Che bella Monticchio, un lunedì di giugno: tesoro di biodiversità ostaggio degli interessi di pochi

3 giugno 2024 | 18:16
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Che bella Monticchio, un lunedì di giugno: tesoro di biodiversità ostaggio degli interessi di pochi
Monticchio

Localini e attività chiuse. Poco rumore, qualche turista, e operai della Forestazione al lavoro

È il primo lunedì di giugno, prima mattina. Con locali e attività chiuse è il miglior momento dell’anno per apprezzare davvero Monticchio. Due giovani turisti si aggirano tra i resti dell’abbazia di Sant’Ippolito e chiedono se ci sia un bar aperto. “No, è troppo presto, a meno che non sia piena estate”, è la risposta che gli viene data. Poco sotto l’abbazia di Sant’Ippolito un’altra area è stata chiusa e sono in corso degli scavi. L’area è stata recintata e alcuni esercenti da lì sono stati mandati via. Scendendo, poco più sotto, sulla destra, ci si affaccia sul lago Piccolo. Qualcuno avrà pensato che la battigia fosse affare privato visto che ci sono dei tavolini, collegati ad un’attività sovrastante. Per mirare il lago bisogna fare un piccolo zig zag. Ma ne vale davvero la pena, visto che più avanti emerge la cartolina per eccellenza, da cui spicca, sulla sponda opposta, la badia di San Michele. Storia e presente, chicca tra le chicche di Monticchio.

Monticchio
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Il lago Piccolo è bellissimo, non c’è un’anima e la primavera avanzata, ma non del tutto, a causa delle piogge e del tempo incerto, gli conferisce un’atmosfera ancora più inafferrabile, quasi mistica. Vale la pena soffermarsi e ascoltare in silenzio… Ma ritorniamo all’ingresso di Monticchio, e andiamo a piedi sul lago Grande. Turisti quasi zero, ma ci sono le squadre della Forestazione al lavoro. Scambiamo qualche battuta. Ma vista l’aria mistica di Monticchio meglio guardare la ‘vetrina’. Non perdersi l’incanto, la magia tra gli specchi d’acqua. Le attività sono tutte chiuse. E tutto è più nudo, visibile. Ci sono scorci dal fascino inquietante. Villini semi abbandonati. E poi dei cartelli degli anni ’80. ‘Enel’, ad esempio, ma anche insegne che riportano alla Provincia, alla Comunità montana. Ed ecco che il passato ritorna minaccioso. Come Piani paesaggistici mai attuati perché ciascun Ente rimpallava all’altro le responsabilità. Un gioco che ha visto gareggiare Regione, Provincia di Potenza, Comuni, Comunità Montana. E tutto rimaneva fermo. Nessuno voleva nemici, a Monticchio, per decenni.

Monticchio
Monticchio
Monticchio
Monticchio
Monticchio, degrado
Monticchio, degrado

La gestione di questo ‘serbatoio’ di biodiversità’ è stata ostaggio, da sempre, degli interessi di pochi. Una inesauribile mangiatoia politica. Questo vortice senza uscita oggi si chiama Parco del Vulture. Prima di tutto si litiga, tra Comuni, anche su chi deve gestire cosa, sulle cariche. E ogni gruppo di interesse prova a mettere i suoi fedeli. Ma forse è meglio tornare alla cartolina di partenza. A quella bellezza che pare irridere tutti: partiti, sindaci, portatori di interesse e intermediatori di ‘cornici’ estive. Con le squadre della forestazione al lavoro, e col silenzio, Monticchio è bella davvero. Proviamo a guardare i due laghi con gli occhi della biodiversità. Come farebbe un’anatra o una bramea. Per il resto, sulla gestione politica, c’è solo da diffidare. E non sarà certo il ‘Parco’ la panacea di tutti i mali. Mali storici. Cambiano solo i nomi.

Monticchio
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