Potenza, la città può contare sul “meno peggio”: inopportuni i trionfalismi
Telesca sarà il sindaco di tutti un po’, ma di alcuni lo sarà di più
Il voto per il ballottaggio ha registrato un’affluenza del 15% in meno rispetto al primo turno. In termini assoluti 9mila elettori che l’8 e il 9 giugno hanno votato, ieri e oggi hanno preferito rimanere a casa. Complessivamente sono oltre 26mila i cittadini che hanno disertato le urne. A votare sono andati in 30mila. Un dato sconcertante. E’ evidente che l’astensionismo al ballottaggio è stato causato in gran parte da una campagna elettorale “violenta”, volgare e nello stesso tempo vuota di contenuti e piena di fake news. Parte degli elettori ha percepito il senso di smarrimento dovendo scegliere tra la brace e la padella, tra il peggio e il peggio. Ad essere sconfitte sono la politica e la partecipazione. La città ha perso. L’astensionismo ha danneggiato Fanelli, evidentemente neanche le liste a suo sostegno hanno creduto fino in fondo alla sua candidatura a sindaco. Il dato era già evidente al primo turno quando Fanelli ha incassato il 10% in meno dei consensi ottenuti dalle liste in suo appoggio. Mentre, con lo slogan Battere la Lega, il centrosinistra, si fa per dire, è stato capace di mobilitare più elettori. Continueremo a chiederci perché il centrodestra ha scelto il peggiore dei candidati possibili. Sta di fatto che Telesca, rispetto al primo turno guadagna 7mila voti, mentre Fanelli ne perde 5mila.
Il candidato di centrodestra nel corso della campagna elettorale è apparso sempre più solo. Telesca, invece, ha ben mostrato l’appoggio di mondi imprenditoriali e politici di vecchia data, di coloro che hanno sempre le mani in pasta nei giochi di potere. Certo, Telesca è stato appoggiato anche dai giornali degli editori Donato Macchia e Giuseppe Postiglione. Quest’ultimo ha addirittura curato la comunicazione del candidato. Ma queste testate difficilmente spostano voti e fanno opinione. Tuttavia, il potere economico e altri tipi di poteri capaci di esercitare pressioni sul sistema di relazioni rappresentato da taluni personaggi, hanno giocato un ruolo. Gli appetiti che Telesca ha promesso di soddisfare, se eletto, in campagna elettorale, costituiranno a breve un problema nell’amministrazione della città.
Il risultato a spoglio completato è chiaro: Telesca raddoppia i voti rispetto al primo turno e Fanelli perde circa il 6% dei consensi ottenuti due settimane fa. Tuttavia, è bene evidenziare che il nuovo sindaco è stato eletto con il 65% del 54% dei potentini, vale a dire con 19mila voti su 57mila cittadini aventi diritto. Non si può dire che sia uno dei sindaci più amati della storia democratica della città. Come al solito dichiarerà che sarà il sindaco di tutti, ci mancherebbe altro. La nostra perplessità, che esprimiamo da settimane, è che Telesca sarà sindaco di tutti un po’, ma di alcuni lo sarà di più. Tra massimo un anno sarà più chiaro il concetto. Staremo a vedere, magari ci sbagliamo, anzi ci auguriamo di sbagliare. Il primo segnale lo avremo con la nomina degli assessori, anzi con le nomine nel corso del tempo. Lasciamolo amministrare. Lasciamo che dimostri di essere davvero il “meno peggio”. Il nostro giornale farà come sempre il suo mestiere: stare col fiato sul collo del Potere.
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