Elezioni a Potenza. Sindaci contro: gli scenari del ballottaggio
La vera campagna elettorale, nel Capoluogo, comincia adesso. Accordi, patti, impegni scritti, pretese, appetiti personali e interessi decideranno le sorti della città
Partiamo dai dati, quelli ufficiali del ministero. Vincenzo Telesca, ha preso più voti delle liste che lo hanno sostenuto: 32,44% lui, 27,38% le liste. Una differenza di oltre il 5%. Anche Smaldone prende più voti delle sue liste: 17,63% lui, 13,61% le liste. Una differenza del 4%.
Fanelli, invece, ha registrato un consenso pari al 40,6%, mentre le liste che lo hanno sostenuto, incassano il 50,92% dei voti. La differenza non è banale: il 10,32%. Se tutte le 7 liste a sostegno dell’ex assessore regionale avessero orientato il voto sul “loro” candidato sindaco, Fanelli sarebbe stato eletto, forse, al primo turno.
Tuttavia, bisogna fare i conti con il voto disgiunto, una manna per gli strateghi delle imprese elettorali. Potremmo dire, in una situazione normale, che gli elettori di centrodestra non hanno gradito molto la candidatura di Fanelli, e quindi la coalizione ha sbagliato a candidarlo. Potremmo anche dire, in una situazione normale, che Vincenzo Telesca è stato più attraente della sua coalizione incassando oltre 2.300 voti in più.
Ad ogni modo, qui a Potenza non siamo in una situazione normale. Perciò è possibile che alcuni esponenti delle liste a sostegno di Fanelli, attraverso la formula del voto disgiunto abbiano orientato il consenso su Vincenzo Telesca. Anzi è certo. Vuoi perché per alcuni candidati nelle liste di centrodestra Fanelli era improponibile, vuoi perché ad altri è stato ordinato il voto disgiunto.
Siamo al solito gioco dei gruppi di interesse: quelli per cui il rosso, il nero e il giallo uguali sono, purché si ricavino dei vantaggi. Come? Semplice: un’amministrazione comunale con una maggioranza risicata o esposta a continui scossoni. In tal modo chi perde in parte vince e chi vince in parte perde. Così loro, i registi, possono girare la frittata all’occorrenza.
Al ballottaggio è probabile – numeri alla mano – che vinca Telesca, ma solo se ci sarà un forte accordo con Smaldone e Giuzio cioè un apparentamento con le loro liste. In tal caso l’eventuale premio di maggioranza sarà distribuito anche sugli ex avversari al primo turno. E qui scatteranno le resistenze dei candidati delle liste che nel primo turno hanno sostenuto Telesca i quali non cederanno facilmente il posto ad altri. Smaldone e Giuzio dovranno mantenere la coerenza nei confronti dei loro elettori: l’eventuale apparentamento non sarà gratis per nessuno. Smaldone e Giuzio porranno condizioni difficili da accettare per alcuni amici di Telesca. Una per tutte, fare chiarezza sulle ombre di varia natura in capo ad alcuni sponsor e a vecchie frequentazioni politiche del candidato del Pd. Tuttavia, non è escluso un ribaltamento della previsione. Potrebbe vincere anche Fanelli, tutto dipenderà da chi sarà in grado più dell’altro di garantire certi poteri cittadini.
La vera campagna elettorale, nella città Capoluogo, comincia adesso. Accordi, patti, impegni scritti, pretese, appetiti decideranno le sorti dei candidati al ballottaggio. Dall’aria che tira prevediamo una consiliatura turbolenta, con alti e bassi, “minacce” politiche, “ricatti” sul voto dei provvedimenti, continui salti della quaglia, chiunque faccia il sindaco. Noi ci auguriamo il contrario, per il bene della città. Staremo a vedere.