Università della Basilicata: tra il dire e il fare c’è di mezzo qualcosa che non va
I proclami televisivi della prorettrice alla comunicazione e le novità banali
Intervistata dalla Tgr Basilicata, la prorettrice dell’Unibas delegata alla Comunicazione, ha esposto tutte le novità e i cambiamenti che riguardano l’ateneo lucano. Le sue parole ci hanno lasciati molto perplessi e vediamo perché. La prima grande novità è il nuovo logo che risponderebbe simbolicamente alle grandi e presunte innovazioni in atto. Ci sembra poco, anzi nulla. L’altra grande innovazione sarebbe il concorso per 23 posti di amministrativo. Anche qui, di novità c’è nulla. Il concorso è obbligatorio sia per i pensionamenti che hanno creato dei vuoti nell’area amministrativa sia per la necessità di ampliarla nell’amministrazione centrale e a medicina. Ovviamente il posto amministrativo tra i più ambiti è quello della segreteria didattica del dipartimento di Medicina per il quale ruolo è stato bandito il concorso. Scommettiamo che a vincere sarà una persona a cui tutti pensano? Ne riparleremo.
Ma la narrazione sulla svolta nei Dipartimenti appare ancora più retorica delle altre. Nei dipartimenti è cambiato nulla, anzi la situazione è peggiorata, altro che novità. La verità sarebbe un’altra. E’ stato necessario riformulare la composizione dei dipartimenti con i docenti già presenti, è un obbligo di norma, in quanto se si decide di aprire medicina, entro tre anni e cioè adesso, si deve creare un dipartimento di Medicina che in tal caso sarebbe il sesto. E non si può. perché l’Unibas non ha il numero di docenti necessario per averne di più.
E proprio a causa di questa circostanza tutti i docenti si sono dovuti ridistribuire. E questo travaso da un posto all’altro non ha nulla a che fare con una visione, o una strategia. Tutto è lasciato alla libera scelta dei docenti: chi vuole andare qui va qui chi vuole andare lì va lì. Perciò tutta l’area umanistica e nono solo si è compattata in una sorta di fusione tra il vecchio DISU (dipartimento di scienze umane) e il DICEM (dipartimento delle culture europee e mediterranee). Un “minestrone” che comprenderà anche economisti e giuristi oltre che storici, filosofi, letterati, architetti e chi più ne ha più ne metta.
Da tenere presente che questo mega dipartimento avrà più della metà degli studenti di tutto l’ateneo soprattutto grazie a scienze dell’educazione e scienze della formazione primaria, sarà quindi una ulteriore baraonda per gli studenti. Inoltre, avrà due sedi, Matera e Potenza, e chissà dove si svolgeranno i consigli di dipartimento e le altre attività istituzionali. Magari un mese a Matera e un mese a Potenza. E magari alternativamente a distanza, per via telematica. In tal caso sarà un pasticcio. Si vuole ulteriormente delegittimare la sede di Matera? E se volesse, la prorettrice, nella sua narrazione televisiva, fare riferimento ad un ampliamento delle scelte di corsi, basterà ricordare che i piani di studi in ambito umanistico sono pressoché obbligati e rimangono invariati e comunque uno studente di Potenza certo non sceglierà un corso a Matera e viceversa.
Dunque, i dipartimenti saranno sempre cinque, non potrebbero essere di più, come abbiamo già detto. Il Dipartimento “minestrone”, quello che accorpa DISU e DICEM, si chiama DIUSS, (Dipartimento di innovazione umanistica, scientifica e sociale), gli altri 4 dipartimenti sono scienza, agraria, ingegneria e, ovviamente, quello di medicina dove, chiaramente si è spostato anche il rettore: d’altro canto è un corso di laurea finalizzato alla ingegneria biomedica.
Tuttavia “l’innovazione”, non disturberà affatto le comodità dei docenti, si continuerà con i corsi svolti in un mese e mezzo o in tre mesi, ma con lezioni da tre ore (si fa per dire) tenute solo in due giorni alla settimana. Insomma, si fa lezione il pomeriggio e la mattina del giorno dopo, così si torna a casa, fuori sede.
La prorettrice, che abita a Bologna, nella sua narrazione parla di innovazione per il proselito di nuove matricole attraverso una campagna innovativa e accattivante di cui però non parla per non rovinare la sorpresa… E quando partirà questa campagna? Vorremmo segnalare che ad agosto gli studenti avranno già scelto dove andare.
In fine, la grande strategia per non lasciare che le eccellenze e i talenti lucani, vadano via dalla Basilicata. “Dateci il 5 X 1000 e faremo borse di studio per i diplomati più bravi e meno abbienti”. Ma che strategia è? Eppure, il rettore, si è scomodato a scrivere una lettera indirizzata ai docenti, alle studentesse e agli studenti dell’Unibas: “Da quest’anno intendiamo investire in maniera più significativa in progetti sociali a beneficio della nostra Comunità. Desideriamo, innanzitutto, attrezzare adeguatamente, presso i Campus universitari, una “stanza delle necessità”, affinché le mamme studentesse e chiunque si trovi in condizioni di fragilità possano usufruire di uno spazio protetto e idoneo alle proprie esigenze. Vorremmo, inoltre, premiare le diplomate e i diplomati delle scuole secondarie di secondo grado della Basilicata, meno abbienti e più meritevoli, incentivandone, al contempo, l’iscrizione presso il nostro Ateneo, così da trattenere le eccellenze, far fiorire i talenti, crescere insieme.
Ecco, ciò che per alcuni è innovazione, per altri è fuffa. Noi siamo tra quelli che, al momento, pensano che l’Unibas faccia rumore sul nulla per coprire il silenzio sulla discutibile gestione dell’Ateneo.
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