Potenza, l’inadeguatezza del candidato sindaco Francesco Fanelli

9 giugno 2024 | 23:28
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Potenza, l’inadeguatezza del candidato sindaco Francesco Fanelli
Francesco Fanelli

Un navigatore nel mare della politicanza molto istruito sull’uso delle scialuppe di salvataggio di se stesso. Non ha lasciato segni, ma crepacci

Chi è Francesco Fanelli candidato sindaco leghista? Appena dopo la laurea nel 2009 a 28 anni viene eletto consigliere comunale a Potenza nel partito del Popolo delle libertà.  Durante la consiliatura 2009-2014 diviene vicepresidente del gruppo consiliare del PDL e vicepresidente della III e IV Commissione consiliare permanente. Rieletto alle elezioni comunali del 2014, ricopre per l’intera legislatura la carica di vice presidente del Consiglio Comunale di Potenza.

Nel maggio 2018 diventa segretario provinciale della Lega. Nelle elezioni regionali del marzo 2019 viene eletto consigliere nel partito di Salvini, il 10 Maggio 2019 viene nominato Vicepresidente della Giunta Regionale. Nella Giunta di Vito Bardi farà l’assessore alle Politiche agricole e forestali e poi l’assessore alla Sanità. Insomma, un navigatore nel mare della politicanza molto istruito sull’uso delle scialuppe di salvataggio di se stesso. Non ha lasciato segni, ma crepacci. Ama fare propaganda in modalità boomerang.

Tempo fa, da assessore regionale alla Salute, ebbe a dire: “Sono possibilista, ma occorre soprattutto non confondere i piani: sulla Sanità pesano le scelte sbagliate del passato. Ma in pochi anni proprio su questo settore dove c’è già ampia delega alle regioni la Basilicata è riuscita a fare passi in avanti enormi, sia in termini di qualità dei servizi offerti ai cittadini che di risanamento del bilancio”. Tutti sanno com’è andata finire: servizi per la salute nel caos e sanità commissariata, per un buco da 80 milioni.

Il 27 maggio scorso, ebbe a dire: “sui giovani serve una strategia di lungo respiro e di visione lungimirante. Istituirò l’assessorato ai giovani che dovrà essere l’avamposto della prossima giunta a difesa delle nuove generazioni. Si tratta di un incentivo che voglio dare ai giovani… Fanelli ritiene che un assessorato costituisca un incentivo, un avamposto a difesa… ma aggiunge che lo vuole dare lui, come se la città fosse un regno e lui il re. Tuttavia nei suoi lunghi anni di politico avrebbe potuto, ma evidentemente sua maestà non ha voluto.

Ma le sue esternazioni continuano a tamburo battente: “Potenza senza i giovani non esiste. Dovremo lavorare su edilizia residenziale pubblica, imprenditorialità giovanile, formazione digitale, rigenerazione degli spazi, sport e attività culturali e ludiche.” Evidentemente, con tutto questo lavoro da fare, il suo collega di partito ex sindaco Guarente è stato con le mani in mano. Evidentemente Fanelli in tutto quel tempo non ha voluto suggerire consiglio al suo amico Mario.

Insiste con la sua vuota retorica: “Dobbiamo migliorare la qualità della vita dei giovani a Potenza, anche insieme all’università, che deve essere un’occasione vera, e non persa, per Potenza. Anche in considerazione dei tanti milioni che ogni anno la Regione trasferisce a Unibas. Noi abbiamo le idee chiare per il futuro di Potenza. Una visione chiara, credibile, affidabile”. Chissà dov’era quando la Regione trasferiva i fondi all’Unibas in questi anni, evidentemente aspettava di avere le idee chiare sul futuro della città, in attesa che apparisse la visione. Intanto, dobbiamo ancora capire quali siano queste idee e questa visione. Qui ci scappa il sorriso.

Il 23 maggio ebbe a dire: “Potenza merita dedizione, competenza e passione. Ancora, una volta, anche in questa sfida, metterò tutto me stesso.” Non ricordiamo le sfide di Fanelli, né abbiamo contezza che ci abbia messo tutto se stesso o, forse, il problema di tutti i fallimenti da amministratore, sta proprio nel fatto che ci ha messo tutto se stesso. La dedizione non sappiamo, la passione non l’abbiamo vista, la competenza è tutta contenuta nella crisi di gran parte del comparto agricolo e zootecnico, nel disastro del Consorzio di Bonifica e nello sfascio della sanità.

Il 15 maggio ebbe a dire: “La sinistra che in passato ha ridotto sul lastrico Potenza inventa fake news per attaccare la mia persona. Hanno paura di perdere e cercano il titolo ad effetto. Strumentalizzare la salute dei lucani per fare campagna elettorale è solo l’ultimo mezzuccio per coprire le divisioni di una sinistra perdente. Buoni a nulla ma capaci di tutto. Per fortuna non siamo aggrappati a un passato fallimentare. Con noi Potenza guarda avanti”.  Intanto non sappiamo di quale sinistra parli, non ci risulta che la sinistra – quella vera, che stiamo ancora cercando – abbia amministrato la città negli ultimi 20 anni. Fanelli si confonde, i perdenti di cui parla erano e sono gruppi di interesse trasversali di cui anche il suo Pdl prima e la Lega poi hanno fatto parte. In più, ci è parso di capire in questi anni che i “buoni a nulla” erano tutti seduti nella Giunta di Guarente e in parte tra i banchi della maggioranza in Consiglio comunale.

Insomma, non ci pare che Fanelli abbia lasciato qualche buon segno, crepacci in giro sì.  Il candidato sindaco della “destra” oggi rappresenta semplicemente un gruppo di interessi contrapposto all’altro gruppo che appoggia Vincenzo Telesca e che si definisce di “sinistra”. Liste svuotate di contenuti ideali e riempite di retorica, anche violenta, e di avventurieri che giocano con il futuro della città. Ben sponsorizzati dai potenti di sempre. A parte i propositi miracolosi, chiacchiere e fuffa, offerti al popolo in campagna elettorale, la posta in gioco è ben altra.