Peculato nella gestione di un’agenzia onoranze funebri confiscata: a Potenza arrestati padre, figlia e un avvocato

5 giugno 2024 | 11:57
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Due persone sono finite in carcere e una ai domiciliari

La Polizia di Stato, nella mattinata odierna, ha eseguito tre misure cautelari personali: due di custodia cautelare in carcere e una degli arresti domiciliari, nei confronti di Giovanni Quaratino, sua figlia Marilena e l’avvocato Gianluca Molinari. Eseguito anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta della somma complessiva di 79.542,27 euro nei confronti dei tre indagati gravemente indiziati, a vario titolo, del delitto di peculato in relazione alla gestione di un’agenzia di onoranze funebri di Potenza.

Nel corso delle indagini, svolte da personale della Squadra Mobile della Questura di Potenza e della SISCO di Potenza, iniziate nel 2021, sono stati acquisiti numerosi elementi di elevata valenza indiziaria in merito alla perdurante gestione di fatto dell’agenzia di onoranze funebri, sottoposta a sequestro preventivo, da parte dell’indagato.

Si tratta di condotte delittuose molto gravi, portate avanti negli anni grazie al fattivo, determinante e consapevole concorso della figlia di Quaratino e dell’avvocato Molinari, nella qualità di Amministratore giudiziario a suo tempo nominato dal Tribunale di Potenza. Di fatto, l’agenzia che, a seguito del sequestro preventivo, doveva essere un bene sottratto alla disponibilità e gestione dell’indagato e dei suoi familiari è stata in realtà lasciata, grazie alla compiacenza dell’amministratore giudiziario, nella disponibilità diretta dello stesso e, a seguito del suo arresto avvenuto nell’ambito dell’operazione “Lucania Felix”, della figlia, così permettendo agli stessi non solo di proseguire nella gestione della ditta ma di potersi impossessare di una parte degli utili prodotti.

Quaratino e la figlia, assunti quali “necrofori” alle dipendenze della società sottoposta a misura di prevenzione, si sono appropriati di somme di denaro destinate all’agenzia di pompe funebri contrattando direttamente con i prossimi congiunti dei defunti le prestazioni da effettuare e riscuotendo, talvolta in contanti talvolta mediante accrediti su carte prepagate nella loro disponibilità, somme aggiuntive rispetto a quelle indicate nelle fatture emesse dalla società cooperativa ovvero, nei casi di prestazione effettuate senza emissione di fattura, provvedendo ad incassare l’intero prezzo pattuito.

Nello specifico, le indagini hanno consentito di documentare, con riferimento alle annualità 2019, 2020, 2021 e 2022 (fino al mese di ottobre), centinaia di episodi di appropriazione di somme di denaro, quantificate in almeno 531.518,00 euro di cui 79.542,27 euro completamente accertate, versate da parenti di defunti committenti dei servizi funebri con l’Agenzia di onoranze funebri ovvero da Enti pubblici, associazioni sindacali, ordini di categoria, Polizia Municipale, titolari e gestori di agenzie di onoranze funebri sedenti in altri territori per servizi evidentemente resi anche a questi ultimi.
Attraverso tali condotte, l’indagato e la figlia sono riusciti ad appropriarsi illegittimamente di consistenti somme di denaro, effettuando, finanche, successive operazioni speculative con investimenti, intermediazioni e compravendite di pietre preziose, anelli e orologi Rolex, di una serie di autovetture d’epoca, di lusso e di grossa cilindrata, segnatamente Ferrari, Lotus, Audi, Jaguar, Porsche, Mercedes e Oldsmobile, con intestazioni fittizie avvenute con il concorso fattivo e determinante di altri indagati, garantendo un concreto, permanente effetto speculativo e dissimulatorio diretto ad ostacolare l’accertamento sull’origine delittuosa del denaro impiegato.
Si precisa che le investigazioni sono nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, la posizione degli indagati è tuttora al vaglio di questa Autorità Giudiziaria e gli stessi non possono essere considerati colpevoli sino all’eventuale pronunzia della sentenza definitiva di condanna.