. Viene anche dato loro un lenzuolo di carta per coprire il materasso che dovrebbe essere cambiato con carenza periodica ma, nel corso della visita, abbiamo visto davvero pochi materassi dotati di lenzuola. La maggior parte dei trattenuti utilizzano infatti asciugamani o lenzuola provenienti dall’esterno per coprire il materasso e per coprirsi. Alcuni ragazzi hanno infine lamentato la mancanza di biancheria intima e in generale di vestiario. Ad ogni “ospite” dovrebbero essere dati due slip, due magliette e due pantaloni che sono costretti a lavare nelle celle in quanto la lavanderia non viene utilizzata (non funziona o nessuno risponde quando i ragazzi chiedono di utilizzarla). Un ragazzo ha anche mostrato di non indossare le mutande in quanto non gli erano state fornite.

(…)  Nel corso della visita abbiamo potuto assistere alla somministrazione dei pasti da parte della Cooperativa a cui è affidato il servizio in subappalto. I pasti sono arrivati e sono stati distribuiti nei diversi moduli alle ore 13.00 circa. Nessuno degli operatori ascoltati e neppure la direttrice hanno saputo fornire precise informazioni sulla provenienza del cibo. L’unica informazione che abbiamo ricevuto dalle persone ascoltare riguarda la società che provvede alla preparazione dei pasti. Non è stato possibile sapere dove avviene la preparazione e il confezionamento dei pasti. I pasti sono stati serviti all’interno di contenitori di plastica ermeticamente chiusi privi di qualsiasi etichetta che indicasse ingredienti, data di confezionamento, luogo di preparazione, ecc. I ragazzi hanno lamentato la qualità del cibo fornito affermando che, di fatto, ogni giorno viene loro propinato un piatto di pasta. Nello specifico abbiamo potuto constare che alcuni piatti emanavano cattivi odori e che alcuni cibi apparivano poco cotti. Il pranzo del giorno prevedeva patate, fetta di tacchino (probabilmente), wurstel poco cotto, pasta al pomodoro, mela. Poco e scadente. I ragazzi hanno paura della presenza di farmaci nel cibo.

(…)  Nel corso della visita -scrivono i redattori della relazione – abbiamo avuto modo di interagire con numerosi “ospiti” del CPR di Palazzo San Gervasio. La maggior parte di loro riportavano evidenti segni di autolesioni sul corpo (braccia e gambe) e diversi trattenuti presentavano problemi psico-fisici. Alcuni di loro sono apparsi in condizioni più problematiche e siamo riusciti ad interagire con loro in maniera più approfondita.

In particolare, nel modulo 6:

  • 4752 ha la mano rotta. Sostiene che il medico l’abbia visitato sbrigativamente e abbia detto che andava tutto bene;
  • 4594 ha -17 diottrie di miopia e una lente a contatto rotta che non riesce a farsi sostituire. Sostiene di essere stato amico/figura paterna di Oussama e di averlo visto morire. Piange, dice che il giorno prima Oussama stava bene, ma che il giorno che è morto, anche se è stato disteso dormiente per ore nel cortile esterno, non sia stato chiamato nessuno a soccorrerlo;
  • 4644.  Era seduto in un angolo, con 35+ gradi all’esterno indossava sia una camicia che una felpa pesante. Avvicinato a noi dagli altri interagisce sorridente ma palesemente sedato, i compagni dicono che mentalmente sta molto male.

Invece, nel modulo 8 c’è una persona che urla e delira. Purtroppo non abbiamo avuto possibilità di avvicinarlo. Ancora, nel modulo 12:

  • 4697 ha un braccio rigonfio, lamenta di essere stato percosso da un agente della “squadra bianco” proprio nel punto dove in passato ha subito una operazione e quindi ha un inserto di ferro. Ha molti tagli da autolesionismo sul petto e sulle braccia. Quando si avvicinano il medico o la direttrice si agita e li insulta
  • 4719 ha avuto un’operazione alla testa per cui ha una protesi nel cranio. Riporta di soffrire di crisi epilettiche. Chiediamo al medico, che conferma che è in terapia antiepilettica e che non ha mai avuto una crisi da quando è trattenuto;
  • 4708 ha subito in passato un’operazione alla gola, ha una brutta cicatrice e la mobilità ridotta del collo. Necessiterebbe forse visita e fisioterapia che comunque gli sono negate
  • 4703 ha gravi problemi odontoiatrici. Ha già scontato 7 anni in prigione.

Ci fermiamo qui, in attesa della conferenza stampa in cui saranno illustrati maggiori dettagli, consegnata la relazione completa e definitiva e forniti i suggerimenti e le richieste della delegazione. Qui la bozza della relazione non definitiva

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