Basilicata, terra d’acqua, alle prese con una grave emergenza idrica
Acquedotto Lucano ha istituito una task force per affrontare la crisi e risolvere i problemi che stanno causando enormi disagi ai lucani. Ma qualcosa non quadra
Ogni mattina, da qualche settimana a questa parte, un lucano o una lucana si alza e sa che dovrà correre…a controllare sul sito di Acquedotto Lucano se la zona in cui abita è interessata da una sospensione idrica. “Guasto improvviso”, “ripristino livello dei serbatoi”, sono le due motivazioni con cui l’ente gestore della rete idrica in Basilicata comunica agli utenti che i rubinetti resteranno a secco. Potenza, Colobraro, Viggiano, Muro Lucano, Venosa, Terranova di Pollino, Ruvo del Monte, Montescaglioso, Rapone, Pignola, Satriano di Lucania, Craco, Irsina, Vietri di Potenza, Balvano, Picerno, Savoia di Lucania, Pignola, Viggiano. Questo, al momento in cui scriviamo, l’elenco dei comuni che dovranno affrontare il disagio, dal primo o tardo pomeriggio di oggi, in alcuni casi dale 21, alle 6-7 di domani. Ma i numeri probabilmente sono destinati a salire come accade ormai da giorni.
Dunque dicevamo dei guasti improvvisi. Causati da? Non lo sappiamo, ma possiamo provare a ragionare sulla base delle dichiarazioni rilasciate dall’amministratore unico di Acquedotto Lucano, Alfonso Andretta, ancora una volta alla Tgr Basilicata: responsabile numero uno di questa situazione è la siccità che “in alcuni casi sta portando al danneggiamento di strutture che vanno riparate”.
Le interruzioni pomeridiane e notturne arrivano fino al mattino del giorno seguente: i cittadini si chiedono come lavarsi per andare al lavoro se alle 7 l’acqua non è tornata. Insomma la situazione pare davvero essere complicata e destinata ad aggravarsi. Tanto che lo stesso amministratore dell’ente gestore della rete idrica, ha parlato di una distribuzione razionata dell’acqua nei prossimi giorni. Insomma la situazione sarebbe grave, al punto che si starebbe pianificando una erogazione programmata dell’acqua soprattutto nei centri più grandi.
E per questo è stata costituita una una task force composta da una sessantina di persone al lavoro per risolvere i problemi e lenire così i conseguenti disagi ai cittadini, magari con autobotti e sacchetti da distribuire ai cittadini. Acqua che in questo caso, come anticipato dalla Tgr, sarebbe fornita da Acquedotto Pugliese.
E allora cosa abbiamo capito di questa emergenza idrica che sta interessando diverse zone della Basilicata, ed in particolar modo il comprensorio potentino? Nel capoluogo di regione e nel territorio circostante, tutti serviti dall’invaso della Camastra, le sospensioni idriche sarebbero dovute ad un guasto ad alcune pompe dell’invaso. Nelle altre aree, comprese quelle del materano, rubinetti a secco causa siccità. Poi abbiamo capito, e non da oggi, che la rete infrastrutturale di Acquedotto Lucano fa acqua da tutte le parti, che i soldi spesi, a vagonate, negli ultimi 30 anni, non sono serviti ad ammodernare gli impianti e la stessa rete e che i soldi, sempre a vagonate, si sono persi nel corso degli anni in mille rivoli, che da anni si teme un fallimento dell’ente, scongiurato fino ad oggi, grazie all’intervento della Regione.
Come abbiamo scritto nei giorni scorsi dall’accordo quadro sull’acqua, circa 400 miliardi di vecchie lire, del 1996 ad oggi, la Basilicata ha speso, non investito, ma speso centinaia di milioni di euro. Quelle risorse sarebbero servite all’ammodernamento della rete idrica, alla netta riduzione delle perdite, all’introduzione di nuove tecnologie nella gestione del sistema di distribuzione dell’acqua. Dove sono finiti questi soldi? In progettazioni e ri-progettazioni, in appalti e sub appalti. Lo schema idrico Basento-Bradano, quasi cento milioni di euro è lettera morta, le perdite sono assestate intorno al 50%. Gli invasi quasi a secco e larga parte dell’agricoltura in ginocchio. Intanto i bilanci di Acquedotto lucano sono sempre in affanno e assorbono ogni anno milioni di euro di copertura regionale.
L’acqua, l’oro blu come viene definito nei roboanti comunicati istituzionali, è una delle risorse naturali più abbondanti della Basilicata. Poi c’è il petrolio. L’attività di estrazione dell’ “oro nero” richiede un massiccio utilizzo di acqua. Chissà se anche i petrolieri in questi giorni hanno i rubinetti a secco. La siccità non dovrebbe far sconti a nessuno. Ma questa storia della siccità che provoca guasti alle strutture non ci convince, né ci convince la storia della siccità che limita gravemente l’utilizzo dell’acqua potabile.