Povera Basilicata!

10 luglio 2024 | 14:05
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Povera Basilicata!
La nuova Giunta

Radiografia politica della nuova Giunta regionale

La nuova Giunta Bardi è praticamente vecchia, così come è vecchio, nonostante alcuni nuovi ingressi, il Consiglio regionale. In pratica, l’esecutivo nominato ieri dal presidente è, a dir poco, insoddisfacente almeno sotto il profilo politico e delle competenze. Al momento salviamo soltanto Cosimo Latronico che ha già dimostrato moderazione nel linguaggio, stile, spessore, competenze. Certo non la pensiamo come lui, tuttavia bisogna essere intellettualmente onesti. Aspettiamo di vederlo all’opera nel settore delicato della sanità e nella gestione del Pnrr. Il resto della truppa è ben noto ai nostri lettori. Non c’è da aspettarsi granché, semmai qualche altro guaio in aggiunta a quelli già accertati nel corso della precedente legislatura.

Partiamo da Pasquale Pepe che, da senatore della Lega per tutta la scorsa legislatura, ha tenuto le mani in pasta nella precedente Giunta Bardi. Insomma, una voce in capitolo in quanto esponente di spicco del partito di Salvini al Sud. Da lui, amico di imprenditori in diversi settori, in particolare nell’eolico e nel fotovoltaico, stiamo aspettando ancora risposte a precise domande di quando era senatore e sindaco del paese crocevia degli interessi sull’energia “pulita”. Clicca qui e anche quie se hai tempo, anche qui

Francesco Cupparo, ha già dimostrato di essere inadeguato su tutti i fronti relativi alla sua delega. Non da meno i grossi problemi con la lingua italiana. Clicca qui, anche qui e se sei curioso clicca anche qui. Ci sarebbe altro da aggiungere, ricordiamo soltanto la sua guerra personale contro la cultura.

Carmine Cicala, eletto consigliere regionale nel 2019 con la Lega di Salvini, nel febbraio 2023 annusa il vento e passa nelle file di Fratelli d’Italia. Da ex presidente del Consiglio regionale non ha dato prove entusiasmanti, mentre ha dimostrato di essere, insieme al fratello Amedeo, un abile raccattatore di voti. Un campione dei discorsi vuoti: parla senza dire nulla. Clicca qui. Famoso anche per i suoi vuoti di memoria. Clicca quiOra è diventato assessore con delega all’Agricoltura. Siamo nelle mani della provvidenza. Facciamo gli auguri agli agricoltori: buona fortuna. Nell’ultima dichiarazione ammette che a decidere il suo ingresso in Giunta sono stati Meloni e Lollobrigida, tanto per essere chiari su chi comanda.

Laura Mongiello, esterna, esponente del Sistema trasversale lucano, è la novità dell’esecutivo. Non se la sono sentita quelli di Italia Viva-Orgoglio Lucano, ex Pd, di sponsorizzare oltre modo la cognata di Luca Braia, Maria Antezza, data per probabile assessore donna. Avrebbero superato i limiti della decenza. Hanno ripiegato su Mongiello, entrata in quota Polese-Braia e amici vari, per un assessorato che Pittella avrebbe voluto in quota Azione: Ambiente e transizione energetica. Ma chi è Laura Mongiello? Lo leggiamo da un profilo da ella stessa scritto: Laureata in scienze e tecnologie alimentari nell’anno 2000, mi sono iscritta dal 2002 all’Ordine dei Tecnologi Alimentari di Basilicata e Calabria, di cui sono stata vicepresidente e successivamente presidente dal 2016 sino a maggio 2023. All’inizio del mio percorso lavorativo mi sono dedicata ad attività di ricerca scientifica, proseguendo poi nella consulenza nel settore pubblico e privato e specializzandomi, in modo particolare, nel comparto della Ristorazione Collettiva. (Lavora anche per Serenissima ristorazione s.p.a.) Ho ideato e sviluppato diversi programmi di educazione alimentare per enti pubblici, in modo particolare nelle scuole, e per organizzazioni del terzo settore. Dal 2015 mi sono dedicata al contrasto allo spreco alimentare, lungo l’intera filiera agroalimentare, in quanto impegno deontologico della nostra figura professionale. Le diverse esperienze lavorative maturate nel settore agroalimentare hanno consentito di implementare la mia formazione, con la consapevolezza che livelli elevati di competenza si possano raggiungere solo investendo costantemente sulla alta formazione professionale. Con un profilo del genere vuoi che non le assegnassero la delega a un settore delicatissimo che richiede competenze non solo politiche che, a quanto pare, non ha. L’Ambiente e la transizione ecologica sono settori controversi, complicati e nulla hanno a che fare con le mense degli operai di Tempa Rossa e di Viggiano. Ma tant’è. La politica ragiona diversamente: questo a te, questo a me. Lo stesso Bardi ha appena dichiarato che le competenze non servono: “Agli assessori non chiedo competenze specifiche ma lealtà per portare avanti le azioni di governo”. Grande statista.

Vito Bardi, non solo è uno statista, ma è anche un creativo. Infatti, introduce un’altra novità, anzi la ripropone a distanza di cinque anni: i Sottosegretari. “Li proporrò – ha appena dichiarato – alla prima giunta ma per la loro attivazione bisognerà apportare una modifica dello statuto. Ho appositamente mantenuto le deleghe che trasmetterò ai sottosegretari senza portafoglio”. Cinque anni fa disse la stessa cosa, ma il progetto fallì, chissà perché. Voi vi chiederete: ma a che servono questi sottosegretari, sono necessari? Nel 2020, l’allora presidente della Commissione Affari Istituzionali, il leghista Pasquale Cariello, assicurò: “l’incarico è previsto a titolo gratuito, salvo il rimborso delle spese sostenute.” Sì ma a che servono? Lo spiegò all’epoca sempre Cariello: “servono a consentire al governo regionale di poter partecipare alle numerose sedi istituzionali in cui necessita o comunque è opportuna la presenza di un rappresentante istituzionale e non esclusivamente tecnico della Regione”. Siccome sappiamo che nelle precedenti legislature e Giunte regionali questa grave necessità non è stata mai avvertita, vi traduciamo e riproponiamo il concetto. “Abbiamo fatto promesse elettorali e qualcuno aspetta un incarico, una nomina di prestigio, una postazione di comando, così ci siamo inventati i sottosegretari”. Dunque, l’incarico non serve a distribuire indennità e stipendi, ma tesserini per partecipare alle riunioni che contano, per interloquire con i ministeri e con le altre articolazioni dello Stato, per farsi delegare alle trattative con i sindacati o con le multinazionali, per rappresentare la Giunta e magari infilare qualche pacco agli assessori. Non vorremmo che i sottosegretari servissero anche ad accontentare qualche oppositore. Ormai, da queste parti, tutto è possibile.

Comunque sia, la Basilicata ha ben altre emergenze. E questi giochetti “istituzionali” hanno il sapore di una banale offesa all’intelligenza dei cittadini.  Grave, se tra le deleghe a Francesco Cupparo ci fosse anche quella alla Cultura, un Sangiuliano lucano non possiamo permettercelo. Dobbiamo immaginare che la Cultura sarà delegata a un Sottosegretario senza portafoglio, tanto per dimostrare quanta importanza si attribuisce al settore. Cari lettori, questo è tutto, al momento, dal palazzo della Regione dove fischia di nuovo il vento del cambiamento sulla sedia a dondolo: ci si muove senza spostarsi.

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