Autonomia differenziata: un sussulto di dignità dalla Basilicata?

30 luglio 2024 | 09:12
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Autonomia differenziata: un sussulto di dignità dalla Basilicata?
Marcello Pittella

Potrebbe essere la prima Regione di destra a chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli: Pittella, Morea e Polese permettendo

Mentre scrivo siamo a 270mila firme contro l’Autonomia Differenziata di Calderoli solo sul sito on line e questo qualche nervosismo lo sta creando in specie dalle parti della Serenissima. Tant’è che su Treviso Today se la prendono con il senatore Dem Martella, reo di aver firmato per l’abolizione della legge Calderoli. Baccagliano anche contro Occhiuto chiedendogli “ma sei con la Lega o con il M5S”. In realtà dovrebbero essere i calabresi a chiedere a Occhiuto se sta con i veneti o con i calabresi e anche noi lucani dovremmo chiedere a Bardi da che parte sta: con i lucani o i veneti. Nel mentre per il tramite di Salvini i veneti si stanno facendo pagare il flop della Pedemontana dall’odiato Pantalone con la riforma delle concessioni delle autostrade, e dopo che Pantalone ha pagato anche le sventure di AntonVeneta e delle Banche Venete.  Insomma in Veneto i politici ci sanno fare, bravi vi possiamo assumere per un mesetto giusto per abrogare questa schifezza di legge? Difendono gli interessi del Veneto anche contro quelli più generali della cosiddetta Nazione dei sedicenti patrioti e anche a scapito delle altre regioni d’Italia. E però c’è un sogno che si può verificare: che un sussulto di dignità arrivi dalla nostra amata Basilicata.

Ad aprile 2024 Vito Bardi venne confermato Governatore. A renderlo possibile, oltre al supporto dei partiti della precedente tornata elettorale del 2019 ossia FdI, Lega e FI, si sono aggiunti Italia Viva, che ha eletto come consigliere Mario Polese, e Azione, che nella declinazione lucana si chiama Marcello Pittella, attuale presidente del consiglio regionale, e Nicola Morea, consigliere.

La maggioranza può quindi contare su 13 consiglieri: il governatore Bardi, i due di Azione, Polese di Italia Viva, due per la Lega Tataranno e Fanelli, quattro per FdI, tre di Forza Italia. Ora accade che le due consigliere del M5S, Araneo e Verri, insieme alla minoranza che conta otto consiglieri, presentino una mozione che impegna la giunta a chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli, meglio nota come spacca-Italia, e di presentare ricorso alla Corte Costituzionale.

Scusate ora se faccio un poco di matematica ma stante le dichiarazioni dei leader nazionali la mozione, che sarà votata il 2 agosto p.v., dovrebbe essere approvata e fare della Basilicata la prima regione di destra a chiedere il referendum abrogativo della Autonomia Differenziata. Infatti sommando ai voti della minoranza quelli di Pittella, Morea e Polese si arriva a 11 consiglieri su 21.

C’è da finire sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali ma … ma … e ma a tenere il boccino sono i soliti centristi della politica ‘sseria’ e le cose non sono così scontate. Pittella e Morea difficilmente potranno esimersi dal votare a favore della mozione. Infatti, a parte le incerte direttive di Calenda, il primo, quando Bardi nella scorsa consigliatura appoggiò nella conferenza Stato – Regione la riforma Calderoni, dichiarò che si trattava di “…un atto di puro egoismo personale e politico che nulla ha a che vedere con il destino della Basilicata e con le prospettive di benessere dei suoi cittadini” e il secondo, in un appassionato intervento nell’ultimo consiglio del 17 luglio u.s., spiegò con lucidità tutte le ragioni contro questa legge. Vero è che Pittella e Calenda ci hanno abituato a tutto e a ben altro ma, si spera, che anche per loro ci sia un limite di decenza.

Il ‘ma’ va quindi cercato da un’altra parte. Mi riferisco a Mario Polese. Ex coordinatore delle contestatissime primarie che vide vincere Marcello Pittella nel 2013 e suo pupillo, poi consigliere regionale del PD, di cui nel 2017 venne eletto segretario regionale. Ancora in consiglio regionale nel 2019 passa poi con Italia Viva e di questo partito è ora rappresentante in consiglio. Dovrebbe essere un voto certo, viste le esternazioni di Renzi ma, come direbbe Bersani, “l’acqua è questa qua” e in quest’acqua Polese ha imparato a navigare bene. E quindi sempre nel consiglio del 17 luglio scorso Polese, che è anche avvocato e pubblicista, si è esibito in un ‘contorcinato’ numero da azzeccagarbugli esprimendo un tormento dell’anima tra le giuste ragioni di chi è contro l’Autonomia e le ragioni espresse nello strampalato discorso di Tataranno, consigliere leghista. Ma che? Niente e niente il nostro Renzino si vuole astenere? Caro Polese, lo saprà anche lei che l’astensione non è una astensione ma un voto contrario e che qua ‘nisciuno è fesso’? Mi spiace ma in questa votazione i ruoli di Pilato e Salomone non ci sono. O di qua o di là. Capisco che tra un assessorato già in tasca e il credito con il perennemente traballante Bardi e il fare gli interessi del proprio territorio Ella sia portato a far pendere l’ago della bilancia lontano dagli interessi dei lucani che l’hanno votata. Resta, in tal caso, da capire cosa diranno gli ‘abbocadores’ dei suoi elettori. Io qualcuno lo conosco: glielo chiederò.

Anche perché dei politici che fanno gli asini in mezzo ai suoni e pensano solo ai fatti propri ne siamo francamente stufi e nauseati e a favore della Autonomia Differenziata non ci sono argomenti. A meno di non considerare argomenti le fesserie della ‘sfida’ e della classe dirigente del sud da rinnovare. Senza pudore! Pensate che non sappiamo che, per esempio, il consigliere Napoli, che afferma questo, sarebbe il primo da rinnovare visto che fa parte da decenni di quel ceto che ha rovinato il Mezzogiorno. Vedremo cosa accadrà il 2 agosto. Zaia e la Lega difendono gli interessi del Veneto, Bardi, Tataranno, Fanelli, Aliandro, Casino, Picerno, Leone, Fazzari, Galella, Napoli pure. Vedremo Polese.  Ma, per una volta, sorprendeteci e rendeteci orgogliosi di voi!