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Stellantis Melfi, “situazione difficile, produzione dimezzata”

8 luglio 2024 | 14:35
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Stellantis Melfi, “situazione difficile, produzione dimezzata”

I dati in un report della Fim Cisl

Stellantis nel primo semestre 2024 produzione in calo a 303.510 veicoli (- 25,2 %), in forte calo rispetto al 2023. In rosso tutti gli stabilimenti, tranne Pomigliano e Atessa Lvc, dove comunque rallenta la crescita. Si prospetta una produzione a fine anno poco sopra i 500 mila veicoli. Il Governo rispetti l’impegno di convocarci entro luglio a Palazzo Chigi per definire impegni e garanzie per il rilancio di un settore in difficoltà. Delle 47.020 auto prodotte, il 39% è rappresentato da 500x, il 27% da Jeep Renegade e il 34% da Jeep Compass. Il dato produttivo sul primo semestre rispetto all’anno precedente è fortemente negativo -57,6%. In termini di volumi è lo stabilimento che perde la maggiore quantità di auto, con 63.800 unità in meno rispetto al 1° semestre 2023. La Fim Cisl commenta i dati in una nota.

Nel primo trimestre-nello stabilimento di San Nicola di Melfi- gli stop produttivi collettivi sono stati complessivamente 28 giorni, nel secondo 37 per un totale di 65 gestiti con il Contratto di solidarietà. Negli altri giorni l’utilizzo del Contratto di solidarietà è stato nel primo trimestre del 23% pari ad una media di 1282 lavoratori ogni giorno, peggiorando nel secondo trimestre con un 40% su una media di 1500 lavoratori giornalieri. Il venir meno di quote rilevanti di produzione, ha comportato delle ripercussioni negative in termini occupazionali, che si sono affrontate con vari strumenti alternativi ai licenziamenti, come le incentivazioni all’uscita su base esclusivamente volontaria (dal 2021 ad oggi ha coinvolto quasi 1.700 lavoratori portando l’occupazione a 5.425). Da metà maggio 2023 la turnazione nello stabilimento si è ridotta passando da 17 a 15 turni, ma da inizio anno di fatto si sta viaggiando su due turni.

La situazione di Melfi è comunque difficile e complessa. Soprattutto nella fase di transizione verso i cinque nuovi modelli multibrand sulla piattaforma Bev STLA Medium, che certamente rappresentano una risposta positiva in termini di prospettiva futura per lo stabilimento lucano, ma che in questa fase di preparazione ha comportato la stipula di un nuovo Contratto di Solidarietà con scadenza 4 agosto 2024, che verrà rinnovato entro fine del mese. Inoltre la situazione sui volumi per il mese di luglio, vede nella seconda settimana un fermo produttivo per 5 giorni.
Negli ultimi incontri, al Mimit e con a.d. di Stellantis, ci hanno confermato i cinque i modelli, di cui uno sarà la Jeep Compass ibrida e comunicato il cronoprogramma per l’avvio delle nuove produzioni e l’intreccio con le attuali. Nello specifico nel 1° trimestre 2025 partirà la salità produttiva della prima vettura full electric a marchio DS, poi a seguire entro il 2006, verranno lanciate le altre quattro due Jeep, una Ds e una Lancia.
Quattro modelli saranno full-electric con possibilità di motorizzazioni ibride e uno in versione ibrida. La produzione stimata a regime dei 5 modelli sarà di circa 260 mila vetture anno, che secondo la direzione aziendale dovrebbe saturare l’impianto. Anche per l’indotto la situazione è molto critica, c’è la necessità di garantire l’uso di ammortizzatori, stiamo agendo a livello istituzionale, sia ministeriale che regionale, per avere tutte le garanzie legate ed evitare impatti negativi a livello occupazionale. Attualmente nell’indotto sono occupati circa 3.000 lavoratori.

Gli incontri svolti in sede ministeriale per noi devono rappresentare l’ambito dove ottenere quegli elementi di garanzia che oggi non abbiamo e non abbiamo ricevuto a tutt’oggi da Stellantis e dalle istituzioni. E’ necessario che il gruppo sia impegnato a dare priorità nelle forniture alle aziende del comprensorio, ma nelle stesso tempo, bisogna sostenere le aziende fornitrici nel processo di ammodernamento e di transizione verso le nuove produzioni. Inoltre, è indispensabile agire sull’accordo di programma e sulle strumentazioni a disposizione nelle aree di crisi complessa per attrarre altri nuovi investimenti e per tutelare i lavoratori dell’area di Melfi.