Autonomia differenziata oggi in Consiglio regionale: che farà Marcello Pittella?

9 luglio 2024 | 10:14
Share0
Autonomia differenziata oggi in Consiglio regionale: che farà Marcello Pittella?
Vito Bardi e Marcello Pittella

Il presidente del parlamentino lucano un anno fa tuonava contro questa riforma. Adesso difenderà gli interessi lucani e del Sud?

“Ma, mi si nota di più se firmo la richiesta di referendum abrogativo sulla Autonomia Differenziata o se non la firmo?” Questo dilemma deve aver tormentato i sonni di Carlo Calenda che prima di prendere una linea politica ci pensa e ci ripensa e dopo aver finalmente deciso … cambia subito idea. Tanto che ormai anche nelle domande a risposta multipla invece di Sì, NO, Non so si chiede Sì, NO, Calenda.

E però stabilito che “Mi si nota di più se non firmo” poi occorre motivare il gran rifiuto e l’aver rotto, oltre ai ‘giroscopi’ di molti, il fronte comune delle opposizioni sulla Autonomia. E qui c’è veramente un colpo di genio: “Il referendum è un suicidio. C’è il rischio che la gente non vada a votare e non si raggiunga il quorum”. Beh ragazzi, tanto di cappello. Il rischio delle devastazioni sul tessuto sociale e sull’afflato, già moribondo, unitario del Paese non conta. Meglio non combattere nemmeno una battaglia dagli esiti così incerti, secondo lui.

Però lo capisco. Se si fosse chiesto: “Ma dove lo trovo il 4% di italiani che mi votano per raggiungere il quorum alle europee?” non si sarebbe presentato evitando così una figura cacina.

E quindi,  poiché si è reso conto che ormai qualsiasi minchiata dica agli italiani poco gliene cale, pensa che questo valga per tutti e che sindacati, PD, Sinistra, M5S , associazioni, comitati civici, compreso il Comitato referendum Basilicata, che da mesi si battono contro questa legge siano, come lui, non in grado di mobilitare l’elettorato italiano che invece è sempre più attento su questa legge.

Carletto è però più smagato di quanto voglia apparire perché dietro questo c’è anche Maristella Gelmini, la ‘Calderoli’ dell’agenda Draghi, e sua seguace, e non è che ne abbia tante, e poi la Basilicata. Cosa c’entra la Basilicata? Molto. Cosa importa a Calenda della Basilicata? Nulla.

Perché accade che le consigliere regionali del M5S, presentino una mozione urgente che sarà discussa oggi 9 luglio che, tra l’altro, chiede l’impegno del Governatore e della Giunta “con propri atti e provvedimenti a:

  • procedere nel presentare ricorso, ai sensi dell’art. 127 Cost. contro il DDL approvato, dinanzi la Corte Costituzionale entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge stessa;
  • richiedere referendum, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e a norma della legge n. 352/1970 per abrogare la legge sull’autonomia differenziata ed indicando come segue i termini del quesito che si intende sottoporre alla votazione popolare:

volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86: “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art. 116 terzo comma, della Costituzione?”

Alle scorse regionali Pittella schierò Azione con Vito Bardi e il centro destra e si è attovagliato alla presidenza del Consiglio Regionale a seguito di un accordo appena chiuso per la formazione della giunta regionale. Tra le altre cose il Governatore Bardi gli ha usato la cortesia di attendere che disbrigasse la pratica delle elezioni europee per ben due mesi e ‘noi basilichesi’ abbiamo pazientemente atteso i comodi suoi e di Calenda.

Ma, poco più di un anno fa, Pittella in consiglio tuonava: “Il voto favorevole all’autonomia differenziata espresso dal Presidente Bardi in Conferenza Unificata Stato-Regioni è un atto di puro egoismo personale e politico che nulla ha a che vedere con il destino della Basilicata e con le prospettive di benessere dei suoi cittadini.”

Di certo ad appoggiare la mozione pentastellata ci sono le due consigliere del M5S, i quattro del PD, quello dei verdi e quello socialista per un totale di otto consiglieri su 20. Probabilmente la voterà anche Polese, di Italia Viva visto l’orientamento del suo leader nazionale e per il fatto che il suo voto non è determinante. Ma il Voto dei due consiglieri di Azione sarebbe decisivo e metterebbe la giunta di Vito Bardi in minoranza costringendo la Regione a schierarsi con le altre che chiedono il referendum abrogativo e a fare ricorso alla corte costituzionale.

La posizione di Calenda potrebbe essere la ‘terza via’ che consentirebbe a Pittella di defilarsi con un arzigogolato intervento almeno sulla richiesta di referendum vagheggiando sul rischio astensionista. Motivazione non valida però per la richiesta di ricorso in Corte Costituzionale.

Cosa farà oggi l’ex gladiatore che solo un anno fa tuonava contro questa riforma? Difenderà gli interessi lucani e del Sud o si trasformerà insieme a Rosa, Mattia, Latronico eccetera in quello che Briatore chiamerebbe un ‘blablatore’ qualsiasi e farà anche lui: “un atto di puro egoismo personale e politico che nulla ha a che vedere con il destino della Basilicata”? A breve vedremo cosa sapranno inventare Calenda e Pittella. Per il momento osservo che la politica ‘seria’ e Calenda sono un ossimoro.