Bolognetti: lettera aperta ai presidenti Bardi e Pittella
“Quello che vi chiedo è di fissare ora, subito, la data di un Consiglio regionale straordinario con un unico punto all’Ordine del Giorno: la nomina del Garante dei detenuti.” Intanto, dal 18 agosto il segretario dei Radicali lucani inizia lo sciopero della sete per sostenere una causa di civiltà. La risposta di Bardi e Pittella
Signor Presidente della Giunta regionale, signor Presidente del Consiglio,
con questa mia non intendo certo toccare le corde del sentimento, ma di certo quelle della Costituzione, dello Stato di diritto e dei diritti umani. Lo faccio nella consapevolezza, ahimè, che da troppo tempo su una serie di questioni, non solo attinenti la giustizia e le patrie galere, il nostro è, sul piano tecnico-giuridico, uno Stato criminale incapace di rispettare la sua propria legalità.
So bene che incombe il Ferragosto e che l’intero Consiglio è disperso sulle spiagge italiane e non, ma so anche che da ben quattordici anni in Basilicata non viene istituita la figura del Garante dei detenuti, che io più appropriatamente definirei Garante della “Comunità penitenziaria”. Quattordici anni sono una vita e lo sono a maggior ragione per coloro che nelle nostre infami galere sono ristretti o ci lavorano (penso in particolare al corpo degli Agenti di Polizia Penitenziaria).
Quattordici anni, Presidente Bardi; quattordici anni, Presidente Pittella. Una vita, una eternità. Se nel 2010 il Consiglio e la Giunta mi avessero ascoltato, la Basilicata sarebbe stata in materia una Regione pilota. Ahimè, oggi siamo invece l’unica regione italiana in cui il Garante non è stato nominato (Vedere sito del Ministero della Giustizia).
In un Paese come il nostro, spesso perso alle ragioni del diritto e dei diritti e in cui la Costituzione scritta è stata sostituita dalla Costituzione materiale, tutto questo potrebbe apparire normale, routine. Ma io, Presidente Bardi, Presidente Pittella, a questa routine non voglio e non posso rassegnarmi.
Mentre tutti noi siamo in spiaggia o in montagna, in compagnia di familiari e amici, nelle nostre carceri, che farebbero vergognare Beccaria e Mario Pagano, si crepa non solo di caldo, ma si susseguono suicidi e c’è un sovraffollamento da mattatoio. E quando dico mattatoio, Presidenti, lo dico da persona che ritiene che ogni essere vivente dovrebbe essere trattato con dignità.
Le nostre carceri sono da troppo tempo luoghi di tortura, ma senza torturatori, perché ad essere torturati da uno Stato assente e inadempiente sono i detenuti, gli Agenti di Polizia Penitenziaria e tutti coloro che nel carcere ci lavorano e hanno a cuore la Costituzione.
Oltre dieci anni fa, in sede di inaugurazione dell’Anno Giudiziario ricordai ai convenuti le parole forti, belle, intense pronunciate da un servitore dello Stato, direttore di un carcere e sindacalista, il dr. Enrico Sbriglia: “Siamo stati, in verità, ricacciati negli angoli più bui di uno Stato che non sembra in grado di mantenere fede agli impegni e alle promesse solenni celebrate nelle sue leggi”.
So, ne sono certo, voglio credere, che questi temi incontrano la vostra sensibilità di rappresentanti delle massime Istituzioni regionali, di uomini e di politici. So anche che forse stiamo per sanare una inaccettabile ferita inferta allo Stato di diritto in questi lunghi anni di attesa.
Ho deciso, per parte mia, di accompagnare la vostra azione, con un digiuno nonviolento (solo acqua) a partire dal 3 agosto; così come ho deciso di passare allo sciopero della sete a partire dalle ore 23.59 del 18 agosto.
Quello che vi chiedo – e non è un ricatto nella misura in cui parliamo di un diritto e di diritti – è di fissare ora, subito, la data di un Consiglio regionale straordinario con un unico punto all’Ordine del Giorno: la nomina del Garante dei detenuti.
Volere è potere ed è talmente vero che nell’agosto del 2018 il Consiglio fu reiteratamente convocato, anche di notte, a ridosso del Ferragosto per cambiare la legge elettorale.
Spero, ma lo spero di cuore, che questa mia trovi ascolto e una vostra risposta positiva. Occorre far presto, occorre far subito e davvero non possiamo aspettare un minuto di più di fronte all’incendio che divampa. Lo dobbiamo ai detenuti, alla Costituzione, al corpo di Polizia penitenziaria e a direttori come il dr. Sbriglia. *Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani.
Di seguito il testo della lettera inviata dai presidenti di Giunta e Consiglio regionale, Vito Bardi e Marcello Pittella, a Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, che annuncia di voler passare dal digiuno allo sciopero della sete invocando un Consiglio regionale d’urgenza per istituire il Garante dei detenuti.
Caro segretario, caro Maurizio,
Seguiamo da giorni la tua azione non violenta, comprendendone bene le ragioni che sentiamo nostre e condividiamo; così come abbiamo letto con attenzione la lettera che hai voluto rivolgere al nostro indirizzo. Siamo consapevoli che l’istituzione della figura del Garante per i detenuti sia necessaria, ed ancor di più oggi, e che sia la giusta espressione di uno Stato di diritto e dei diritti. In questo senso, ciascuno per il proprio ruolo precipuo, sentiamo di rassicurarti sulla intenzione di portare presto a compimento l’istituzione della figura. L’iter è infatti già stato avviato e sarà presto oggetto dei lavori delle competenti commissioni consiliari, per approdare poi in Consiglio. Sentiamo di assumere un impegno affinché questo avvenga alla ripresa dei lavori, e certi della fiducia che vorrai riporre in noi, ti invitiamo a sospendere le sciopero della fame in corso e di conseguenza a non intraprendere quello annunciato della sete. Sapremo onorare la sollecitazione ad un impegno che era già iscritta nelle nostre agende e che ha trovato in te un ulteriore pungolo.