Autonomia differenziata, qualche nota stonata in Consiglio regionale

17 luglio 2024 | 19:49
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Autonomia differenziata, qualche nota stonata in Consiglio regionale

Incommentabile l’intervento di Leone di FdI che butta la palla sugli spalti parlando di Stellantis e chiama ‘signorina’ la consigliera Araneo

Date le questioni in gioco ho voluto seguire per intero il dibattito di oggi, 17 luglio, in Consiglio Regionale sulla Autonomia Differenziata. Devo dire un dibattito composto, con poche note di colore e qualche piccola sgrammaticatura. Nel complesso però buono, con poche eccezioni, e che dà una caratura confortante a gran parte del Consiglio uscito dalle scorse elezioni. Le eccezioni sono però terrificanti.

Il compito oggettivamente più difficile dal punto di vista argomentativo è stato quello della maggioranza che ha ripetuto il mantra: ‘è una legge che deriva dalla sinistra che prima di noi l’ha costruita e resa possibile’. Ma quale è la logica? La sinistra ha fatto fesserie e noi di destra non le possiamo fare? Magari però fatene di nuove, poffarbacco! Che si sappia però che a furia di fare scemenze la sinistra le elezioni le ha perse.

E poi sentire qualche consigliere affermare che ‘già oggi c’è un divario Nord Sud’ con l’aria di dire che il divario è un fatto compiuto e irreversibile e quindi ‘perché tutte queste storie?’ fa cadere le braccia.

E infatti il leghista Tataranno non ha fatto altro che riprendere il racconto delle responsabilità della sinistra ma si è guardato bene dall’entrare nel merito della legge. A un certo punto del suo intervento, a dire il vero, ha dato la sensazione di dire qualcosa sul contenuto quando ha detto “poi mi si è accesa la luce” ma, evidentemente, questa luce si è subito spenta e non si è capito quale pensiero abbia illuminato. Devo anche dire che vedere lui e Fanelli in abito da yuppies con cravatta Marinella o simil tale e l’Alberto da Giussano sul risvolto della giacca mi ha fatto specie: manco fossimo a Piazza Affari a Milano. Avvisateli: l’abito non fa il monaco e non sono al Pirellone, sembrano più infiltrati del Mossad sul pratone di Pontida. Ma entrambi continuano a non capire, o fanno finta, che la torta è una e se qualcuno ne mangia un fetta più grande agli altri ne competerà una più piccola.

Incommentabile l’intervento di Leone di FdI che butta la palla sugli spalti parlando di Stellantis e dicendo ‘ma ora vi accorgete che c’è il divario Nord Sud?’, confonde i numeri delle royalties e chiama ‘signorina’ la consigliera Araneo. Mal gliene incolse perché la Consigliera aveva già messo al suo posto il presidente Pittella che l’aveva punzecchiata con sufficienza. Anche con Leone ci ha messo un attimo a fargli abbassare la cresta. Spero che entrambi, Pittella e Leone, siano solo dei rimasugli di un asfissiante sistema patriarcale che fa scappare le menti libere dalla regione. Insieme a Tataranno e Fanelli conquista il podio degli interventi peggiori e che mi fanno ritenere che, forse sì, al Sud un problema antropologico c’è.

Molto divertente invece l’intervento di Galella. Più che un consigliere, sembrava un coach della squadra della parrocchietta accanto formata da brocchi irrecuperabili preso da furia motivazionale. Però a Galella voglio ricordare che se lui incontra un centenario questo di per sé non dimostra la qualità di vita in Basilicata. Una rondine non fa primavera infatti l’attesa di vita media alla nascita per i lucani è solo al 17° posto in Italia, peggio fanno solo Sardegna, Molise, Calabria, Sicilia e Campania. Al primo posto invece il Trentino Alto Adige. Poi Galella si avventura sulla questione dello spopolamento che dice attraversi tutta Italia, anche il Trentino. Anche qui però dovrebbe sapere che negli ultimi 5 anni, in cui in Basilicata ha governato il suo mentore Bardi, la popolazione regionale è diminuita del 4,47%. Solo il Molise ha fatto peggio con -4,73%. Nel Trentino invece, nello stesso periodo, la popolazione è cresciuta dello 0,75%. Poco, ma è cresciuta. E comunque, a quanto ha raccontato, incontra sempre persone che gli magnificano la realtà lucana e le sue potenzialità in ogni settore ma mai nessuno che gli dica che in Trentino la spesa pubblica viaggia ogni anno intorno ai 28.000 euro pro capita mentre in Basilicata è intorno ai 18.000. Ecco, se Galella ci dirà come quando e perché in Basilicata ci sarà una spesa pubblica pari a quella del Trentino qualche pensierino sulla autonomia lo possiamo fare. Prima però ci assicuri che da ora in poi fumerà solo roba di prima qualità (a scanso di citazioni in tribunale avviso lui e i lettori che è una battuta. Ma l’impressione la dava).

Stucchevole e vuota la retorica di Napoli sulla sfida alle istituzioni meridionali. Ma le sfide devono essere eque, bisogna essere tutti ai blocchi di partenza. Napoli, in modo irritante, fa finta di non accorgersi che mentre alcune regioni sono già arrivate altre devono ancora uscire dagli spogliatoi. Fa anche finta di non sapere che le royalties ai comuni della Val D’Agri sono una compensazione per danni ambientali dalle estrazioni e non una distribuzione di benefici a scapito della uguaglianza.  Si fa ancora finta che il punto in discussione sia l’autonomia mentre invece è la parola che segue: differenziata. Con questa legge diritti e servizi sono differenziati in base al luogo di residenza e per sempre. Ho seguito con interesse gli interventi di tutti ma questo è stato il più urticante per il livello di proditorietà delle argomentazioni e per le tante parole che hanno riempito il nulla delle sue argomentazioni. Intervento noioso. Persino Fanelli alle sue spalle sbadiglia.

Polese palesa il suo imbarazzo. Il suo leader massimo, Matteo Renzi, si è espresso chiaramente contro l’autonomia e a favore del referendum ma è in maggioranza con Bardi, che prima di profferire verbo cerca di capire dove vadano a parare la discussione e il voto. Insomma un intervento cerchiobottista. Buono, più deciso e articolato l’intervento di Morea.

Le minoranze entrano nello specifico della legge, in specie con gli appassionati interventi di Araneo, Verri, che hanno prodotto la mozione, Lacorazza, con una interessante ricognizione storica del regionalismo, oltre a Marrese, Cifarelli, (particolarmente convincenti), Bochicchio e Vizziello che spiegano attraverso quali meccanismi di finanziamento e quali procedure si sta perpetrando l’ennesima truffa al Sud.

In apertura di seduta era stata esaminata la richiesta di Chiorazzo di rinviare il voto in modo da dargli il modo di partecipare risolti i suoi problemi di salute. La richiesta, con apprezzabile fair play, è stata evidentemente accolta poiché il voto è stato rinviato al prossimo consiglio.