Gli occhi del colosso cinese Chery su San Nicola di Melfi
Secondo un’indiscrezione del Giornale, “scartata Termini Imerese, ecco accendersi un faro su Melfi”. Sullo sfondo la battaglia sui dazi e la ricerca, da parte del Gruppo, di un secondo stabilimento in Europa dopo quello di Barcellona
La battaglia, che si gioca tra Gruppi titolati in borsa, guarda al futuro. E sullo sfondo ci sarebbero i dazi, che per le auto elettriche che entreranno in Europa dalla Cina, potrebbero salire sino al 48% dal prossimo 4 luglio Partendo da queste premesse, sarebbe più semplice, per i cinesi, produrre direttamente nel nostro continente. E così veniamo a Chery, il terzo produttore del Sol Levante di auto a basse emissioni. Secondo una ricostruzione del Giornale, proprio pochi giorni dopo l’arrivo a Melfi dell’ad di Stellantis (Tavares), in Italia arrivava anche il vicepresidente di Chery Auto, Charlie Zhang.
Stando alle indiscrezioni del quotidiano milanese, lo stesso Zhang, in una call con i giornalisti avrebbe confessato l’intenzione di “aprire un altro stabilimento in Europa dopo quello di Barcellona”. E a Barcellona verranno assemblate 150mila veicoli Chery provenienti da Pechino. Lo stesso Zhang avrebbe speso grandi apprezzamenti sulle bellezze dell’Italia, citando “Ferrari e Pininfarina”. “Emissari cinesi avrebbero visitato il sito di Termini Imerese chiuso nel 2011 – scrive inoltre il Giornale – ma zero sviluppi a causa delle carenze logistiche e Infrastrutturali”. E così, “secondo indiscrezioni ecco accendere un faro su Melfi”.
Se Termini Imerese sarebbe fuorigioco, ecco che Melfi potrebbe essere papabile, per il Gruppo di Pechino. E sempre Chery, sarebbe una delle due case automobilistiche, insieme a Dongfeng, ad essere corteggiate dal ministro del made in Italy (Urso) per incrementare la produzione elettrica in Italia fino al superamento di “un milione di auto l’anno”. Vedremo se l’interessamento del colosso asiatico a Melfi, sia o meno fondato, al di là delle indiscrezioni. Ciò che pare certo, nel frattempo, è che anche Stellantis, in precedenza a favore dei dazi, stia in realtà giocando un’altra partita, di apparentamento, con un blasonato colosso cinese. Ha investito un miliardo e mezzo lo scorso ottobre in Leapmotor, e l’accordo, oltre a prevedere l’arrivo da settembre in Europa di 7 modelli elettrici, potrebbe anche a degli stabilimenti nel Vecchio continente, sempre per arginare i dazi, dove assemblare i prodotti ‘Leapmotor’. Tra le ipotesi, Mirafiori ma anche Tychy (Polonia).
Intanto, notizia appena giunta, slitta il rientro in fabbrica delle maestranze di S.Nicola di Melfi. Stop la scorsa settimana per lavori di adeguamento alla linea. E niente rientro neanche domani mattina, stop dalle 6 alle 14 per mancanza di componenti. Si dovrebbe ripartire col turno di pomeriggio, stando alle news finora rese note e a meno di nuovi colpi di scena.
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