In Basilicata è ancora molto diffuso il lavoro irregolare

1 giugno 2024 | 12:29
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In Basilicata è ancora molto diffuso il lavoro irregolare

Il segretario della Uil lucana commenta i dati diffusi dal comando del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Napoli, che ha competenza sulle regioni Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Molise

“I dati diffusi dal comando del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Napoli – che ha competenza sulle regioni Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Molise – sull’attività nel 2023 di vigilanza per la sicurezza sui luoghi di lavoro e per “lavoro nero” con l’individuazione del 36% di lavoratori irregolari e del 15 % di occupati “in nero” testimonia che il lavoro irregolare è ancora molto diffuso in Basilicata e al Sud”. Lo sostiene il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli per il quale l’accertamento per circa 2.300 datori di lavoro delle cinque regioni del Sud di responsabilità relative a violazioni in materia di sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro “è l’altra faccia della medaglia del lavoro sommerso e del caporalato” che registra nello scorso anno da parte del comando del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Napoli 26 attività di contrasto al caporalato con 14 persone deferite in stato di arresto e 79 in stato di libertà per sfruttamento del lavoro e circa 1.500 lavoratori sfruttati individuati.

“E’ evidente che nel contrasto al lavoro irregolare non può bastare la campagna avviata di recente dal Ministero del Lavoro di sensibilizzazione sul valore e sui vantaggi del lavoro regolare”. Per Tortorelli “nel lavoro sommerso si annida spesso l’assenza di tutele anche in materia di salute e sicurezza, ed è bene ricordare che la missione 5 del PNRR, relativa a inclusione e coesione, è connessa ad un “Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso” che è già datato di qualche anno ma che non ha dato i risultati auspicati. Per una programmazione efficace dell’attività ispettiva, nonché del monitoraggio del fenomeno del lavoro sommerso su tutto il territorio regionale, c’è bisogno di intensificare e coordinare il lavoro svolto dall’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), dal personale ispettivo dell’INPS, dell’INAIL, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza facendo in modo, innanzitutto, che i dati confluiscano nel Portale unico nazionale gestito dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro e c’è bisogno di rafforzare il personale lucano di Ispettorato, Inail e Inps addetto ai controlli.

Nei prossimi anni, tra le diverse linee di finanziamento – Pnrr e programmazione 21/27 -, arriveranno in Basilicata alcuni miliardi di euro, una grande opportunità. Bisogna spenderli bene – ha aggiunto – siamo convinti che quando si destinano soldi pubblici alle imprese, ovvero soldi pagati da lavoratori e lavoratrici, pensionati e da aziende virtuose, bisogna darli a quelle imprese che applicano i contratti». Dunque è arrivato il momento che le programmazioni comunitarie si traducano in un reale impatto occupazionale. Finora le tante risorse che sono arrivate non hanno creato occupazione ma lavoro nero e sommerso. Auspichiamo che adesso questa programmazione si trasformi in lavoro di qualità. E per dare maggiore sostegno al Piano per il Lavoro presentato da Cgil, Cisl, Uil, si istituisca una commissione per combattere il lavoro nero, il lavoro irregolare con una particolare attenzione alla sicurezza e alla salute sui luoghi di lavoro che, come riprova il nuovo incidente mortale tra San Fele e Ruvo del Monte, all’ingresso di una cava, con vittima l’autista di un autocarro, anche in Basilicata resta una priorità”.