Acquedotto lucano S.p.A. è a secco di risorse, a pagare le bollette solo i comuni mortali
Come può una Società in gravi condizioni finanziarie affrontare la crisi idrica che colpisce la Basilicata? In esclusiva il documento verità
Il documento ufficioso, ancora da sistemare e da firmare, finito nelle nostre mani, è la relazione scritta dalla Società di certificazione e revisione Bdo nella quale è descritta la situazione circa la esigibilità dei crediti vantati da Acquedotto Lucano. Il documento sarebbe stato già trasmesso alla Direzione amministrazione e finanza di Aql e sarebbe una bozza ancora da discutere con i vertici della Società.
I numeri esposti nel documento non sarebbero modificabili o alterabili in quanto estratti dai sistemi informativi contabili. La questione posta è grave: il fondo di svalutazione crediti non è sufficiente a coprire l’entità dei crediti. Il credito complessivo ammonta a 182 milioni di euro al 31 dicembre 2023 a fronte di un fondo di svalutazione di circa 55 milioni. Crediti non incassati che generano debiti con le banche per far fronte alla liquidità, su cui Aql paga gli interessi a tassi di mercato. Il dato drammatico è che l’ammontare del credito sarebbe più che doppio rispetto al fatturato aziendale. In queste condizioni la Società sarebbe tecnicamente fallita. È probabile che le perdite sui crediti non incassati, al netto del fondo di svalutazione supereranno quest’anno un terzo del capitale sociale. Ma sicuramente si farà in modo tale che il bilancio chiuda con un attivo di qualche decina di migliaia di euro.
Dal documento che trovate cliccando qui, emerge chiaramente che a non pagare le utenze, tra gli altri, sono i grandi utenti, quelli con bollette da oltre 10mila euro, le aziende controllate dalla Regione e i Comuni. Ma una quota consistente riguarda i Consorzi Industriali e i Consorzi di Bonifica. Nel complesso, i crediti verso i Consorzi relativi alle forniture idriche ammontano, alla data del 31 dicembre 2023, a 28.917.063 euro. A pagare sono solo i poveri cittadini che quando arriva una bolletta con fatica onorano il dovuto entro la scadenza stabilita.
“I crediti verso società sottoposte al controllo della Regione Basilicata, pari a nominali 8.010.622 euro – scrive BDO – non presentano particolari indicatori di insolvenza e, pertanto, si ritiene che non vi siano elevati rischi di recuperabilità.”
Per i crediti dei Comuni, valore nominale quasi 16 milioni, si è provveduto ad effettuare un’analisi specifica per singola posizione ed il relativo rischio di realizzo e stato determinato anche in considerazione delle partite di debito e delle situazioni di difficolta finanziaria (predissesto/dissesto). La difficolta principale nella riscossione di tale credito deriva dalla natura stessa dei debitori che essendo Soci di Acquedotto Lucano approvano i bilanci attraverso le annuali assemblee dei soci; si crea pertanto un ovvio conflitto di interesse nella eventuale riscossione dei crediti scaduti. È’ grave anche il fatto che dalle verifiche dei bilanci comunali delle relative previsioni di spesa non vi è traccia di somme stanziate per far fronte a questi debiti verso Acquedotto Lucano.
I crediti verso altri Enti, di nominali 679mila euro, comprendono i crediti per forniture verso soggetti che gestiscono servizi pubblici quali Rete Ferroviaria italiana, Amministrazione Provinciale di Matera, Coni, Casa Circondariale di Potenza, ed altri Enti Locali minori. Sulla base di un’analisi specifica e stato stimato un rischio nella misura di circa 457 mila euro. Questa cifra riguarda, come per i precedenti esercizi, principalmente alla posizione del Coni e delle Ferrovie dello Stato (RFI).
E infine, ma non per ultima, c’è la massa definita “altri utenti”: 80 milioni di euro di crediti accumulati in 10 anni. Gli anni del Covid sono i peggiori. La Bdo avverte: “In relazione ai rischi di realizzo dei crediti, precedentemente richiamati, si ritiene complessivamente non congruo il Fondo Svalutazione crediti al 31 dicembre 2023, nella misura stimata di Euro 55.533 mila, e si consiglia vivamente di aumentarlo di almeno 15 min di Euro per evitare rischi rilevanti di insolvenza e conseguente fallimento.”
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